Il Consiglio di Stato ha sospeso l’espressione del parere sullo schema di regolamento per le nuove Indicazioni Nazionali destinate alla scuola dell’Infanzia e al primo ciclo d’istruzione. Il parere Consiglio di Stato Indicazioni Nazionali, contenuto nell’atto numero 1017/2025 del 17 settembre, mette in luce gravi carenze nell’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) presentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, il quale ha subito replicato per precisare la natura interlocutoria della richiesta.
La Posizione del Ministero sul Parere del Consiglio di Stato
In risposta alla sospensione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha specificato che il provvedimento del Consiglio di Stato ha una natura non definitiva.
In una nota ufficiale, l’amministrazione ha chiarito come la richiesta si limiti a sollecitare ulteriori dati da integrare nelle relazioni a corredo del testo. Lungi dal rappresentare una bocciatura, l’interlocuzione rientra nel fisiologico svolgimento dei rapporti istituzionali.
Anche il Ministro Giuseppe Valditara è intervenuto, affermando che è del tutto errato parlare di bocciatura. Secondo il Ministro, chi utilizza tale termine strumentalizza la realtà, poiché le integrazioni tecniche richieste saranno accolte in uno spirito di leale collaborazione, senza che alcun rilievo sia stato mosso sul contenuto delle nuove Indicazioni.
Le Carenze Rilevate dal Consiglio di Stato
La documentazione predisposta dal Ministero presenta, secondo il dispositivo, lacune strutturali che compromettono una valutazione completa della proposta.
L’analisi di impatto risulta inadeguata, poiché mancano evidenze misurabili sulle carenze delle attuali Indicazioni e non emergono le ragioni specifiche delle modifiche.
La relazione illustrativa evoca genericamente i “cambiamenti epocali” senza descrivere le inadeguatezze normative. Una particolare attenzione è richiesta per concetti come la “dispersione digitale“, che necessitano di definizioni univoche.
Il parere Consiglio di Stato Indicazioni Nazionali rileva, inoltre, l’incompletezza dell’analisi di compatibilità con il diritto dell’Unione Europea, un elemento di fondamentale importanza.
Criticità Organizzative e Finanziarie: il Caso del Latino
Significative perplessità emergono riguardo all’insegnamento del latino per l’educazione linguistica, introdotto come disciplina facoltativa nell’ambito delle Indicazioni Nazionali destinate alla scuola dell’Infanzia e al primo ciclo d’istruzione.
Le criticità riguardano sia l’equità educativa, con il rischio di aumentare il divario tra studenti, sia questioni organizzative concrete. I docenti di lettere potrebbero non possedere i requisiti necessari, mentre un docente della classe di concorso specifica potrebbe teoricamente insegnare in diciotto classi diverse.
La neutralità finanziaria dell’intervento, sebbene sancita da una clausola di invarianza, solleva dubbi sull’effettiva disponibilità di risorse.
La relazione tecnica, infatti, non contiene una formale verifica positiva da parte della Ragioneria generale dello Stato, ma si limita alla bollinatura del documento, un dettaglio di non poco conto per la sostenibilità della riforma.
Le Richieste di Integrazione Documentale
Il Consiglio di Stato richiede un rinnovamento complessivo dell’analisi di impatto, con la possibile riscrittura di parti del testo.
Appare necessaria l’integrazione dell’analisi di compatibilità con gli atti dell’Unione Europea e una maggiore considerazione delle osservazioni formulate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI).
La documentazione presenta, inoltre, errori formali e refusi che richiedono correzione, come la mancata menzione del controllo preventivo della Corte dei Conti.
La sospensione del parere comporta il rinvio dell’iter di approvazione fino al completamento degli adempimenti richiesti, un passaggio essenziale per la validità del provvedimento.
Le Modifiche Già Apportate dal Ministero a Luglio
Il testo esaminato era già il risultato di modifiche apportate dal Ministero nel mese di luglio.
In quella revisione, la premessa culturale era stata ampliata con una riflessione sul ruolo della “comunità educante” e con il coinvolgimento del terzo settore. Era stata inserita una valorizzazione esplicita della figura del docente come “Magister”, con un accento sull’autorevolezza.
Erano stati introdotti, inoltre, due nuovi paragrafi: uno dedicato all’internazionalizzazione del curricolo, con riferimenti a gemellaggi e CLIL, e uno sull’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale come parte integrante dell’educazione civica e delle discipline STEM. Modifiche che, evidentemente, non sono state ritenute sufficienti.
Parere Consiglio di Stato Indicazioni Nazionali: Il Comunicato Stampa della FLC CGIL
Sulla questione, dopo le perplessità manifestate dalla Uil Scuola Rua, interviene con una nota stampa anche la FLC CGIL.
“Il mancato parere del Consiglio di Stato rappresenta una sonora bocciatura delle Indicazioni Nazionali 2025 che, fin dalla prima bozza per il dibattito pubblico, abbiamo valutato come una pericolosa operazione di revisione della cultura democratica della scuola e del Paese”.
È quanto si legge nella nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
“Abbiamo da subito chiarito – continua la nota – che le Indicazioni Nazionali non erano un testo emendabile viste le numerosissime criticità rilevate dal mondo della scuola, dell’associazionismo professionale, dell’Università, della ricerca e dalla stessa società civile. Anche le modifiche apportate alla versione finale non ne hanno cambiato l’impianto ideologico identitario e anacronistico“.
Il sindacato ritiene che il MIM debba cogliere l’occasione per operare una seria revisione del testo.
“Con il Tavolo nazionale per la scuola democratica, una rete di 23 soggetti collettivi, ci mobiliteremo a livello nazionale contro il modello autoritario di scuola che emerge dalle nuove Indicazioni. L’appuntamento è per il 18 ottobre prossimo”, conclude la nota.