Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato importanti novità per quanto concerne la scuola secondaria di II grado. In particolare, la sua attenzione si è concentrata su quella che è la riforma degli istituti tecnici e professionali.
Questi ultimi si contraddistinguono per il loro modello didattico. Lo stesso è volto a dare agli studenti gli elementi basilari per muoversi con sicurezza nel mondo del lavoro.
Infatti, entrambi gli istituti rappresentano un’ottima opportunità per apprendere i dettagli dei diversi settori produttivi dell’Italia.
Da qui, secondo il Ministro, la necessità di modificare alcune caratteristiche che li contraddistinguono. La decisione scaturisce dai dati Invalsi che sottolineano come ci sia un divario importante tra il Nord e il Sud del Paese.
Cos’è la riforma degli istituti tecnici e professionali
La prima cosa da comprendere è in che cosa consista la riforma degli istituti tecnici e professionali. In tal modo si potranno assimilare le nuove opportunità non solo per gli alunni, ma anche per gli aspiranti docenti.
Tra le proposte da attuare da parte del governo, per esempio, c’è quella che è stata definita come Agenda Sud. Si tratta di un esperimento nell’ambito della scuola e che andrà a coinvolgere ben 240 istituti inseriti nel territorio del Mezzogiorno.
Le scuole in questione sono state scelte secondo criteri ben precisi. I fattori comuni, infatti, sono la dispersione scolastica, l’assenteismo, gli esiti delle prove nazionali e il contesto socio-economico di appartenenza.
Al medesimo tempo, il Ministro Valditara ha annunciato anche una riforma relativa agli istituti tecnici e professionali. Tale progetto dovrebbe essere messo in atto per l’anno scolastico 2023/2024.
Lo scopo dichiarato è quello di costruire una solida collaborazione tra l’istruzione tecnica e professionale e il mondo degli ITS. Infatti, si parla di una sperimentazione che vedrà l’attuazione della formula 4+2.
In questo modo i giovani alunni potranno approfittare di una formazione specifica per l’ambito lavorativo. Ci si aspetta, dunque, che una siffatta preparazione metta in atto anche nuovi professionisti nell’ambito dell’insegnamento.