Gli effetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti sul mondo scolastico saranno tutt’altro che trascurabili. Soprattutto per quanto concerne il futuro lavorativo di migliaia di aspiranti docenti.
Intanto, tuttavia, l’attenzione è tutta concentrata sul Concorso Straordinario ter 2023 annunciato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Secondo quanto annunciato dal Ministro Giuseppe Valditara, il bando dovrebbe essere pubblicato prima dell’estate. E si rivolgerà a quei docenti che hanno accumulato 36 mesi di servizio o che hanno conseguito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022.
Tutti argomenti di grande interesse ed attualità nell’ambito delle nuove assunzioni docenti 2023 e sui quali nei giorni scorsi si è soffermata Patrizia Giovannini, responsabile nazionale dei precari della Gilda-Unams.
SOMMARIO
ToggleNuove assunzioni docenti 2023: il Concorso straordinario ter
A proposito del Concorso straordinario ter annunciato dal MIM, Giovannini ha commentato: “Siamo di fronte ad un’iniziativa che va ad affiancare le misure previste dal PNRR. In ogni caso, qualsiasi forma di reclutamento costituisce un passo avanti positivo per noi. Tuttavia, 35.000 assunzioni risultano ancora insufficienti per far fronte alle necessità, soprattutto nel settore del sostegno agli studenti con disabilità”.
L’esponente della Gilda-Unams ha, inoltre, richiamato l’attenzione sull’impatto dei pensionamenti e della diminuzione delle nascite. “Sarebbe stato auspicabile – ha lamentato – ottenere dal Ministero dei dati più precisi. Come ad esempio il numero di posti vacanti in seguito ai pensionamenti e alle iscrizioni, nonché il calo delle classi a livello nazionale”.
La stessa ha, quindi, aggiunto: “Sia il concorso ordinario che straordinario del 2020 non sono ancora stati conclusi. In particolare, il concorso straordinario bis doveva supplire all’edizione straordinaria del 2020, che non era stata ancora completata. Tuttavia, con questo nuovo concorso straordinario si sono assorbiti i posti che inizialmente erano stati previsti per il concorso precedente”.
Il disappunto della Giovannini (Gilda-Unams)
“La cosa più assurda – ha incalzato Giovannini – è che l’obiettivo era concludere il Concorso straordinario bis entro agosto. In realtà, però, solo un terzo dei docenti è stato assunto a settembre. Mentre il resto è stato reclutato tra dicembre e gennaio, mettendo a rischio il rispetto dei 120 giorni utili per l’anno di prova”.
La responsabile nazionale dei precari della Gilda-Unams ha anche riferito di aver presentato numerose richieste al Ministero per risolvere questa situazione. Per poi denunciare: “Molti insegnanti hanno lasciato la loro classe per accettare incarichi a tempo determinato in altre regioni. Con tutte le conseguenze negative sulla continuità didattica e sugli studenti coinvolti. Pertanto, mi chiedo: come possiamo pensare di organizzare un nuovo concorso in queste circostanze?”.
Ma, soprattutto, la stessa ha ribadito: “Abbiamo concorsi ancora in sospeso, due edizioni straordinarie che non hanno ancora prodotto risultati concreti. Un concorso in questo momento potrebbe essere risolutivo solo se il Ministero fosse in grado di condurre un’indagine accurata per determinare quali classi di concorso nelle Graduatorie ad esaurimento (GaE) e nelle Graduatorie di Merito (GM) sono effettivamente esauste”.
Parlando delle nuove assunzioni docenti 2023, Giovannini ha proposto: “Ci sono già le graduatorie a disposizione: dovremmo procedere con quelle e assumere per l’anno corrente anche da quelle relative al posto comune, non solo per le posizioni di sostegno”.
Concorso straordinario ter 2023: assunzioni a settembre?
Sebbene il Ministro Valditara abbia affermato che l’obiettivo è quello di procedere con le immissioni in ruolo dei vincitori del Concorso straordinario ter già a settembre, l’esponente della Gilda-Unams è di tutt’altra opinione.
“Non ci sarà alcuna immissione in ruolo prima dell’inizio del nuovo anno scolastico – – ha detto – Del resto, non sono riusciti a farlo neanche con il concorso straordinario bis che è stato organizzato in fretta e furia”.
Sulle problematiche legate alle commissioni, la stessa ha, invece, chiarito: “I candidati hanno versato una somma di 128 euro come tassa d’iscrizione. Tali fondi sarebbero dovuti servire a coprire le spese delle commissioni che, in tal modo, non avrebbero dovuto dimettersi”.
E ancora: “È importante sottolineare che se i concorsi non funzionano come dovrebbero, la causa risiede nel fatto che le commissioni non possono svolgere in modo efficace il compito di selezione. Poiché non sono state retribuite e i docenti che ne fanno parte non sono stati esentati dal servizio. Di conseguenza, molti membri delle commissioni si dimettono durante il processo di selezione”.
La Giovannini ha, quindi, commentato: “È proprio questo il motivo per cui i concorsi si protraggono così a lungo. Il concorso ordinario del 2020 sta per concludersi, forse quest’anno, dopo tre anni dalla sua emanazione e dopo tutti gli errori riscontrati nei questionari delle prove scritte”.
Nuove assunzioni docenti 2023: abolizione test a risposta multipla
In merito all’introduzione dei test a risposta aperta, Giovannini (Gilda-Unams) ha commentato: “Dopo il fallimento dei test a risposta multipla, non poteva essere altrimenti. In tutte le classi di concorso sono emerse problematiche a causa di tali test. Tuttavia, è possibile trarre spunti sulla competenza degli esaminatori da tali esperienze”.
“Con le risposte aperte – ha aggiunto – la valutazione diventerebbe discrezionale. Pertanto, ribadisco che le commissioni devono essere composte da docenti qualificati, selezionati, retribuiti e con un’esenzione dal servizio. Senza un controllo adeguato sulle commissioni e sul loro lavoro, i concorsi non possono funzionare correttamente”.
La proposta? “Un concorso – ha suggerito – dovrebbe essere attentamente monitorato dall’alto. In caso contrario, sarebbe meglio non organizzarli affatto. Spero vivamente che il Ministro sia consapevole di questa situazione e che ascolti le organizzazioni sindacali. Come Gilda, abbiamo già anticipato lo scenario che si è poi concretizzato con i concorsi, sia ordinari che straordinari”.
Il Sostegno ed i posti in deroga
La Giovannini si è soffermata anche sulla carenza strutturale di insegnanti di sostegno.
“Attualmente – ha chiosato – due terzi dei posti nel sostegno sono coperti da deroga. Gli studenti con disabilità hanno bisogno di continuità, ancor più degli altri. È giusto continuare ad assumere insegnanti dalle prime fasce delle GPS, soprattutto considerando che questi docenti specializzati hanno già superato una selezione attraverso il TFA”.
“Abbiamo anche pensato a una possibile apertura generale del TFA – ha concluso – ma se ciò non fosse fattibile per le università, almeno si potrebbe cercare di aumentare il numero dei posti disponibili e rendere le selezioni di ingresso più accessibili. In tal modo, sarebbe possibile integrare nel ruolo un maggior numero di insegnanti specializzati”.