Fare degli esempi di strategie didattiche inclusive permette di comprenderle al meglio. Esse, infatti, sono indispensabili nella scuola odierna.
Esse devono essere adoperate nel migliore dei modi all’interno delle aule italiane. Infatti, consentono di creare un ambiente di apprendimento accogliente e inclusivo per tutti gli studenti.
Il diritto allo studio è garantito dalla Costituzione e il sostegno in tal ambito serve a concretizzarlo giorno dopo giorno.
Tali strategie, inoltre, promuovono la diversità nell’educazione impartita. Aiutano anche a garantire che i vari discenti abbiano le medesime opportunità di successo scolastico.
Alla luce di tutto ciò emerge forte e chiara la loro rilevanza. Gli esempi di strategie didattiche inclusive, però, non sono utili solo al docente di sostegno. Anche il resto dei professori devono saperli adoperare.
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La didattica inclusiva
Gli esempi di strategie didattiche inclusive servono per afferrare il valore dell’integrazione tra i banchi di scuola. La stessa è imprescindibile per creare un ambiente di apprendimento accogliente per tutti.
Per far ciò, bisogna instaurare alcuni meccanismi essenziali. L’intero corpo insegnanti, infatti, deve essere sensibilizzato alla diversità e alle esigenze individuali dei loro alunni.
Tutto ciò è fattibile tramite la formazione continua di cui è promotore il Ministero dell’Istruzione. Inoltre, il TFA Sostegno serve per informare e preparare sulle barriere all’apprendimento. Tra di esse compaiono la disabilità, la povertà e le differenze culturali.
Ecco perché coloro che vogliano occupare i posti del TFA Sostegno 2023 devono istruirsi sulla pedagogia utile al caso.
Quanto detto finora serve per sottolineare l’influenza degli istituti nella vita dei loro alunni. Infatti, essi possono fornire varie opportunità di apprendimento.
Per esempio, c’è la possibilità di lavorare in gruppi o individualmente. Inoltre, si possono adoperare valide alternative per la valutazione in classe.
L’obiettivo finale, quindi, è consentire a tutti gli studenti di operare nel migliore dei modi nelle proprie aule. Ciò va contro il disagio dell’abbandono scolastico e implementa le possibilità di successo dei soggetti interessati.
Quali sono gli esempi di strategie didattiche inclusive
Comprese le basi dell’integrazione scolastica, bisogna soffermarsi sugli esempi di strategie didattiche inclusive. Esse occupano una buona parte della progettazione volta a inglobare nella classe gli studenti con Bisogni Educativi Speciali.
In questa categoria, infatti, rientrano molteplici soggetti. Una normativa atta ad approfondire l’argomento in questione è la Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012.
Nei BES, quindi, si possono annoverare:
- la disabilità;
- i disturbi evolutivi specifici;
- lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
Un ventaglio abbastanza ampio che implica ulteriori categorie. Infatti, tra i disturbi evolutivi specifici si devono inserire anche i DSA e gli ADHD.
La prima sigla indica i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La seconda, invece, si riferisce al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
In ogni caso, gli esempi di strategie didattiche inclusive servono per comprendere quali siano gli strumenti adeguati al sostegno. Così le lezioni saranno maggiormente accessibili a tutti.
In tale elenco si possono includere:
- l’apprendimento cooperativo;
- il lavoro di gruppo e/o a coppie;
- il tutoring;
- l’apprendimento per scoperta;
- la suddivisione del tempo in tempi;
- l’utilizzo di mediatori didattici;
- l’uso di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici.
Un ulteriore sguardo di approfondimento può essere gettato sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Esse possono essere davvero d’aiuto nel settore del sostegno.
Per esempio, le app ei software educativi possono essere personalizzati per soddisfare le esigenze degli studenti con disabilità. Come non citare, quindi, la sintesi vocale o la dimensione del testo.
Tutto ciò, quindi, ha sempre il medesimo scopo. Esso è riscontrabile nel voler mettere al centro della scuola italiana gli alunni con le loro possibilità di crescita personali e collettive. Da qui, l’esigenza di avere professionisti del settore fortemente preparati.
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