Allarme sicurezza nelle scuole italiane: ennesima aggressione, questa volta ai danni di un un dirigente scolastico di Genova

Rosalia Cimino

16 Maggio 2025

Donna che colpisce un dirigente scolastico

Allarme sicurezza nelle scuole italiane: ennesima aggressione, questa volta ai danni di un un dirigente scolastico di Genova

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Ennesimo episodio di violenza registrato a scuola nei confronti del personale educativo. A farne le spese, questa volta, il dirigente scolastico Andrea Ravecca, colpito da un genitore all’interno dell’Istituto Bergese di Sestri Ponente (Genova), ieri 15 maggio 2025.

Un episodio grave che, purtroppo, si inserisce in un quadro nazionale segnato da un aumento delle aggressioni ai danni del personale scolastico. 

Visto il crescente numero di casi registrati, il Governo ha già approvato un disegno di legge per inasprire le pene e garantire l’arresto in flagranza per chi provoca lesioni in ambito scolastico.

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L’aggressione al preside dell’Istituto Bergese di Genova

Nella mattinata del 15 maggio, durante il normale svolgimento delle lezioni, la madre di uno studente si è presentata a scuola dopo aver visto sul registro elettronico una nota inflitta al figlio da un insegnante. 

Secondo le ricostruzioni, il dirigente scolastico Ravecca è intervenuto per calmare la discussione tra l’insegnante e la donna che, visibilmente agitata, avrebbe urlato «Faccio una strage» prima di colpire il dirigente con un violento pugno al volto

Il colpo ha fatto cadere il preside, costringendolo a ricorrere alle cure dei sanitari presso l’ospedale Villa Scassi di Genova. 

L’aggressione ha destato profondo sconcerto: le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la scena e le forze dell’ordine hanno identificato e denunciato la donna

L’Ufficio scolastico regionale della Liguria ha immediatamente aperto accertamenti interni, mentre la Polizia ha registrato la testimonianza di alunni e docenti presenti al momento dell’aggressione.

Il quadro normativo: misure inasprite e misure di prevenzione

Di fronte alla recrudescenza degli episodi di violenza nelle scuole, il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara hanno inserito nel decreto approvato lo scorso 30 aprile norme volte a colpire con maggiore severità gli aggressori. 

Il disegno di legge prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per chi provoca lesioni personali a docenti o dirigenti scolastici.

La misura non si applica ai minori né alle sole offese verbali: l’inasprimento delle pene riguarda le lesioni lievi, che passano da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni fino a un intervallo di reclusione compreso tra due e cinque anni.

Oltre all’aspetto punitivo, il Governo ha annunciato un rafforzamento delle misure di prevenzione: verranno stanziati fondi per incrementare il numero di addetti alla sorveglianza.

Inoltre, saranno potenziati i sistemi di videosorveglianza interna ed esterna e avviate campagne di formazione per insegnanti, personale ATA e famiglie sul tema della gestione dei conflitti in ambito scolastico.

Verso una “svolta culturale”: dialogo e responsabilità collettiva

Secondo Valditara, tuttavia, le misure repressive non bastano se non accompagnate da un cambio di mentalità: “Non possiamo più tollerare aggressioni contro chi ogni giorno lavora per la crescita dei nostri ragazzi”, ha dichiarato il Ministro. 

Gli esperti di pedagogia evidenziano come un ambiente educativo sereno dipenda anche dalla capacità di genitori e insegnanti di dialogare attivamente

Progetti di mediazione scolastica e corsi di comunicazione non violenta, inseriti nei piani formativi, potrebbero ridurre le tensioni e prevenire escalation di violenza.

Il caso genovese è emblema di una crisi più ampia: le scuole italiane devono poter contare su regole chiare, tutele efficaci e un impegno condiviso per garantire a studenti e personale un luogo di crescita sicuro

Solo così sarà possibile trasformare le aule da luoghi di potenziale conflitto in spazi di dialogo, rispetto e inclusione nell’ottica di una svolta culturale che riporti al centro il rispetto delle regole e dell’autorità scolastica.