L’anno scolastico 2025/26 si preannuncia ricco di cambiamenti per il personale docente.
Tra le misure adottate, spiccano il taglio complessivo dei posti e alcune importanti novità relative alle stabilizzazioni e alle assegnazioni per specifiche classi di concorso.
I provvedimenti, influenzati dal calo demografico e dalle disposizioni della Legge di Bilancio 2025, mirano a ridefinire l’organico docenti in maniera mirata, pur mantenendo l’attenzione sulla qualità dell’insegnamento e sulla riduzione del precariato.
SOMMARIO
ToggleRiduzione degli organici e nuove disposizioni legislative
Secondo l’informativa resa nota da Patrizia Basili della Gilda degli Insegnanti, gli Uffici scolastici hanno avviato la raccolta dei dati necessari per stilare gli organici destinati al prossimo anno.
Il procedimento, fondamentale per gestire le domande dei sovrannumerari e la mobilità dei docenti, subisce ora una svolta importante.
Le autorità hanno infatti confermato un taglio di circa 6.000 posti, con una diminuzione di 5.660 posti comuni – portando l’organico da 620.239 a 614.572 – e differenze regionali che vanno da una lieve contrazione in Emilia-Romagna a una più consistente in Sardegna.
Tale scelta non è da imputare unicamente al calo demografico, ma si inserisce in un contesto di riforma più ampio sancito dalla Legge di Bilancio 2025.
Rispetto agli anni precedenti, in cui il numero dei posti era stato in parte mantenuto o addirittura ampliato in alcune aree, quest’anno si assiste a una revisione che punta a rendere più sostenibile l’organico in relazione all’effettiva diminuzione della popolazione scolastica.
Stabilizzazioni, assegnazioni speciali e criticità emergenti
Un ulteriore aspetto centrale riguarda i posti di sostegno. Mentre in passato le stabilizzazioni avevano raggiunto cifre anche superiori agli 11.000 posti, per il 2025/26 si prevede una stabilizzazione limitata a 1.866 posti, destinati esclusivamente alla scuola secondaria di secondo grado.
Tale scelta è giustificata dal fatto che in questo segmento il calo demografico è meno marcato e la presenza di specialisti in sostegno è più alta, contribuendo così a contenere il fenomeno del precariato.
Parallelamente, l’assegnazione di 937 posti per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua (classe A023) rappresenta una misura innovativa: i posti saranno distribuiti in base alla percentuale di studenti stranieri presenti nelle scuole, con 751 posti destinati alla secondaria di primo grado e 186 a quella di secondo grado.
La decisione, tuttavia, solleva alcune criticità, soprattutto per la rigidità del meccanismo di assegnazione e la necessità di adeguare le classi di concorso, che potrebbero richiedere l’introduzione di codici distinti per primo e secondo grado.
Infine, il numero delle classi in deroga – previste per garantire il servizio in zone particolarmente svantaggiate – vedrà un incremento da 6.727 a 7.402, pur mantenendo invariato il totale dei posti a livello nazionale.
Anche l’organico dedicato all’educazione motoria nella scuola primaria subirà leggere modifiche, con un aumento dei posti interi e una riduzione degli spezzoni orari.