Nel corso dell’Assemblea dei dirigenti scolastici Uil Scuola Rua a Napoli, il Segretario generale Giuseppe D’Aprile si è scagliato contro il nuovo sistema di valutazione dei DS. “Siamo contrari, nel metodo e nel merito, al nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici attuato dal Ministero – ha detto – Si tratta di una procedura che non supporta il lavoro dei presidi, ma li mette in competizione tra loro, come se fossero top manager di un’azienda e non figure fondamentali per la crescita e l’organizzazione della scuola.”
All’incontro erano presenti anche il Presidente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, Damiano Previtali, e il Direttore USR Campania, Ettore Acerra.
Cirillo (UIL): “La valutazione dei DS diventa un processo arbitrario”
Commentando il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, il segretario generale Giuseppe D’Aprile ha evidenziato come, trattandosi di “una procedura avviata ad anno scolastico già iniziato” che va ad aggiungersi “ai compiti gravosi dei DS” e che “nulla ha a che vedere con la loro funzione”, la Uil Scuola Rua aveva chiesto di “rinviare tutto all’anno scolastico 2025/26”.
Da parte sua, invece, la Responsabile nazionale dei Dirigenti Scolastici Rosa Cirillo ha parlato di decreto ministeriale che “accentua la deriva burocratica della valutazione, trasformandola in un processo discrezionale”.
“Con l’attribuzione di 20 punti da parte dei Direttori regionali degli uffici scolastici – ha affermato – la valutazione diventa un processo arbitrario. È impensabile che un Direttore Generale possa realmente conoscere il lavoro di ogni dirigente”.
La Segretaria regionale della Uil Scuola Rua Campania Roberta Vannini ha, quindi, insistito sulla necessità di realizzare “un sistema di valutazione che tenga conto della specificità del lavoro dei dirigenti scolastici, della loro funzione psico-socio-pedagogica e della realtà in cui operano.”
“La scuola non è un’azienda e chi la dirige non può essere valutato come un amministratore d’impresa ha, infine, concluso D’Aprile – Se non si cambia direzione, il rischio è quello di allontanare la scuola dalla sua vera funzione: non un luogo di competizione bensì di inclusione e crescita personale.”


