A gennaio 2025 partiranno i Corsi Indire per la Specializzazione sul Sostegno, riservati a docenti che hanno già alle spalle 3 anni di servizio.
L’iniziativa del MIM, che è un’alternativa differente dal TFA Sostegno, risponde a una duplice esigenza: da un lato punto a rispondere alla crescente domanda di insegnanti di sostegno nelle scuole italiane, dall’altro cerca di andare incontro alla necessità di formare e abilitare tantissimi docenti non specializzati, che attualmente occupano cattedre riservate per alunni con disabilità.
I nuovi Corsi Indire per il sostegno però hanno scontentato molti, cerchiamo di capire il perché.
I motivi della polemica sui Corsi Indire per il Sostegno e le principali critiche
Le novità principale introdotta dai Corsi Indire per il Sostegno è quella di offrire dei percorsi più brevi e mirati, che saranno anche più snelli rispetto al tradizionale TFA Sostegno.
Come stabilito dal MIM, grazie ai nuovi Corsi Indire saranno sufficienti 30 CFU invece dei consueti 60 CFU, una riduzione che tiene conto dell’esperienza già maturata dai docenti sul campo con almeno tre annualità di servizio.
Questa decisione, presa nell’ottica di velocizzare e semplificare il processo di abilitazione attuale, ha sollevato diverse perplessità e critiche tra chi ha seguito o sta seguendo il percorso TFA tradizionale, considerando la disparità di impegno richiesto per ottenere la medesima qualifica.
Chi si è già iscritto e si sta già impegnando in un percorso di formazione più lungo, di certo non ha gradito che cambino le regole per diventare insegnante di sostegno in corso d’opera, dando una grossa agevolazione a chi invece inizierà questo percorso a breve, a partire dal prossimo gennaio.
Altro motivo della polemica contro i nuovi Corsi Indire per il Sostegno è la loro modalità di erogazione, perché saranno online.
Chi ha sostenuto o sta tutt’ora affrontando il percorso classico del TFA, per ottenere l’abilitazione al sostengo, è contrariato anche per questo motivo, perché sostenere un corso online permette di avere un vantaggio in termini organizzativi non da poco.
Le ragioni del MIM ed entro quando vanno acquisiti i 30 CFU per il sostegno
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha sottolineato l’importanza strategica di questi corsi, evidenziando come il programma sia stato pensato per fornire competenze specifiche sulle diverse tipologie di disabilità, permettendo così interventi didattici più mirati ed efficaci.
Sebbene il decreto attuativo che definirà nel dettaglio tempistiche, contenuti e durata dei corsi non sia ancora stato emanato, è già stato stabilito che i 30 CFU dovranno essere conseguiti entro la fine del 2025.
Al termine del percorso formativo erogato da Indire, il MIM prevede poi di immettere in ruolo gradualmente i nuovi studenti specializzati, anche se ancora non si sa di preciso nulla sui tempi di attesa e quanti docenti potranno passare subito di ruolo dopo il corso.
L’idea dietro questo provvedimento è quella di rispondere nel più breve tempo possibile alle esigenze delle scuole pubbliche italiane e delle famiglie, dove la mancanza di docenti di sostegno è sempre più pressante.
Corsi Indire per il Sostegno: quando iniziano, modalità di svolgimento e requisiti
Come anticipato in precedenza, i nuovi percorsi formativi promossi da Indire si svolgeranno prevalentemente online, permettendo così a chi li frequenta di poter conciliare più facilmente studio, lavoro e impegni personali, un grosso vantaggio a discapito di chi segue il percorso tradizionale del TFA Sostegno.
L’attivazione dei corsi è attesa nelle prossime settimane, presumibilmente per gennaio 2025, mentre i requisiti per accedere sono già chiari: potranno partecipare i docenti che hanno maturato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque, nel medesimo ordine di istruzione per cui possiedono l’idoneità all’insegnamento.
 
					 
 
			

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

