Il vincolo triennale per i docenti è oggetto di un acceso dibattito non solo tra gli insegnanti, ma anche tra i sindacati; questi ultimi, ormai da parecchio tempo, si battono affinché questo vincolo venga eliminato e si permetta agli insegnanti di svolgere il proprio lavoro in modo più sereno e flessibile.
Peccato, però, che la strada sembri ancora parecchio lunga e non priva di ostacoli.
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SOMMARIO
ToggleCos’è il vincolo triennale per i docenti?
Così come suggerito dalla stessa dicitura, il vincolo triennale è una limitazione imposta a determinate categorie di docenti che, appunto, per 3 anni non possono chiedere il trasferimento presso altra sede o istituto.
Nello specifico, si tratta dei primi 3 anni successivi:
- all’immissione in ruolo a tempo indeterminato;
- all’immissione in ruolo tramite GPS sostegno;
- alla richiesta di trasferimento in altra sede o altro istituto.
Si tratta di una restrizione altamente limitante, che costringe inevitabilmente gli insegnanti a rimanere nella stessa sede di assegnazione per un tempo relativamente lungo.
Esistono ovviamente delle eccezioni, come il ricongiungimento familiare, ma i requisiti richiesti sono talmente specifici da scartare a priori un gran numero di docenti.
Quali categorie di docenti interessa maggiormente?
Il vincolo triennale interessa prevalentemente, come accennato, i docenti immessi in ruolo a tempo indeterminato, gli insegnanti di sostegno immessi da GPS (che sono vincolati già a partire dall’anno di prova e formazione) e gli insegnanti che hanno già richiesto il trasferimento presso altra sede o istituto.
Il punto su cui si battono principalmente i sindacati riguarda quelle categorie di docenti che, non rientrando tra le eccezioni previste, non possono usufruire della mobilità anche a fronte di esigenze comprovate: si pensi, per esempio, a chi ha figli minorenni (quindi con un’età inferiore ai 18 anni) o a chi deve necessariamente prendersi cura di un parente gravemente malato e/o disabile.
L’obiettivo dei sindacati è, quindi, di trovare quanto prima un punto di incontro per rivedere il CCNL Scuola e, nei limiti del possibile, implementare nuove deroghe o rivedere quelle esistenti per far sì che un numero più corposo di docenti possa usufruire della mobilità.
Il vincolo triennale è una limitazione imposta a determinate categorie di docenti che, appunto, per 3 anni non possono chiedere il trasferimento presso altra sede o istituto.
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Per quali motivi è stata chiesta l’abolizione dai sindacati?
I sindacati si battono fortemente a favore dell’abolizione del vincolo triennale perché, in primo luogo, impedisce agli insegnanti di svolgere il proprio lavoro in totale serenità.
Una volta immessi in ruolo, infatti, molti di essi devono prendere coscienza del fatto che per i 3 anni successivi saranno costretti a rimanere nella sede di destinazione, a prescindere dalle vicissitudini e/o dagli impedimenti che possono normalmente insorgere nella vita.
Ma non solo, perché in un’ottica di dimensionamento (sempre più diffuso in Italia per via della denatalità) e, quindi, di un accorpamento scolastico ormai frequente, gli insegnanti si ritrovano spesso a dover prendere servizio presso scuole o istituti a loro non congeniali, soprattutto dal punto di vista degli spostamenti.
In poche parole, per i sindacati sarebbe opportuno abolire il vincolo triennale per consentire ai docenti una maggiore mobilità con un’ottica di tutela alla loro professione e, in particolare, alle loro possibilità di carriera.
A che punto sono le trattative?
Nonostante i continui solleciti da parte dei sindacati, poco è cambiato nel corso degli anni per quanto riguarda la mobilità dei docenti. In ogni caso, sono stati compiuti alcuni passi avanti, che possono essere riassunti nei seguenti punti:
- vincoli per i trasferimenti, rimasti pressoché invariati. I docenti immessi in ruolo devono, quindi, rimanere nella stessa scuola e nella stessa classe di concorso per almeno 3 anni, periodo di prova incluso. Per i docenti non abilitati assunti da concorso PNRR, a questi 3 anni si aggiunge tra l’altro anche il periodo necessario per conseguire, appunto, l’abilitazione. Inoltre, il vincolo triennale è previsto anche per coloro che ottengono il trasferimento con preferenza puntuale con, tuttavia, maggiori eccezioni per chi può usufruire di precedenze (legate prevalentemente a motivi familiari);
- deroghe, al momento concesse ai docenti genitori con figli minori di 12 anni o che devono assistere persone con disabilità. In questo caso, i sindacati stanno cercando di estendere la deroga anche ai docenti con figli minorenni e, quindi, con un’età inferiori ai 18 anni (e non 12) e a chi ha un genitore over 65;
- immissione in ruolo su sostegno senza abilitazione, che prevederebbe il passaggio di ruolo (per esempio, dalla scuola primaria alla scuola superiore) per chi è in possesso della sola specializzazione su sostegno. Si tratterebbe di una novità assoluta, accompagnata anche dall’idea di dare precedenza ai docenti che devono assistere un genitore con disabilità;
- vincolo quinquennale, previsto per assunti da GPS sostegno, per il quale i sindacati chiedono il conteggio dell’anno di supplenza. In sostanza, si chiede di considerare l’anno di assunzione con supplenza volta al ruolo per tutti i docenti assunti da GPS sostegno ai fini del conteggio del quinquennio;
- valutazione dei titoli, con criteri più specifici e dettagliati per la valutazione dell’anzianità. Nello specifico, i sindacati chiedono che vengano unificate le tabelle di valutazione dato che, attualmente, esistono grosse differenze tra mobilità volontaria e mobilità d’ufficio. Per fare un esempio: nel trasferimento d’ufficio, il pre-ruolo ha un valore inferiore rispetto al ruolo, mentre nella mobilità volontaria il servizio ha lo stesso identico valore, a prescindere se si tratti di ruolo o pre-ruolo. Unificando le tabelle, quindi, si avrebbe una maggiore chiarezza;
- punteggio aggiuntivo per tutor e orientatori, nello specifico 6 punti per chi ha completato la formazione e da 6 a 10 punti per chi ha prestato servizio in scuole o istituti a forte rischio di abbandono scolastico.
Quali sono le deroghe attuali previste?
Il vincolo triennale coinvolge un gran numero di docenti e si pone come un ostacolo alle loro possibilità di carriera. Per fortuna, esistono delle deroghe che possono essere applicate nei seguenti casi:
- insegnanti con figli con età inferiore ai 12 anni, che possono richiedere la procedura di mobilità per ricongiungimento familiare;
- insegnanti che, in qualità di caregiver, devono assistere persone con disabilità grave, che possono usufruire della procedura di mobilità per ricongiungimento familiare;
- insegnanti con disabilità accompagnata da invalidità civile superiore ai ⅔ o con minorazione, che possono aderire alle procedure di mobilità.