Si è tenuto martedì 18 marzo un importante incontro tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e i sindacati di categoria, durante il quale la dottoressa Maria Assunta Palermo ha presentato i dati ufficiali relativi all’organico scolastico per l’anno 2025/26. Le cifre, così come riportate sul sito della UIL Scuola Rua, delineano un quadro aggiornato delle risorse disponibili per il sistema educativo italiano, con novità significative rispetto all’anno precedente, con una diminuzione di ben 5.660 docenti per l’organico scolastico.
SOMMARIO
TogglePensionamenti in aumento e organico dei docenti
L’appuntamento ha rappresentato un momento cruciale per fare il punto sulle strategie di gestione del personale docente e sulle misure a sostegno dell’inclusione e dell’innovazione didattica.
Uno dei dati più rilevanti emersi riguarda i pensionamenti: al 1° settembre 2025 si prevedono 27.926 uscite, un incremento rispetto ai 21.394 registrati lo scorso anno, a cui si aggiungeranno ulteriori cessazioni nel corso dell’anno scolastico.
Sul fronte dei posti disponibili, l’organico complessivo per i posti comuni e di potenziamento si attesta a 664.774 unità, in lieve calo rispetto ai 670.441 del 2024.
Di questi, 614.572 sono posti comuni, mentre 50.202 sono destinati al potenziamento, confermando l’impegno del Ministero nel mantenere un equilibrio tra stabilità e flessibilità nelle scuole di ogni ordine e grado.
Sostegno e inclusione: crescono i posti disponibili
Un segnale positivo arriva dall’ambito del sostegno, dove i posti salgono a 128.036, con un incremento di 1.866 unità rispetto al 2024, di cui 6.446 dedicati al potenziamento.
Parallelamente, il limite massimo per l’adeguamento dell’organico alle situazioni di fatto è fissato a 14.161 posti, 19 in più rispetto all’anno precedente.
A queste cifre si aggiungono 7.402 posti in deroga – contro i 6.726 del 2024 – destinati a garantire il diritto all’istruzione per gli studenti svantaggiati, con un totale stimato di 3.827 classi nella scuola secondaria di secondo grado.
Inoltre, per favorire l’integrazione degli alunni stranieri, sono stati istituiti 937 posti per la classe di concorso A023, riservati a scuole con una presenza di stranieri pari o superiore al 20%.
Educazione motoria nella primaria: numeri e prospettive
L’insegnamento dell’educazione motoria nelle scuole primarie continua a essere un punto focale della riforma scolastica.
Per il 2025, i posti assegnati sono 4.269, in leggero calo rispetto ai 4.360 del 2024, suddivisi tra 1.771 posti interi e 1.498 posti equivalenti al monte ore residuo.
Le stime indicano 23.859 classi di quarta (14.348 a tempo normale e 9.468 a tempo pieno) e 24.223 classi di quinta (14.584 a tempo normale e 9.511 a tempo pieno).
Un sistema in evoluzione: luci e ombre
I dati presentati oggi offrono uno spaccato di un sistema scolastico in continua trasformazione, con segnali di attenzione verso l’inclusione e le esigenze territoriali, ma anche con sfide legate alla gestione delle risorse umane.
L’aumento dei pensionamenti e la lieve riduzione dell’organico complessivo sollevano interrogativi sulla capacità di garantire la continuità didattica, mentre gli interventi su sostegno ed educazione motoria confermano una visione orientata al futuro.
L’incontro segna un passo avanti nel dialogo tra Ministero e sindacati, ma il confronto proseguirà per tradurre questi numeri in azioni concrete a beneficio di studenti e insegnanti.
Il punto di vista della Uil Scuola Rua
A margine dell’incontro tra MIM e sindacati, la UIL Scuola Rua del Segretario Generale Giuseppe D’Aprile ha parlato di “dato allarmante”, sottolineando come “la denatalità deve rappresentare un’opportunità e non una penalizzazione“.
Nello specifico, il sindacato – presente all’incontro con Enrico Bianchi e Roberto Garofani – ha fatto sapere:
Sulle classi numerose ribadiamo la necessità di non tagliare l’organico, ma di utilizzarlo per ridurre il numero degli alunni per classe. La presenza di 5.909 classi nella secondaria di secondo grado con 28 e più alunni rappresenta un’offesa a qualsiasi processo educativo. Un dato che smentisce qualsiasi buono proposito finalizzato alla riduzione delle cosiddette “classi pollaio”.
Sull’Educazione motoria scuola primaria i posti attivati nelle classi IV e V della scuola primaria sono diminuiti.
Abbiamo ribadito come già avvenuto nell’informazione dello scorso anno che, a regime, si sarebbe determinata una riduzione dei posti comuni e di sostegno e una riduzione del numero di classi complessivamente autorizzabili sui territori.
Non si tratta, infatti, di posti o ore aggiuntive, ma autorizzabili nel limite delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e a invarianza di dotazione organica complessiva vigente.
Riguardo ai posti di sostegno l’incremento di 1866 posti per l’a.s. 2025/26 non compensa il taglio dei 5600 complessivi sui posti comuni a cui vanno aggiunti i numeri della mancata copertura del turn over e, soprattutto, è una risposta inadeguata all’esigenza di dare stabilità ad un personale che ormai vanta anni di supplenze sul sostegno che dovrebbe trovare una stabilizzazione attraverso l’unica operazione seria e possibile ovvero la trasformazione dell’intero organico di fatto in organico di diritto.
E questo è un punto fermo e imprescindibile per la UIL, soprattutto per i posti di sostegno. Un provvedimento che permetterebbe non solo di assumere il personale precario su tutti i posti vacanti oggi disponibili ma, soprattutto, eviterebbe un numero esorbitante di supplenti che non garantiscono la continuità didattica agli alunni con disabilità.
La denatalità deve rappresentare un’opportunità e non una penalizzazione. A fronte di un tasso di denatalità, infatti, che produrrà una riduzione di alunni, continuiamo a sostenere che il calo demografico deve essere, invece, l’occasione per un cambio di passo, una opportunità per una didattica personalizzata, per classi a misura di studente.
Resta prioritario un investimento sugli organici che garantisca il diritto all’istruzione e un potenziamento del tempo scuola nella primaria.”
Il punto di vista della FLC CGIL
Dura anche la posizione della FLC CGIL del Segretario generale Gianna Fracassi che tuona: “Mentre la società ha bisogno di più scuola, il MIM taglia 5660 docenti”.
Nella nota stampa diffusa dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL si legge:
“Nell’incontro di informativa svoltosi oggi al MIM sulla dotazione organica del personale docente per l’anno scolastico 2025-26 la FLC CGIL ha espresso la sua più netta contrarietà al taglio di ben 5660 docenti.
La programmazione di tale riduzione, come del resto la pervicacia con cui viene portato avanti il dimensionamento della rete scolastica, non ha alcun fondamento.
Nemmeno le previsioni sulla denatalità certificate dall’ISTAT fanno registrare una diminuzione di futuri alunni tale da giustificare queste misure di riduzione dell’organico e di scuole, perdipiù in modo indistinto su tutti i gradi di istruzione! Anzi, questa “operazione matematica” avviene nonostante nel nostro sistema scolastico ben 6225 classi siano costituite da un numero di alunni maggiore rispetto al limite di legge, senza contare le migliaia di classi con presenza di alunni con disabilità costituite con numero di alunni fuori norma.
La FLC CGIL, che ha proclamato lo sciopero a ottobre dello scorso anno e ha partecipato allo sciopero generale nazionale di tutto il mondo del lavoro contro la legge di Bilancio 2025, avendo come rivendicazione anche il ritiro dei tagli al personale che già si preannunciavano, ribadisce la propria posizione: il nostro Paese ha bisogno di più scuola e di più insegnanti.
Più asili nido, più scuole dell’infanzia, più tempo pieno e prolungato, più ore di insegnamento e di laboratorio e offerta formativa diffusa e capillare nei comuni e nelle aree interne, per evitare gli istituti-mostro con duemila e passa studenti in classi sovraffollate.
Nella società attuale è sempre più necessario avere strumenti per affrontare le complessità del periodo ed essere all’altezza delle sfide dell’intelligenza artificiale, questione che reclama l’esigenza di investire a medio e lungo termine sul settore della conoscenza, fermando dunque qualsiasi progetto di taglio, che sia di organici, di scuole o di un anno per le scuole secondarie di secondo grado.”