Le difficoltà scolastiche hanno diversi volti. Ciò lo si evince anche dalla presenza di studenti con disabilità, ma anche con altri tipi di disturbi. Questo è il caso dell’ADHD e dell’autismo.
Due difficoltà importanti che meritano di essere trattate con la giusta attenzione. Ecco perché esiste la figura del docente di sostegno. Una figura professionale fondamentale nell’ambito dell’educazione inclusiva.
Si tratta di un insegnante specializzato che lavora con studenti con disabilità. Infatti, deve offrire loro un sostegno individuale e personalizzato.
Il docente di sostegno può aiutare gli studenti con disabilità a sviluppare le loro capacità cognitive, sociali e motorie. Così è possibile farli partecipare attivamente alla vita scolastica.
Inoltre, può anche assistere gli alunni con disabilità nell’accrescimento delle loro abilità di comunicazione. Nei confronti degli allievi con ADHD e autismo, poi, ha ulteriori compiti da portare al termine. Ecco perché chiunque voglia accedere al TFA sostegno 2023 deve analizzare queste tematiche.
Cos’hanno in comune ADHD e autismo
Quindi, cos’hanno in comune l’ADHD e l’autismo? L’ADHD è l’acronimo della dicitura inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder. In italiano, invece, prende il nome di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
A tal proposito, gli addetti ai lavori devono fare riferimento alla Nota n. 4089 del 15 giugno 2010. In essa si analizzano le indicazioni volte all’integrazione scolastica delle suddette problematiche. L’ADHD, infatti, riguarda l’ambito del neuro-sviluppo.
Un bambino con ADHD ha difficoltà a mantenere alta la concentrazione durante i compiti assegnati. Inoltre, ha problemi a controllare le proprie azioni.
Questo non è dovuto a una mancanza di educazione, ma all’incapacità di autogestirsi. Di conseguenza, non solo la sua istruzione ne risente, ma anche la sua capacità di relazionarsi con la società.
Tali studenti, tra le altre cose, non sono capaci di:
- selezionare le informazioni basilari per eseguire un determinato compito loro assegnato. Allo stesso modo non riescono a mantenere alta la concentrazione per il tempo necessario allo consegna del lavoro;
- resistere ai pensieri divaganti o, comunque, alle fonti di disattenzione dell’ambiente in cui si trovano;
- rispettare le regole loro imposte;
- eseguire azioni troppo complesse;
- regolare l’eccessiva irrequietezza che spesso si traduce in azioni non finalizzate;
- studiare in vista di una memorizzazione a lungo termine.
L’autismo, invece, è una condizione complessa che può avere un impatto significativo sulla vita di una persona. La condizione è caratterizzata da difficoltà nella comunicazione, nell’interazione sociale e nella comprensione delle emozioni.
Le alterazioni, quindi, si hanno sia al livello cognitivo sia a quello comportamentale. I punti di contatto tra ADHD e autismo stanno nell’esordio delle problematiche.
Infatti, nel primo caso la diagnosi si ha durante la scuola primaria, per lo spettro autistico, invece, prima dei 3 anni di vita.
L’autismo
L’autismo può essere ad alto funzionamento e a basso funzionamento. Cos’è l’autismo ad alto funzionamento? È un disturbo dello spettro autistico e riguarda un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale.
Le cause dei disturbi neuro-evolutivi non sono del tutto certe, ma non si escludono i fattori genetici. L’autismo ad alto funzionamento, comunque, non impedisce al bambino di parlare in maniera corretta. Inoltre, non ne limita l’autonomia. Ciò porta ad avere un ritardo nella diagnosi.
In quello a basso funzionamento, invece, ci sono i soggetti con una disabilità intellettiva. Inoltre, non hanno delle adeguate proprietà di linguaggio.
Di conseguenza, è evidente come l’autonomia di questi soggetti sia altamente compromessa. Infatti, l’impossibilità di esprimersi nel migliore dei modi è evidente. Anche le facoltà non verbali vengono meno.
I criteri per la definizione della diagnosi di autismo sono definiti dal DSM. Tale acronimo indica il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Il sistema in questione è adoperato in tutto il mondo in campo medico ed è stato redatto dall’American Psychiatric Association. Dunque, secondo il DSM-5, le quattro diagnosi dello spettro autistico sono:
- il disturbo autistico;
- la sindrome di Asperger;
- il disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (PDD-NOS);
- il disturbo disintegrativo dell’infanzia.
Il ruolo del docente di sostegno
Un docente specializzato viene assegnato alla classe quando c’è uno studente con disabilità. Tuttavia, è importante ricordare che il dipendente non deve dedicare tutto il suo tempo solo allo studente a cui è stato assegnato.
Quindi, questo professore non opera solo a favore degli alunni con ADHD e autismo. Infatti, la Nota Ministeriale n. 2215 del 26 novembre 2019 chiarisce tale situazione.
Nella stessa si afferma che «il docente di sostegno, come più volte afferma la norma, è assegnato alla classe, di cui diventa pienamente contitolare, e non al singolo alunno».
Per riuscire nell’intento di una didattica inclusiva, è necessario che tutti i soggetti coinvolti collaborino. Gli studenti, la famiglia, gli enti locali e il corpo docente devono lavorare insieme per raggiungere il successo scolastico dello studente in difficoltà.
Il docente di sostegno deve attuare progetti mirati, come il Piano Educativo Individualizzato, per garantire il successo scolastico dello studente in difficoltà. Questo per quanto concerne i BES. Per gli ADHD, invece, si necessita del Piano Didattico Personalizzato.
Da qui è evidente come per i ragazzi e le ragazze con ADHD e autismo sia indispensabile ricevere le giuste attenzioni. In questo modo è possibile per loro raggiungere i traguardi scolastici prefissati.
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