Riforma classe di concorso A-26 e A-28

Riforma classe di concorso A-26 e A-28

Poter insegnare non sempre risulta essere semplice. Ci sono numerose difficoltà da affrontare. È normale, infatti, che il MIUR pretenda del personale preparato sotto ogni punto di vista. Ecco da cosa nasce la riforma della classe di concorso A-26 e A-28.

Queste ultime fanno riferimento agli insegnamenti di Matematica e Matematica e Scienze. Tale provvedimento cerca di sopperire a una grave mancanza del sistema scolastico italiano. Essa è rappresentata dalla carenza di docenti in materie STEM.

Infatti, coloro che si laureano in suddette materie spesso non sono molto interessati a operare come insegnanti. 

Secondo diverse figure ciò è dovuto anche al minore guadagno economico che si prospetta per loro nella scuola. Nelle aziende private i profitti sono decisamente più alti.

In tale situazione si introduce la riforma classe di concorso A-26 e A-28 di cui si ha intenzione di discutere. Ciò potrebbe aprire gli orizzonti dei soggetti interessati.

Analizzare con cura questa tematica, dunque, può essere proficuo per differenti motivi. A stabilire le nuove direttive, in ogni caso, è stato il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Il tutto è avvenuto ai sensi dell’articolo 18-bis, comma 6, del Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017, approvato nella seduta plenaria n. 92 del 04 agosto 2022 tenutasi in modalità telematica.

Classe di concorso. Cosa è

La prima cosa da fare è sviscerare la classe di concorso. Essa è strettamente collegata al titolo di studio di cui si è in possesso. 

Bisogna comprendere che non è affatto possibile prendere una laurea in una materia STEM e aspettarsi di poter insegnare in area umanistica.

Ciò è dovuto al fatto che nel proprio piano di studi devono esserci dei precisi crediti formativi. Proprio la presenza o l’assenza di questi ultimi consente la possibilità di insegnare una disciplina o un’altra.

Di conseguenza, anche materie tra loro affini potrebbero negare l’opportunità di lavorare in una determinata cattedra. Per fare un esempio, si possono prendere come punti di riferimento le lauree in Filologia Moderna e Scienze Filosofiche.

Anche se hanno tra loro alcuni esami in comune, esse sono molto differenti come studi da affrontare. Per tale ragione, la prima conduce alla classe di concorso A-22, ovvero Italiano, Storia, Geografia nella scuola secondaria di I grado.

La seconda, invece, permette di insegnare la A-19, ovvero Filosofia e Storia nella scuola secondaria di II grado.

La classe di concorso, inoltre, si distingue per alcune caratteristiche precise:

  • il codice;
  • la denominazione;
  • il titolo di accesso;
  • l’indirizzo di studio.

Tutto ciò consente al candidato di meglio comprendere come muoversi. Infatti, ci sono anche diverse scelte per allargare la propria platea di opportunità di insegnamento. Di questo, però, se ne parlerà in seguito.

Settori Scientifico Disciplinari

Per poter sviscerare la tematica sulla riforma della classe di concorso A-26 e A-28 si deve affrontare un altro passaggio. In dettaglio è necessario parlare dei Settori Scientifico Disciplinari (SSD). Il loro compito è quello di classificare l’istruzione superiore.

Per poter insegnare una determinata materia, infatti, serve riuscire a raggruppare un certo numero di CFU. Questi crediti formativi, a propria volta, devono appartenere a SSD specifici.

Per poter racimolare i CFU utili allo scopo si può fare affidamento a un ateneo statale. Questo, però, non è l’unica via percorribile. Infatti, sia i master sia i corsi di laurea si possono acquisire anche tramite gli altri enti riconosciuti dal MIUR.

In ogni caso, a rideterminare i Settori Scientifico Disciplinari ci ha pensato il Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000. Lo si può trovare nella Gazzetta Ufficiale n. 249 del 24 ottobre 2000 – supplemento ordinario n. 175.

Queste informazioni, come si potrà avere modo di osservare più avanti, risultano indispensabili. Infatti, gli aspiranti docenti devono sempre osservare con cura i SSD a cui appartengono gli esami che hanno intenzione di affrontare.

Solo in questo modo si può evitare di incorrere in errori non indifferenti. Infatti, anche se due esami hanno un titolo simile, non vuol dire che siano identici a livello di valore formativo.

Chi può accedere alla classe di concorso A-26

Dunque, non tutte le persone possono accedere alla medesima classe di concorso. Quest’ultima, infatti, stabilisce le discipline didattiche che devono essere insegnate dai vari docenti.

Per accertare quale sia la propria bisogna ricollegarsi al titolo di studio che si è conseguito. La prima cosa da sapere è che ci si può legare a una classe di concorso solo attraverso una laurea magistrale o a ciclo unico.

Inoltre, il MIUR mette a disposizione degli utenti un vero e proprio tabellario. In esso sono inserite tutte le caratteristiche da rispettare per poter insegnare una determinata disciplina.

La A-26, come si è già potuto avere modo di notare, riporta alla disciplina di Matematica. Le lauree che autorizzano l’accesso a questa materia sono le seguenti:

  • Fisica, (LS-20 e LM-17);
  • Matematica, (LS-45 e LM-40) ;
  • Ingegneria.

Bisogna, però, fare gli opportuni distinguo. Nel primo caso occorrerà avere 30 CFU nel Settore Scientifico Disciplinare (SSD) MAT.

Questa è un’enorme novità. Precedentemente, infatti, per poter consentire tutto ciò c’era l’esigenza di conseguire 80 CFU in tale SSD.

Con la laurea in Matematica, invece, si accede direttamente alla classe di concorso di cui si sta discutendo. Ciò, naturalmente, avviene se i laureati hanno all’interno del loro curriculum vitae 36 CFU nei seguenti settori:

  • 12 CFU, MAT/02;
  • 12 CFU, MAT/03;
  • 12 CFU, MAT/05.

Infine, si può accedere con una laurea in Ingegneria. Per questi studenti, però, ci sono ulteriori requisiti. Infatti, bisogna ottenere 60 CFU di cui almeno:

  • 12 CFU, MAT/02;
  • 12 CFU, MAT/03;
  • 12 CFU, MAT/05;
  • 9 CFU, MAT/06;
  • 9 CFU, MAT/08.

Anche qui, quindi, c’è una grossa novità. Precedentemente, infatti, agli aspiranti docenti venivano richiesti 80 CFU nei medesimi SSD.

Chi può accedere alla classe di concorso A-28

Anche per la classe di concorso A-28 ci sono dei temi da dover approfondire. Essa fa riferimento all’insegnamento di Matematica e Scienze. Le lauree prese in considerazione sono sempre quelle in Fisica, in Matematica e in Ingegneria.

Per prima cosa, bisogna chiarire le nozioni su cui si basava la precedente normativa. Infatti, per poter addentrarsi in questa classe di concorso erano fondamentali ben 132 CFU.

Tali crediti formativi dovevano essere presi in specifici Settori Scientifici Disciplinari. Tra di essi dovevano essere presenti almeno quelli che seguono:

  • 30 CFU, MAT;
  • 12 CFU, FIS;
  • 6 CFU, CHIM;
  • 6 CFU, GEO;
  • 6 CFU, BIO;
  • 6 CFU, INF/01;
  • 6 CFU, INF-ING/05.

L’odierna disciplina, invece, ha stabilito delle innovative credenziali per l’accesso. Inoltre, esse sono differenti a seconda della circostanza in cui versa il candidato che si appresta a insegnare questa materia.

Le lauree conseguite entro l’anno scolastico 2019/20 devono avere nel proprio piano di studio 96 CFU di cui almeno:

  • 12 CFU, MAT/02;
  • 12 CFU, MAT/03;
  • 12 CFU, MAT/05;
  • 12 CFU, MAT/07;
  • 12 CFU, FIS;
  • 12 CFU, CHIM;
  • 12 CFU, GEO;
  • 12 CFU, BIO.

Per coloro che invece hanno ottenuto la laurea in un anno successivo a quello 2019/20 il discorso è differente. Nel piano di studi del candidato, infatti, ci devono essere dei crediti formativi imprescindibili.

Questi devono essere 96 CFU di cui almeno:

  • 30 CFU, MAT;
  • 12 CFU, FIS;
  • 6 CFU. CHIM;
  • 6 CFU, GEO;
  • 6 CFU, BIO;
  • 6 CFU, INF/01 o in ING-INF/05 o in SECS-S/01.

Per chi otterrà le lauree in Fisica, Matematica o Ingegneria a partire dall’anno scolastico 2023/24 ci sono altri parametri da seguire. Per loro, infatti, i crediti formativi da raggiungere sono 84 di cui almeno:

  • 30 CFU, MAT;
  • 24 CFU, BIO;
  • 12 CFU, FIS;
  • 6 CFU, CHIM;
  • 6 CFU, GEO;
  • 6 CFU,INF/01 o in ING-INF/05 o in SECS-S/01.

Riforma classe di concorso A-26 e A-28. Eccezioni

Per quanto riguarda la riforma classe di concorso A-26 e A-28 ci sono delle eccezioni di cui tenere conto. Come si è potuto vedere, ci è stata una riduzione consistente dei CFU pretesi. Da 132 CFU si è scesi a 96 CFU.

Tra le innovazioni della nuova riforma c’è la possibilità di aprire queste classi di concorso anche ad altre lauree. Dall’anno scolastico 2023/24 potranno partecipare anche i laureati in LM-61 e LS 69 Scienze della nutrizione umana.

Anche qui, però, il piano di studi deve essere ben articolato. Alla fine, infatti, devono essere presenti 96 CFU di cui almeno:

  • 30 CFU, MAT;
  • 24 CFU, BIO;
  • 12 CFU, FIS;
  • 6 CFU, CHIM;
  • 6 CFU, GEO;
  • 6 CFU, INF/01 o in ING-INF/05 o in SECS-S/01.

Riforma classe di concorso A-26 e A-28. Altre classi di laurea di accesso

Come è già stato fatto notare nei precedenti paragrafi, c’è una forte carenza di insegnanti nelle materie STEM. Ciò ha portato il MIUR a inserire delle classi di concorso aggiuntive tra quelle funzionali a ricoprire la A-26 e la A-28.

Ecco, dunque, le facoltà prescelte:

  • Ingegneria civile (LM-23 e LS-28);
  • Scienze per la conservazione dei Beni Culturali (LM-11);
  • Medicina veterinaria (LM-42 e LS-47);
  • Scienze e tecnologie della chimica industriale (LM-71 e LS-81);
  • Conservazione dei beni scientifici e della civiltà industriale in alternativa (LS-11);
  • Farmacia e farmacia industriale in alternativa (LM-13 e LS-14);
  • Informatica (LM-18 e LS-23).

Di conseguenza, i laureandi possono integrare gli eventuali esami mancanti aggiungendoli al proprio piano di studi. In questo modo si potranno aprire per loro nuove strade lavorative a cui magari non avevano pensato.

In tutto questo, però, gli atenei svolgono il ruolo fondamentale. Ciò vale specialmente nella facoltà data agli utenti di svolgere gli esami supplementari.

In ogni caso, lo studente può sempre rivolgersi a istituti riconosciuti in maniera ufficiale dal Ministero dell’Istruzione.

Come acquisire una nuova classe di concorso

Per poter diventare docente bisogna dare il giusto peso alla classe di concorso a cui è collegata la laurea che si possiede. Per tale ragione, si potrebbe voler implementare le opportunità di occupare una cattedra, magari simile alla propria.

Ma come si può acquisire una nuova classe di concorso? Basta ottenere i crediti formativi necessari. Naturalmente, questa eventualità è maggiormente fattibile tra settori scientifici disciplinari simili tra loro.

Per concretizzare questa volontà, si presentano al candidato varie opzioni:

  • l’iscrizione a un nuovo percorso di laurea;
  • aderire a un master per il completamento della classe di concorso;
  • conseguire i CFU mancanti tramite esami singoli;
  • affrontare un percorso post-laurea nel settore disciplinare designato.

Come è già stato detto in precedenza, non è obbligatorio conquistare i CFU mancanti presso un ateneo statale. Infatti, ci sono molti istituti validi regolarmente riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione.

Spesso chi decide di incrementare le proprie opportunità nel mondo del lavoro è già immesso nello stesso. Ciò è dovuto al fatto che, dopo aver conseguito il primo titolo di studio, sovente ci si accorge di voler implementare le proprie conoscenze.

Lavorando, però, non si può più dedicare alle lezioni l’intera giornata. Gli enti riconosciuti dal MIUR in questo sono molto validi. Appoggiandosi a loro, infatti, l’utente ha la possibilità di raggiungere il proprio scopo con maggiore tranquillità.

Così facendo, infatti, è fattibile gestire il tempo a disposizione in modo da far coincidere i vari impegni quotidiani.

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