Regali di fine anno scolastico: gesto di gratitudine o spesa inutile? Cosa dice la legge e cosa ne pensano insegnanti e famiglie

Rosalia Cimino

26 Maggio 2025

Maestra che riceve un regalo dai suoi alunni

Regali di fine anno scolastico: gesto di gratitudine o spesa inutile? Cosa dice la legge e cosa ne pensano insegnanti e famiglie

Quiz GPS

Con l’arrivo della fine dell’anno scolastico, torna puntuale il dibattito sui regali agli insegnanti: un gesto sentito da molti, ma che per altri rappresenta un’ulteriore pressione economica e sociale. 

Le famiglie si dividono tra chi desidera ringraziare le maestre con un dono e chi considera questa consuetudine un’imposizione fuori luogo. 

Intanto, anche la normativa vigente pone limiti chiari sui regali ai dipendenti pubblici. In questo scenario, il confronto si infiamma tra esigenze pratiche, sensibilità personali e rispetto delle regole.

Guarda il video

Regali alle maestre: tra riconoscenza e malumori

Negli ultimi anni, i social network sono diventati un termometro del malcontento di molte famiglie. 

C’è chi racconta esperienze di spese multiple per ogni figlio – tra regali natalizi, di fine anno e cene offerte al personale docente – e chi, esasperato, chiede una “moratoria” sulla pratica. 

Alcuni gruppi classe hanno deciso collettivamente di rinunciare ai regali, preferendo un ringraziamento collettivo o simbolico. Altri genitori, invece, vedono il dono come un doveroso segno di apprezzamento verso chi ha accompagnato la crescita dei propri figli. 

In mezzo, si colloca una realtà più sfumata, dove spesso la questione si trasforma in fonte di tensione: difficoltà nel mettersi d’accordo, malumori sulla cifra da spendere o sul tipo di oggetto da acquistare, e il rischio che qualcuno si senta escluso o forzato a partecipare.

Il punto di vista degli insegnanti

Dal canto loro, molti insegnanti esprimono chiaramente la preferenza per regali semplici e sinceri, come una lettera scritta a mano o un piccolo ricordo dell’anno trascorso insieme. 

Insegnanti con decenni di carriera alle spalle raccontano di avere ormai case piene di oggetti inutili o doppi, e ribadiscono che il valore emotivo di un ringraziamento sentito supera di gran lunga quello economico di un dono materiale.

Cosa dice la Legge

Sul piano normativo, il riferimento è il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. 62/2013), che vieta agli insegnanti – in quanto dipendenti pubblici – di accettare regali superiori ai 150 euro, salvo che si tratti di doni di “modico valore” e offerti occasionalmente. 

Anche nel caso di piccoli regali, tuttavia, il gesto deve rimanere libero da ogni forma di condizionamento o aspettativa, evitando in ogni caso derive che potrebbero configurare una violazione etica o disciplinare.

Dunque, il confine tra gesto affettuoso e obbligo sociale è sottile. Mentre alcune famiglie rivendicano il diritto di scegliere se e come ringraziare gli insegnanti, molti docenti richiamano l’attenzione sull’importanza del rispetto quotidiano, valore ben più significativo di qualsiasi regalo. 

In un contesto sempre più attento alla trasparenza e all’etica, forse è il momento di ripensare questa tradizione, dando spazio a forme di riconoscimento autentiche e inclusive.