Cosenza: ritrovata sana e salva la neonata rapita dalla Clinica Sacro Cuore

Manine di una neonata

Ieri, 21 gennaio 2025, a Cosenza si è verificato un terribile evento che ha tenuto l’intera comunità col fiato sospeso: una neonata di appena un giorno è stata sottratta dalla clinica Sacro Cuore da una donna che si è finta un’operatrice sanitaria. 

Fortunatamente, grazie alla rapida e precisa azione delle forze dell’ordine, la bambina è stata ritrovata sana e salva poche ore dopo nell’abitazione dei sequestratori. 

Questo episodio non solo evidenzia falle nella sicurezza delle strutture sanitarie, ma apre anche una riflessione più ampia sulla necessità di prevenire atti dettati da condizioni di disagio psicologico e sociale.

Il rapimento e il ritrovamento

Nel tardo pomeriggio del 21 gennaio, una donna di 51 anni, residente a Castrolibero, si è introdotta nella clinica Sacro Cuore di Cosenza, fingendosi una puericultrice

Con il volto parzialmente coperto da una mascherina e i capelli raccolti in treccine, ha informato la madre della neonata della necessità di portare la bambina dal pediatra dell’ospedale. 

Una volta presa in braccio la piccola, la donna si è allontanata rapidamente dalla struttura, dove l’attendeva il marito, un uomo di 43 anni di origine senegalese. 

Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la coppia mentre cercava di sistemare la neonata in un seggiolino per auto, senza successo, decidendo infine di trasportarla in braccio fino al veicolo.

L’allarme è stato lanciato immediatamente, e la Squadra Mobile di Cosenza ha avviato le indagini, analizzando le immagini delle telecamere della clinica e di altre zone strategiche della città. 

Grazie a queste informazioni, gli agenti sono riusciti a individuare l’abitazione dei sospetti a Castrolibero, dove hanno trovato la neonata, fortunatamente in buone condizioni di salute. La coppia è stata arrestata con l’accusa di sequestro di persona.

Le implicazioni del rapimento

Secondo le indagini preliminari, la donna aveva simulato una gravidanza per nove mesi, arrivando persino a pubblicare sui social media, una settimana prima del rapimento, l’annuncio della nascita di un figlio maschio. 

Questo spiega perché la neonata sia stata trovata vestita con abiti maschili al momento del ritrovamento. La coppia aveva informato amici e parenti dell’imminente arrivo di un bambino, e al momento dell’intervento delle forze dell’ordine, stavano festeggiando la “nascita” con i familiari, ignari della realtà dei fatti.

Questo episodio mette in luce la necessità di rafforzare le misure di sicurezza all’interno delle strutture sanitarie, per prevenire simili incidenti in futuro. 

Inoltre, l’accaduto evidenzia l’importanza di un supporto psicologico adeguato per le persone che affrontano situazioni di disagio emotivo o psichico, al fine di prevenire comportamenti estremi dettati da condizioni mentali instabili.

Educare alla prevenzione e al benessere nelle scuole

L’episodio di Cosenza evidenzia la necessità di educare le nuove generazioni su temi fondamentali come la salute mentale, il rispetto delle regole e l’empatia verso gli altri. 

La scuola, in quanto luogo di formazione e crescita, può giocare un ruolo cruciale nella prevenzione di comportamenti devianti attraverso percorsi di sensibilizzazione e supporto psicologico. 

Inserire programmi educativi che affrontino il disagio emotivo, le dinamiche familiari e il rispetto per la legalità potrebbe aiutare a creare una società più attenta e consapevole. 

Questo caso, pur appartenendo al contesto sanitario, invita le istituzioni scolastiche a promuovere una cultura del dialogo e del benessere, affinché simili drammi possano essere prevenuti attraverso l’educazione e il sostegno precoce.

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