Il mondo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è decisamente dettagliato. È, quindi, utile parlare di disgrafia e di come riconoscerla. Una problematica che può causare difficoltà ai minori, e non solo, durante la propria educazione.
Il diritto allo studio deve essere valido per tutti. Per tale ragione, il Ministero dell’Istruzione ha messo in atto una serie di progetti volti a tutelare quanti ne abbiano bisogno.
Spesso e volentieri si tende a pensare che tale tipo di compiti siano relegati solo ai docenti di sostegno. In realtà, tutti gli insegnanti e la scuola come istituzione sono chiamati a fare la propria parte.
La Legge n. 170 dell’8 settembre 2010 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come DSA.
Questi ultimi, riporta la normativa, «si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana».
SOMMARIO
ToggleDisgrafia come riconoscerla in classe
Bisogna, quindi, parlare minuziosamente della disgrafia e di come riconoscerla in classe. Il MIUR deve adottare tutte le procedure utili per permettere agli allievi presi in esame di studiare.
In particolare, è necessario far sì che le problematiche vengano risolte o attenuate. In questo modo si può raggiungere con meno fatica l’obiettivo didattico prefissato.
La normativa italiana, quindi, ha aperto un canale nuovo per essere plasmato sulle caratteristiche dei DSA. In precedenza, infatti, ci si basava unicamente sulla Legge n. 104 del 5 febbraio 1992.
In particolare, si fa riferimento al Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011. In allegato allo stesso, infatti, si possono trovare le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
La disgrafia, in ogni caso, compete alla capacità di controllare gli aspetti grafici della scrittura. Infatti, lo studente, nella scrittura manuale, non riesce ad avere padronanza del momento esecutivo.
Ciò comporta non saper adoperare la penna o la matita nella maniera corretta. Di conseguenza, il risultato appare poco comprensibile.
Tali problematicità alterano anche la coordinazione dell’occhio con la mano. Viene, infine, a mancare la capacità di sapersi muovere nello spazio fornito. Infatti, la disgrafia non consente di scrivere in maniera lineare o di rispettare i limiti spaziali.
Che problemi ha uno studente con disgrafia
Snocciolando la tematica della disgrafia e come riconoscerla ci si deve soffermare anche sui problemi affrontati in tale frangente. Infatti, la scrittura poco comprensibile non è l’unica difficoltà incontrata.
La disgrafia comporta anche il non riuscire a scrivere sotto dettatura anche a causa dell’eccessiva lentezza dello studente in questione.
Le lettere e le parole risultano essere non allineate tra di loro. Questo è dovuto anche al fatto dell’incapacità di rispettare gli spazi di cui si parlava in precedenza.
L’alunno con disgrafia, non riuscendo a tenere la penna salda in mano, tende a premere troppo sul foglio. Da qui scaturisce anche un tratto non uniforme della scrittura.
Ogni elemento che riguarda la scorrevolezza della grafia, quindi, risulta essere compromesso. Tutto ciò comporta dei disagi nello svolgimento delle normali funzioni scolastiche.
Per questa ragione, sin dall’infanzia si deve prestare la giusta attenzione a possibili DSA. Questi ultimi, infatti, non devono essere confusi con il normale processo di apprendimento.
Non tutti i bambini che presentano complessità nella scrittura devono ricadere nella disgrafia.
Gli strumenti compensativi
Per coloro che soffrono di DSA, e non solo di disgrafia quindi, la scuola deve mettere in atto il PDP. Con questa sigle si va a intendere il Piano Didattico Personalizzato. Il PDP deve essere realizzato dal docente di sostegno e dagli insegnanti curriculari.
Coloro che aspirano a ottenere l’abilitazione sostegno devono attendere l’uscita del TFA Sostegno 2023. Eppure, è bene che comprendano la complessità del ruolo che andranno a ricoprire.
Il PDP, per esempio, nasce dal bisogno di favorire gli studi degli allievi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Gli elementi che lo compongono sono:
- i dati anagrafici dell’alunno;
- la tipologia di disturbo;
- le attività didattiche individualizzate;
- le attività didattiche personalizzate;
- gli strumenti compensativi utilizzati;
- le misure dispensative adottate;
- le forme di verifica e valutazione personalizzate.
La Circolare Ministeriale n. 8 Prot. 561 del 6 Marzo 2013 riconosce il PDP come strumento privilegiato. Nel Piano Didattico Personalizzato, inoltre, sono fondamentali gli strumenti compensativi e le misure dispensative.
Con strumenti compensativi si intendono tutte quelle tecnologie utili a mitigare le problematiche dei DSA. Quindi, sono indispensabili anche per la disgrafia. In tale compagine si possono annoverare:
- il registratore, utile per evitare all’allievo la trascrizione degli appunti;
- i programmi di videoscrittura con integrato il correttore automatico;
- le mappe concettuali;
- le calcolatrici;
- le tabelle.
Per la disgrafia, per esempio, i programmi di videoscrittura sono essenziali. Si ricorda, infatti, come lo studente con disgrafia abbia seri problemi a scrivere in maniera precisa e veloce.
Le misure dispensative, invece, servono a evitare che l’allievo con DSA svolga mansioni inutili e dannose. Redigere testi troppo lunghi non può giovare affatto, ma solo creare disagi in chi scrive lentamente e in maniera non lineare.
Come è già stato detto più volte, gli studenti con DSA non sono di esclusiva competenza del docente di sostegno. Per tale ragione, può risultare proficuo seguire un master sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento e difficoltà scolastiche.