Piano di studi personalizzato

Piano di studi personalizzato

Il piano di studi personalizzato è una strategia educativa che consente agli studenti di sviluppare un programma di apprendimento individualizzato. Esso rientra nelle strategie adoperate dalla didattica inclusiva.

Quest’ultima è una pratica che mira a fornire un’istruzione di qualità a tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro abilità. Tutti gli studenti hanno il diritto di partecipare attivamente alla vita scolastica.

Per questo motivo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve assicurare che tutti abbiano accesso all’integrazione scolastica. Per raggiungere questo obiettivo, sono state emanate molteplici normative e sviluppati progetti.

Il Ministero dell’Istruzione deve, inoltre, fornire docenti di sostegno e risorse adeguate per la realizzazione delle strategie necessarie. Gli insegnanti di sostegno hanno la responsabilità di controllare non solo l’allievo con disabilità, ma anche il resto della classe.

Questi professionisti, inoltre, hanno il compito di elaborare un piano di studi personalizzato per gli studenti che ne necessitano. Chi vuole aderire al TFA Sostegno 2023, quindi, deve essere consapevole delle nozioni basilari di questo argomento.

Cos’è il piano di studi personalizzato

Quanti vogliono intraprendere la carriera di docente di sostegno, quindi, devono conoscere il piano di studi personalizzato. A parlarne è anche la Legge n. 53 del 28 marzo 2003.

Lo scopo dello stesso è quello di favorire la crescita e la valorizzazione umana degli allievi. Ciò deve avvenire sempre nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno.

Da qui nasce il bisogno di una collaborazione continua e costante tra la famiglia di origine e gli istituti frequentati dagli studenti presi in esame. Ciò è indispensabile nell’ottica dei Bisogni Educativi Speciali.

Nella sigla BES, inoltre, sono inseriti un gran numero di discenti con le proprie specifiche caratteristiche. In generale, in questa sezione rientrano in tre grandi categorie:

  • disabilità;
  • disturbi evolutivi specifici;
  • svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Da qui si scorge l’evidente bisogno di un piano di studi personalizzato. La sua presenza serve a garantire l’istruzione obbligatoria a tutti i minori. In tale ottica la necessità di avere professionisti preparati nei reparti scolastici.

La cooperazione tra insegnanti di sostegno e quelli curriculari deve essere continuativa. In questo modo è possibile tutelare il diritto allo studio di ciascun studente.

Cosa deve contenere il Piano Didattico Personalizzato

Quando si parla di piano di studi personalizzato si pensa necessariamente al PDP. Questo acronimo indica il Piano Didattico Personalizzato.

Questo documento si adotta nei confronti degli allievi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La Legge n. 170 dell’8 settembre 2010 riconosce come DSA la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. Le stesse creano difficoltà nelle competenze relative alla lettura, alla scrittura e al calcolo.

Il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011, invece, individua le misure educative e didattiche di supporto. Tali interventi si realizzano anche attraverso il Piano Didattico Personalizzato, che deve essere redatto entro il primo trimestre dell’anno scolastico.

Gli insegnanti devono fornire un sostegno ai discenti sin dalla scuola dell’infanzia, fornendo loro i criteri di valutazione da adottare all’interno dell’istituzione scolastica.

Nel PDP, comunque, devono essere esplicitati i seguenti elementi:

  • i dati anagrafici dell’alunno;
  • la tipologia di disturbo;
  • le attività didattiche individualizzate;
  • le attività didattiche personalizzate;
  • gli strumenti compensativi utilizzati;
  • le misure dispensative adottate;
  • le forme di verifica e valutazione personalizzate.

Che differenza c’è tra PEI e PDP

Chi desidera diventare insegnante di sostegno deve conoscere le procedure necessarie per svolgere tale ruolo. Per questo motivo, è importante acquisire le differenze tra PEI e PDP.

Con la sigla PEI si indica il Piano Educativo Individualizzato. Il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020 ha ridefinito le modalità dell’assegnazione del sostegno. Inoltre, ha stabilito i criteri da adottare per la formulazione del PEI.

Il Piano Educativo Individualizzato affonda le proprie radici in alcuni ambiti:

  • la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
  • la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
  • la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
  • la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.

Il PEI, inoltre, serve per la programmazione scolastica dell’allievo con disabilità fisica, psichica o sensoriale. Il PDP, invece, è riservato a coloro che presentano dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e agli allievi con ADHD.

Infine, bisogna osservare un altro aspetto del piano di studi individualizzato. Infatti, nei PEI sono riportate anche:

  • le finalità didattiche ed educative;
  • gli itinerari di lavoro;
  • le tecnologie, i metodi e i sussidi utilizzati;
  • i criteri di valutazione;
  • le forme di integrazione tra scuola ed extrascuola.

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