Nuove Indicazioni Nazionali, Vecchioni: “Imparare a memoria è importante, ma bisogna anche capire” 

La Scuola Oggi

22 Gennaio 2025

Roberto Vecchioni

Le dichiarazioni di Roberto Vecchioni sulle Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo scolastico hanno acceso un acceso dibattito. Durante un intervento pubblico, il cantautore e docente ha sottolineato l’importanza di imparare a memoria, richiamandosi alla tradizione classica, ma ha precisato che è altrettanto fondamentale comprendere profondamente ciò che si memorizza.

Le parole di Vecchioni e il riferimento a Dante

Vecchioni ha citato Dante Alighieri («Apri la mente a quel ch’io ti paleso/ e fermalvi entro; ché non fa scienza/ senza lo ritenere, avere inteso», Paradiso, Canto V) come esempio supremo di conoscenza che unisce memoria e comprensione

“Puoi leggere tutte le poesie che vuoi – ha poi chiarito – ma se non capisci cosa significano non serve a niente. La cosa più importante è capire il senso di quello che stai leggendo, non ripetere le parole a macchinetta”.

Tuttavia, la terzina citata da Vecchioni sarebbe, in realtà, “un invito a trattenere nella memoria, a memorizzare (“ritenere”) ciò che Beatrice sta dicendo a Dante”. 

A sostenerlo, attraverso le pagine di “Libero Quotidiano” è il professor Sandro Consolato, che afferma: «Ribaltato totalmente il significato di alcuni versi di Dante. Danno agli altri degli ignoranti e poi dicono cazzate».

Secondo Vecchioni, tuttavia, la memoria è un ponte verso una comprensione più ampia del testo e delle sue implicazioni culturali.

raffigurazione di una testa e di alcuni pezzi di puzzle

Il contesto delle Nuove Indicazioni Nazionali

Il dibattito si inserisce nel quadro delle Nuove Indicazioni Nazionali, che puntano a rinnovare l’approccio didattico nelle scuole italiane. 

Tra gli obiettivi principali c’è quello di integrare metodi tradizionali con tecnologie digitali e strategie didattiche innovative

Tuttavia, il ruolo della memoria rimane centrale in alcune discipline, soprattutto nelle materie umanistiche, dove la padronanza del linguaggio e la conoscenza dei testi classici sono ancora considerati fondamentali.

Vecchioni ha ricordato che la cultura italiana è intrisa di tradizione orale e che molti grandi autori, da Dante a Manzoni, hanno valorizzato la forza evocativa della parola recitata.