Nel panorama dell’educazione contemporanea, cresce sempre più l’attenzione verso metodologie didattiche che promuovano l’inclusione, la partecipazione attiva e lo sviluppo delle competenze trasversali.
Il cooperative learning, o apprendimento cooperativo, rappresenta una risposta efficace a queste esigenze. Non si tratta semplicemente di “lavorare in gruppo”, ma di una metodologia strutturata in grado di trasformare la dinamica della classe in una comunità di apprendimento.
Approfondiamo i principi fondamentali del cooperative learning, i suoi benefici, le applicazioni pratiche e, in particolare, il suo valore per l’inclusione scolastica e il ruolo cruciale dell’insegnante di sostegno.
Cos’è il Cooperative Learning
Il cooperative learning nasce da solide basi teoriche, tra cui il costruttivismo sociale di Vygotskij e l’approccio esperienziale di Dewey.
Negli anni Settanta, i fratelli Johnson ne sistematizzano l’uso in ambito scolastico, definendolo come un metodo che prevede la creazione intenzionale di piccole squadre eterogenee in cui gli studenti lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni.
La cooperazione non è lasciata al caso: ogni attività è progettata in modo da favorire l’interdipendenza positiva, la responsabilità individuale, l’interazione costruttiva, lo sviluppo di competenze sociali e la riflessione sui processi di gruppo.
In altre parole, il successo del singolo dipende dal successo del gruppo e viceversa.
I benefici dell’apprendimento cooperativo
Numerose ricerche hanno dimostrato che il cooperative learning non solo migliora il rendimento scolastico, ma favorisce anche la crescita personale e sociale degli studenti.
Lavorare in modo cooperativo aumenta la motivazione, riduce i livelli di ansia da prestazione e incoraggia atteggiamenti di apertura e rispetto verso gli altri.
In una classe in cui si applica questa metodologia, gli alunni si sentono protagonisti attivi del proprio apprendimento e sviluppano abilità fondamentali come l’ascolto, il dialogo e la gestione dei conflitti.
L’insegnante, dal canto suo, assume un ruolo di guida e facilitatore, aiutando gli studenti a costruire significati condivisi.

Inclusione e il ruolo dell’insegnante di sostegno
Un aspetto particolarmente significativo del cooperative learning è la sua naturale predisposizione all’inclusione.
Grazie alla struttura eterogenea dei gruppi e all’attenzione per la valorizzazione di ciascuno, anche gli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali trovano un contesto favorevole all’apprendimento e alla partecipazione.
L’insegnante di sostegno gioca in questo contesto un ruolo chiave: non come figura isolata, ma come parte integrante del team.
Il suo compito non è solo supportare l’alunno con disabilità, ma anche collaborare alla progettazione e alla realizzazione di attività cooperative che coinvolgano tutti.
In questo modo, l’inclusione non è un intervento aggiuntivo o separato, bensì parte costitutiva del processo educativo.
Il cooperative learning diventa allora uno strumento potente per promuovere relazioni positive e abbattere barriere culturali e cognitive.
Strategie operative e pratiche didattiche
Le attività cooperative possono assumere forme diverse, dalle più semplici alle più strutturate.
Alcuni esempi frequentemente utilizzati sono la tecnica del “Think-Pair-Share”, in cui gli studenti riflettono individualmente, poi confrontano le idee in coppia, e infine condividono con il gruppo; o la “Jigsaw” (lettura a incastro), dove ogni studente diventa esperto di una parte del contenuto e lo insegna agli altri.
Le suddette attività si adattano facilmente a ogni disciplina e ordine scolastico, dalla primaria alla secondaria.
Fondamentale è la chiarezza delle consegne, la definizione dei ruoli e una valutazione che consideri sia l’impegno individuale che la qualità del lavoro collettivo.
Sfide e strategie di superamento
Come ogni metodologia, anche il cooperative learning presenta delle difficoltà. Richiede tempo per essere implementato efficacemente, sia nella preparazione delle attività che nella gestione della classe.
È possibile che si verifichino squilibri nella partecipazione o conflitti tra studenti. Tuttavia, queste criticità non sono insormontabili: un’attenta pianificazione, l’osservazione costante del docente e l’esplicitazione delle regole di interazione possono garantire risultati positivi.
Anche la valutazione può rappresentare una sfida, poiché deve tenere conto sia del contributo individuale sia del funzionamento del gruppo nel suo insieme.
Come il cooperative learning favorisce l’inclusione
Il cooperative learning non è una semplice strategia didattica, ma un approccio pedagogico che promuove l’inclusione, il protagonismo degli studenti e la costruzione condivisa del sapere.
In un’epoca in cui la scuola è chiamata a rispondere a bisogni educativi sempre più diversificati, questa metodologia rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare ogni alunno.
Perché funzioni davvero, è fondamentale che gli insegnanti – compresi quelli di sostegno – siano adeguatamente formati e lavorino in modo sinergico. Solo così l’apprendimento cooperativo potrà realizzare il suo potenziale: trasformare la classe in una comunità dove si cresce insieme.


