Previsto dal PNRR e approvato nell’ultima legge di bilancio, il nuovo dimensionamento delle scuole comporterà anche l’accorpamento di uno o più istituzioni scolastiche, con inevitabili ripercussioni su dirigenti scolastici, segreterie, personale in generale e studenti.
Vediamo nel dettaglio cosa si intende per accorpamento delle scuole, in che modo avviene e cosa cambia per docenti e personale ATA.
SOMMARIO
ToggleCos’è l’accorpamento delle scuole?
L’accorpamento delle scuole consiste nell’unione di più istituzioni scolastiche, che si “fondono” tra loro dando vita a una nuova realtà. Solitamente avviene quando le iscrizioni non sono particolarmente numerose, quindi si cerca di ottimizzare le risorse (sia umane, sia ambientali) e di concentrarle in un unico luogo fisico.
Tra le conseguenze dell’accorpamento c’è il problema dei dirigenti scolastici soprannumerari, che si presenta quando due istituti vengono uniti: in questo caso uno dei due presidi deve essere riassegnato a un’altra scuola, perché il nuovo istituto scolastico, frutto della fusione, potrà averne solo uno.
Un altro effetto di questo processo di accorpamento è che si ottiene un’unica graduatoria interna di istituto, con ripercussioni sui i docenti titolari nelle scuole accorpate e per i docenti titolari nella scuola di destinazione.
Con l’accorpamento, infatti, si ha un ampliamento dell’organico dell’istituto e un aumento sia delle cattedre complessive, sia del numero dei docenti.
Questi ultimi devono, quindi, rivolgersi a un nuovo dirigente scolastico e a una segreteria diversa dalla precedente che, di solito, si trova in un Comune diverso.
Chiudere un’istituzione scolastica ha, ovviamente, ulteriori conseguenze: il personale di segreteria, nel migliore dei casi, deve cambiare sede di servizio trasferendosi nella segreteria dell’istituzione sopravvissuta al dimensionamento, mentre nella peggiore delle ipotesi può perdere il posto ed essere costretto a cercare sede altrove.
I docenti, invece, rientrano in una nuova graduatoria, molto più ampia, che non fa alcun riferimento alla titolarità precedente.
Insomma, si tratta di cambiamenti drastici e abbastanza complessi che possono creare confusione se non compresi e analizzati attentamente sotto tutti i loro possibili aspetti.
Qual è la differenza tra accorpamento e dimensionamento?
I termini “dimensionamento” e “accorpamento” vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma indicano concetti e procedure diverse.
Innanzi tutto il dimensionamento scolastico, approvato con l’ultima legge di bilancio, consiste nella riorganizzazione della rete scolastica tramite la graduale soppressione di istituzioni scolastiche, con un effetto a catena su direzioni e segreterie.
Tra le conseguenze del dimensionamento rientra l’accorpamento delle scuole, cioè l’unione di più istituzioni scolastiche tra loro, che perdono la propria istituzione di riferimento.
In sostanza l’accorpamento delle scuole è una soluzione che si presenta come conseguenza del processo di dimensionamento scolastico.
Quali sono le possibili operazioni in caso di dimensionamento scolastico?
Quando attuato, il dimensionamento scolastico può prevedere diverse operazioni. Le principali sono:
- unificare le scuole di I e II grado;
- dimensionare i circoli didattici e/o gli istituti comprensivi per quanto riguarda l’organico;
- dimensionare gli istituti nella scuola secondaria di I e II grado;
- far confluire succursali e/o corsi presso altre istituzioni scolastiche;
- sopprimere alcuni istituti, il che comporta la perdita del posto dei docenti titolari; tuttavia, questi ultimi possono usufruire delle precedenze (comma 1, punti II) e V) dell’art. 13 del CCNL scuola) a partire dall’anno successivo e in una scuola del comune di loro scelta.
I termini “dimensionamento” e “accorpamento” vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma indicano concetti e procedure diverse.
Perché avviene l’accorpamento delle scuole?
Il dimensionamento scolastico e il successivo accorpamento delle scuole avvengono, di solito, per razionalizzare e ottimizzare al meglio risorse disponibili e servizi erogati.
Generalmente è il numero degli studenti a determinare la soppressione o meno di alcuni istituti, perché è proprio questo che incide direttamente sul numero sia delle classi da formare, sia dei docenti.
Attualmente, il motivo principale risiede nella denatalità in Italia, che causerà sempre più a lungo andare un calo delle iscrizioni scolastiche nel prossimo in futuro.
Come funziona l’accorpamento delle scuole?
Dando un’occhiata al testo approvato dal governo Meloni nella legge di bilancio 2023, si legge che il numero di alunni assegnati a ciascun istituto verrà aumentato da 600 a 900; ciò significa che verranno realizzati, inevitabilmente, accorpamenti delle scuole.
Il dimensionamento e l’accorpamento scolastico si verificano annualmente, prima di aver stimato quanto personale organico serva per l’anno scolastico successivo; se l’istituzione scolastica non raggiunge il livello minimo di iscrizioni richieste, non viene eletto alcun DS e la scuola viene affidata in reggenza a un altro dirigente scolastico già a capo di un istituto.
Il Piano di dimensionamento, inoltre, prevede due tipi di razionalizzazione per tutte le scuole che non raggiungono i criteri previsti:
- razionalizzazione orizzontale: prevede l’istituzione di comprensori scolastici comprendenti più scuole dello stesso livello, con a capo un unico dirigente e con un numero di alunni compreso tra 500 e 900;
- razionalizzazione verticale: comporta l’istituzione di comprensori scolastici di livello integrato, come istituti comprensivi (elementari, medie e, volendo, scuole dell’infanzia) e istituti omnicomprensivi (elementari, medie e superiori).
Con l’accorpamento di più sedi scolastiche, il DS diventa un puro amministratore e deve farsi carico di tutti i problemi finanziari del caso.
Cosa cambia per i docenti?
Per capire cosa succede ai docenti quando avviene l’accorpamento delle scuole si può fare riferimento al Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, nello specifico alla parte relativa alla mobilità del personale docente, educativo e ATA.
Al suo interno è ben indicato che, a seguito dell’unificazione di più scuole, i docenti titolari degli istituti che confluiscono in una nuova scuola entrano automaticamente a far parte di un’unica graduatoria interna di istituto. Quest’ultima è distinta per tipologia, in modo da identificare i perdenti posto (se ci sono).
Non solo, perché si indica anche che i docenti titolari di scuole soppresse e/o confluite in nuovi istituti possono scegliere di acquisire la titolarità nella nuova scuola di provenienza.
È bene sottolineare che si parla di possibilità e non di obbligo, di conseguenza, in caso di accorpamento, i docenti possono:
- decidere di restare nelle scuole assegnate, scegliendo quindi l’opzione di confluenza che consente loro di acquisire la titolarità nel nuovo istituto e inserirsi nelle graduatorie interne;
- non aderire all’opzione di confluenza, rimanendo a far parte dell’organico di circolo e/o di istituto comprensivo di precedente titolarità, così da essere individuati come soprannumerari e poter usufruire della precedenza per rientrare in una delle scuole coinvolte nel dimensionamento (così come indicato nel punto II) dell’art. 13 del CCNL).
Cosa cambia per l’organico e il personale ATA?
Quando le operazioni di dimensionamento danno luogo a unificazioni di più scuole, il personale titolare di istituzioni e circoli coinvolti nello stesso dimensionamento confluisce – come già sottolineato – in un’unica graduatoria, con l’obiettivo di identificare i perdenti posto.
Questa graduatoria è stilata dai DS degli istituti interessati dal dimensionamento, pubblicata e inviata all’ATP di riferimento. Successivamente la procedura prosegue in questo modo:
- il personale interessato può presentare reclamo all’ATP entro 10 giorni dalla pubblicazione della graduatoria e l’ATP comunica, entro i 10 giorni successivi, l’esito dello stesso;
- l’ATP, prima delle operazioni di mobilità, facendo riferimento alla graduatoria interna, procede con l’assegnazione del personale alle istituzioni scolastiche che si sono formate a seguito del dimensionamento.
L’assegnazione del personale, nello specifico, avviene seguendo questi criteri:
- si riassegna il personale non perdente posto alle istituzioni scolastiche di titolarità nell’anno in corso;
- rispettando la graduatoria unica e i posti rimasti disponibili, si assegna a domanda il personale non perdente posto nell’istituto nel quale è confluita la precedente sede di servizio;
- si assegna la titolarità al restante personale non perdente posto tenendo conto delle preferenze espresse e rispettando la graduatoria unica, in base ai posti rimasti disponibili nelle istituzioni scolastiche che si sono formate a seguito del dimensionamento.