Nel mondo dell’insegnamento, come in tutti gli altri settori lavorativi, ci sono alcune aree che richiedono un particolare tipo di specializzazione. É il caso dell’insegnante di sostegno al quale vengono, infatti, richieste alcune competenze specifiche.
L’insegnante di sostegno è una figura essenziale nel contesto scolastico.
Si tratta dell’emblema della didattica dell’inclusione. La prova vivente che mette l’istruzione alla portata di tutti.
L’insegnante di sostegno è stato introdotto in Italia dalla Legge n. 517 del 4 agosto 1977 e, come è spiegato nella norma, il suo compito è quello di agevolare il diritto all’istruzione per tutti.
Il compito della scuola è quello di fare in modo che ogni singolo alunno possa esprimere al meglio le proprie capacità. Perciò, c’è la necessità di dedicare maggiori attenzioni agli studenti che abbiano difficoltà fisiche o psichiche.
E per questo c’è bisogno di una figura che sia in possesso di determinati titoli di specializzazione.
SOMMARIO
ToggleIl Tirocinio Formativo Attivo Sostegno
Per poter ricoprire questa posizione è necessario frequentare un particolare percorso formativo. Si tratta del Tirocinio Formativo Attivo Sostegno noto anche con il nome di TFA Sostegno.
La prassi ufficiale è quella di svolgere e superare il corso di specializzazione per le attività di sostegno. Tuttavia, quest’ultimo ha subito alcune modifiche.
In ben due direttive uscite recentemente, il Decreto-Legge n. 36 del 30 aprile 2022 e la Legge n. 79 del 29 giugno 2022, si parla di una fase transitoria del TFA Sostegno che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2024.
La fase transitoria
In tali condizioni, potranno accedere al TFA Sostegno alcuni specifici candidati che negli ultimi 5 anni hanno svolto almeno 3 anni di servizio sul sostegno nelle scuole statali.
Per gli altri è necessario affrontare le prove che anticipano il percorso del TFA. Per iniziare ci sono tre prove: preselettivo, scritto e orale.
Dopo averli superati si potrà accedere al percorso del Tirocinio Formativo Attivo Sostegno vero e proprio. Il periodo in questione ha una durata di otto mesi e, oltre alle lezioni, bisognerà svolgere anche laboratori e ore di tirocinio diretto o indiretto. Infine, ci sarà da affrontare la prova finale.
Prova finale TFA Sostegno
Si tratta di un test necessario a provare l’acquisizione delle competenze in questione.
Dopo questo percorso si potrà ottenere la tanto attesa abilitazione sul sostegno. Inoltre, si può aspirare all’ottenimento della cattedra a tempo indeterminato. Il tutto, naturalmente, partecipando e vincendo il concorso nazionale sul sostegno che si svolge su base regionale.
La nuova riforma di reclutamento insegnante di sostegno
La nuova riforma, invece, prevede un concorso per assegnare i posti di sostegno dei diversi ordini e gradi di scuola rimasti liberi, esclusivamente in caso di esaurimento di tutte le altre graduatorie utili per le assunzioni a tempo indeterminato.
Si tratterà di un concorso nazionale articolato su base regionale e potranno partecipare tutti i docenti in possesso della specializzazione sul relativo grado.
Per quanto riguarda la scuola secondaria questa procedura potrà essere in funzione fino al 2025.
Coloro i quali hanno conseguito il titolo all’estero potranno partecipare se il titolo ha già ottenuto riconoscimento, mentre è prevista la possibilità di partecipare con riserva, se il titolo è in attesa di riconoscimento.
Rimaniamo in attesa di un apposito decreto da parte del Ministero che sarà portato a definire il bando e i tempi per poter presentare l’istanza. Sarà possibile fare domanda soltanto per una regione, ma per tutti i posti per cui si ha titolo. La graduatoria sarà aggiornata ogni due anni.
Tutti coloro i quali parteciperanno saranno inseriti in una graduatoria regionale per titoli. La valutazione dei titoli fa riferimento alla tabella A/7 allegata all’ordinanza Ministeriale 112 del 2022.
Anno di formazione e prova
I docenti che si collocheranno in posizione utile saranno individuati e assegnati ad una scuola dove otterranno un contratto di supplenza annuale.
Questi docenti svolgeranno il percorso di formazione e prova con test finale previsto dal decreto ministeriale 226/2022. I soggetti che supereranno positivamente il percorso saranno ammessi alla prova disciplinare di idoneità con una commissione esterna.
Coloro i quali supereranno l’anno di formazione e prova e la prova disciplinare saranno assunti a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre dell’anno scolastico successivo a quello dell’incarico a tempo determinato e saranno confermati in ruolo nella stessa scuola in cui hanno prestato servizio.
Chi non supera il percorso di formazione e il periodo annuale di prova può ripeterlo una volta sola secondo le modalità previste dall’articolo 14, comma 3 e seguenti, del DM 226 del 2022.
L’anno di prova può essere rinviato a causa di giustificati motivi. Manterrà il contratto a tempo determinato nell’istituzione scolastica in cui ha svolto l’incarico e reitera il percorso.
Chi non supera la prova disciplinare decade dalla procedura e non trasforma il contratto a tempo indeterminato.
In tal caso si viene depennati dalla graduatoria e non vi si potrà più accedere neanche in regione diversa. Il servizio prestato viene valutato come incarico a tempo determinato.
Prova disciplinare
La prova disciplinare consiste in un colloquio di idoneità volto a verificare il possesso e corretto esercizio in relazione all’esperienza maturata dal docente e validata dal positivo superamento del percorso di formazione e periodo annuale di prova, delle conoscenze e competenze che portano alla progettazione di una progettazione educativa individualizzata.
Inoltre, viene verificata la capacità di elaborare una progettazione educativa rispettante dei ritmi e degli stili di apprendimento ed esigenze di ogni alunno.
Viene messa alla prova la capacità di elaborare, in collaborazione stretta con gli altri membri dei consiglio di classe, una serie di interventi volti a mescolare apprendimento e socializzazione e la piena valorizzazione delle capacità possedute dall’insegnante in formazione.
La prova tende a valutare anche la capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese almeno al livello B2 del quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.
Per quanto riguarda sedi e orario di svolgimento saranno gli Uffici Scolastici Regionali ad occuparsi di pubblicare un avviso relativo nei rispettivi albi e siti internet, almeno dieci giorni prima della data di svolgimento della prova.
Di cosa si occupa l’insegnante di sostegno
A questo punto sorge spontaneo chiedersi quali siano effettivamente i compiti che spettano all’insegnante di sostegno.
Infatti, le attività che gli competono non riguardano soltanto il singolo studente, ma tutta la classe nella quale è inserito.
A confermare ciò ci pensa la Nota MIUR n. 2215 del 26 novembre 2019, dove viene affermato che il docente di sostegno è contitolare per la classe, non è assegnato al singolo alunno.
Quindi, si tratta di una figura professionale che può dare il suo supporto non solo agli altri studenti, ma anche ai docenti suoi colleghi.
In questo modo si ha la possibilità di rendere operativa al 100% quella che viene definita come didattica dell’inclusione.
Quindi, l’insegnante di sostegno ha responsabilità sia per quanto riguarda l’insegnamento, sia per quanto riguarda l’educazione.
Ciò porta alla responsabilità di dover elaborare un progetto volto all’accrescimento delle competenze dell’alunno in oggetto.
Motivo per cui, l’insegnante di sostegno, all’inizio dell’anno scolastico è chiamato ad elaborare il Piano Educativo Individualizzato, meglio noto come PEI.
Si tratta di una configurazione degli obiettivi, i metodi e i criteri di valutazione che verranno adoperati.
Per questo motivo il docente in questione è chiamato ad aiutare lo studente sotto la sua supervisione nel raggiungimento dei suoi obiettivi e dei suoi sogni.
Il fine di ogni insegnante di sostegno è, quindi, che ogni studente abbia la possibilità di raggiungere un buon livello di istruzione.
Sia la comunità scolastica, sia i servizi locali devono fare in modo di garantire il diritto allo studio. L’integrazione scolastica necessita di tutto il supporto possibile.
Ed è in questo contesto che si inserisce l’insegnante di sostegno.
Le qualità dell’insegnante di sostegno
Visto l’ambito nel quale viene inserito, questo tipo di insegnante deve avere delle qualità specifiche. Motivo per cui è bene analizzare le competenze richieste.
Tra le abilità necessarie vi sono quelle didattico-pedagogiche e la sua capacità di programmare un Piano Educativo Individualizzato.
Inoltre, è necessario che egli possieda spiccate doti comunicative, dal momento che dovrà rapportarsi con lo studente assegnatogli.
E dovrà relazionarsi anche con la famiglia dello studente e con gli altri docenti. Solo lavorando con queste persone si possono raggiungere determinati risultati.
Il sostegno è, quindi, un grande lavoro di squadra che opera per ottenere lo stesso, essenziale, traguardo.
Per poter lavorare con profitto sarebbe giusto aggiornare di continuo la propria preparazione attraverso corsi formativi e di specializzazione.