La squadra dell’autonomia scolastica: l’anello non riconosciuto nella scuola autonoma 

Rosolino Cicero

29 Settembre 2025

DS durante una riunione con il proprio staff

La squadra dell’autonomia scolastica: l’anello non riconosciuto nella scuola autonoma 

Quiz GPS

In ciascuna scuola autonoma esiste una componente professionale di collegamento tra la dirigenza e la comunità scolastica, impegnata nel funzionamento organizzativo e didattico dell’Istituzione scolastica.

Questo gruppo di professionisti rappresenta nella nomenclatura ordinaria lo staff del dirigente scolastico che collabora al raggiungimento degli obiettivi organizzativi e pedagogici, alla progettazione e alla realizzazione dell’azione didattica, al periodico monitoraggio dei punti di forza e delle criticità, alla valutazione di sistema e degli esiti finali.

Si tratta di un team che riflette la complessità della scuola autonoma dove ogni componente contribuisce – con il proprio lavoro, la propria formazione e la propria professionalità – alla qualità complessiva della scuola; in altre parole la professionalità dei protagonisti e il loro lavoro determina il valore aggiunto per la qualità complessiva dell’offerta formativa.

La squadra dell’autonomia opera in sinergia con il DS secondo il PTOF approvato dal Collegio dei docenti e può relazionare attraverso report periodici (non solo la relazione finale), strutturare iniziative di coordinamento con commissioni e gruppi di lavoro e con ogni articolazione del Collegio, esercitare forme di collaborazione e di confronto anche tramite incontri periodici con Ds e DSGA.

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Riferimenti normativi e contrattuali

In questa sede non si possono non richiamare le fonti giuridiche in vigore:

  • il comma 16 dell’art. 21 della Legge 59/1997;
  • l’art. 1 comma 3 lett. e della Legge 53 del 28/3/2003;  
  • l’art. 14 comma 22 del L. 135/2012;
  • l’art. 1 commi 14, 68 e 83 della Legge 107/2015;
  • il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale del marzo 2021, punto 3;

e il vigente CCNL 2019-2021 con: 

  • gli artt. 40 – 41, comma 1 – 42, comma 1 – 43, comma 13 – 78, comma 7. 

Da chi è formata? 

Ci riferiamo a docenti che, assumendo incarichi aggiuntivi discendenti da fonti normative e contrattuali, sono identificati:

  • nei collaboratori del ds individuati ai sensi del comma 5 art. 25 del D. Lgs 165/2001;
  • nei responsabili di plesso che consentono alle sedi distaccate di funzionare; 
  • nelle funzioni strumentali individuate ai sensi dell’art.33 del CCNL scuola 2006/2009; 
  • nei coordinatori didattici e nei coordinatori di dipartimento
  • negli animatori digitali
  • nei docenti tutor PCTO ai sensi del D. Lgs. 77/2005 e dell’art. 1, commi 33-43 della Legge 107/2015; 
  • nei docenti tutor per i neoimmessi
  • nei tutor per l’orientamento e nei docenti orientatori ai sensi del Decreto MIM 63 del 5/4/2023; 
  • nei referenti di sistema (Inclusione, PON, ERASMUS, PCTO, Privacy, Intercultura, Bullismo e cyberbullismo, INVALSI, ecc). 

Alcune decine di migliaia di docenti – in aggiunta al servizio contrattuale – svolgono in scuole diventate sempre più complesse un imponente quotidiano lavoro organizzativo, progettuale, di monitoraggio e di verifica; con professionalità sono impegnati nell’obiettivo di garantire il diritto allo studio agli alunni e la qualità dell’offerta formativa alla loro comunità scolastica.

Sempre più la scuola autonoma si fonda sull’interconnessione di tre anelli: i docenti impegnati esclusivamente dentro gli ambienti di apprendimento, il personale non docente impegnato nel funzionamento amministrativo e nella cura degli ambienti e i docenti impegnati anche nel funzionamento organizzativo e didattico della scuola autonoma.

Ed è proprio anche che fa la differenza, che determina una diversa articolazione della funzione docente, che mette in primo piano la libertà della scelta di aggiungere/fare altro nel lavoro quotidiano di un docente.

Un altro lavoro ben definito, non affatto secondario, senza il quale la scuola non potrebbe assolvere completamente alla funzione istituzionale alla quale è chiamata dall’Art. 34 della Costituzione.

La squadra dell’autonomia scolastica: una scuola vista dall'alto

Non si tratta di costruire moderne gerarchie giuridiche o docenti privilegiati o cerchi magici ma di riconoscere pari dignità a tutte le forme di lavoro esercitate dentro e fuori gli ambienti di apprendimento; si tratta di definire un percorso trasparente di carriera che preveda per i docenti che lo vorranno ed in possesso di specifici titoli e requisiti, la transizione nell’area delle figure di sistema

Si tratta di superare l’anacronistico tabù della carriera piatta che ha reso la funzione docente priva dei necessari stimoli professionali e poco attrattiva, purtroppo per molti diventata lavoro di transito verso orizzonti più sicuri e gratificanti.

Tutte le forme di lavoro e tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola hanno il diritto al riconoscimento formale del lavoro per la quantità e la qualità, sia in termini economici (come recita l’articolo 36 della Costituzione) che contrattuali.

Identità

Da un report realizzato alla fine dell’anno scolastico, in relazione all’anzianità di servizio si rileva:

  • di oltre i 25 anni per il 44%;
  • tra i 20 e i 25 anni per il 19.4%;
  • tra i 15 e i 20 anni per il 15.7%;
  • tra i 10 e i 15 anni per il 9.3%;
  • tra i 5 e i 10 anni per l’10.1%;
  • e, infine, meno di 5 anni per il 1.5%. 

Dunque, appare evidente che abbiamo a che fare con docenti che ben conoscono le loro realtà scolastiche e spesso ne sono anche la memoria storica.

In merito alla complessità della scuola

con un numero dei plessi compreso tra 2 e 5 per il 60.4%, tra i 6 e gli 8 per il 20.9%, con un solo plesso per il 7.8%, compreso tra 9 e 10 per il 3.7% e, infine, tra gli 11 e i 15 plessi per il 5,6%. Soltanto per lo 1.6% un numero di plessi superiore a 15.

Se guardiamo la popolazione scolastica, il 4.9% dichiara una popolazione minore di 500 alunni, il 16.8% tra i 500 e i 700, il 23.1% compresa tra i 700 e i 900 alunni, il 31% tra i 900 e i 1200 alunni, il 14.9% tra i 1200 e i 1500 alunni e il 9.3% una popolazione superiore ai 1500 alunni.

Appare evidente che il numero dei plessi unitamente al numero degli alunni certificano la complessità di gran parte delle istituzioni scolastiche autonome.

Area di svolgimento del lavoro 

L’incarico aggiuntivo è stato reso per l’85.4% nella collaborazione ad un Ds titolare, per l’8.2% ad un Ds reggente e per il 6.3% ad un Ds titolare ma reggente in altra sede.

In relazione all’incarico assunto, l’85.8% è stato impegnato a preparare proposte di circolari, regolamenti, report e documenti, l’80.6% nel fare fronte alle emergenze e ad altri eventi non pianificati, il 73.5% nel pianificare, organizzare e sorvegliare sul corretto utilizzo degli spazi scolastici e il 65.3% nell’affrontare con alunni e genitori questioni legate alla disciplina/frequenza.

Molto interessante è il dato secondo il quale il 64.2% si è occupato di sorvegliare l’applicazione dei regolamenti e delle procedure organizzative dell’istituto, incluse questioni relative a sicurezza, il 57.8% nel coordinare le attività extradidattiche relative al PTOF e il 53.4% nel coordinare le attività connesse ai fondi europei.

Infine, il 50.7% si è occupato di coordinare le attività relative alla continuità e orientamento e il 28% quelle relative alle all’inclusione.

Per questo imponente e significativo lavoro, il riconoscimento economico annuo (lordo stato) definito in sede di contrattazione di istituto è stato così dichiarato: 

  • il 12.7% meno di 500 Euro;
  • il 18.7% tra 500 e 1000 Euro;
  • il 30.6% tra 1000 e 2000 Euro;
  • il 20.9% tra 2000 e 3000 Euro; 
  • il 13.1% tra 3000 e 4000 euro; 
  • il 4.1% oltre i 4000 Euro.

Motivazioni professionali

Sono state analizzate anche le ragioni professionali che hanno indotto ad accettare la proposta dell’incarico.

Dai dati prevalgono motivazioni valoriali quali contribuire al buon funzionamento dell’organizzazione scolastica, a sviluppare la comunità scolastica, a migliorare l’offerta formativa della scuola, darsi l’opportunità di migliorare le competenze organizzative e di leadership e la qualità delle relazioni.

Altre motivazioni dettate da una auspicata forma di vera carriera sono l’aver conseguito titoli specifici, la rimodulazione dei tempi di permanenza nelle attuali fasce stipendiali, l’opportunità di fare un’esperienza prodromica per il concorso a DS e, infine, la possibilità di guadagnare una retribuzione aggiuntiva.

Valutazione e valorizzazione professionale

Connesso al tema delle forme di lavoro e delle motivazioni professionali c’è quello certamente non secondario della valutazione: per il 42.2% c’è una posizione favorevole ad essere valutato per il lavoro svolto, per il 40.7% la valutazione deve essere connessa a quella del proprio Ds e soltanto per il 17.1% non è opportuno procedere ad alcuna forma di valutazione.

In merito alla valorizzazione professionale, le proposte sono molto chiare: 

  • avere riconosciuto il servizio in una carriera diversificata per l’81%;
  • avere riconosciuto il servizio quale prerequisito di accesso al concorso per DS per il 50%;
  • avere riconosciuto il servizio per la graduatoria di istituto per il 38.8%;
  • avere riconosciuto il servizio nelle procedure di mobilità annuale per il 26.5%.

La squadra dell’autonomia scolastica: docente in classe durante una lezione

Attività formativa

La formazione obbligatoria deve stare a fondamento del lavoro di una figura di sistema.

I percorsi formativi devono caratterizzare la professionalità di chi assume incarichi aggiuntivi nella squadra dell’autonomia.

Oggi, non tutti possono certificare una formazione specifica coerente con l’incarico assunto.

Chi ha svolto percorsi di formazione dichiara di aver seguito la formazione: 

  • volontaria incentivata per le figure di sistema; 
  • sulle nuove tecnologie nel contesto lavorativo; 
  • sui temi della sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro; 
  • sul tema della valutazione nel sistema scolastico italiano;
  • sulla privacy;
  • sulla gestione del personale e dei conflitti;
  • sull’elaborazione del piano di miglioramento della scuola;
  • sulla gestione delle risorse economiche, finanziarie, materiali.

Conclusioni

Raggiungere la consapevolezza della responsabilizzazione di tutti gli attori e comprendere l’importanza e la necessità della piena valorizzazione di tutte le professionalità caratterizzanti la funzione docente, capaci di farsi carico di progetti, percorsi didattici e azioni organizzative è un tema non più eludibile.

L’onere dell’incarico, l’esperienza costruita negli anni, la formazione specifica conseguita sono punti di forza che non possono non essere riconosciuti in un nuovo modello di articolazione della funzione docente.

La complessità della scuola autonoma nella realtà formalmente è affidata alla responsabilità solitaria di un “numero primo” cui compete in via esclusiva l’attribuzione di deleghe (relative all’esercizio di competenze spettanti per legge al dirigente stesso) e di incarichi (relativi a competenze non direttamente riferibili al dirigente).

Ma appare evidente che ciascun Ds – titolare o reggente – si avvale del lavoro della squadra dell’autonomia, della competenza e della professionalità di docenti che ricevono in cambio soltanto un modestissimo riconoscimento economico determinato in sede di contrattazione di istituto.

Si pensi per un attimo cosa potrebbe accadere in ogni scuola senza il quotidiano lavoro di ciascun componente della squadra!

Sarebbe quasi impossibile fare scuola, organizzare un anno scolastico, progettare l’offerta formativa, seguire tutti i processi necessari all’inclusione, programmare le attività extra didattiche per la continuità, programmare tutte le fasi relative ai percorsi di orientamento, gestire la digitalizzazione delle procedure, pianificare ogni azione ritenuta necessaria per la tutela e la sicurezza in territorio scolastico, garantire un efficiente servizio per la comunità e il territorio!

Allora si ponga attenzione a tutte le forme di lavoro e a tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola con il riconoscimento della quantità e della qualità del lavoro aggiuntivo, sia dal punto di vista economico (come recita l’articolo 36 della Costituzione) sia dal punto di vista contrattuale che, invece, oggi è inesistente.