Stop alle reggenze per salvare la scuola: la priorità dei vincitori del concorso DM 107/2023

La Scuola Oggi

17 Novembre 2025

Stop alle reggenze per salvare la scuola: i vincitori del concorso DM 107/2023 protestano con striscioni

Stop alle reggenze per salvare la scuola: la priorità dei vincitori del concorso DM 107/2023

Lanciare un segnale forte e chiedere un immediato stop alle reggenze per salvare la scuola è l’obiettivo prioritario dei vincitori del concorso riservato dirigenti scolastici (DM 107/2023), che denunciano una situazione ormai insostenibile per il sistema educativo nazionale. Attuare un definitivo stop alle reggenze per salvare la scuola significa, infatti, garantire a oltre mille istituti quella stabilità di governance necessaria per assicurare il diritto allo studio e il buon andamento dell’amministrazione.

Stop alle reggenze per salvare la scuola: un’emergenza gestionale e didattica

Come denunciato nel comunicato stampa dei vincitori del concorso dirigenti scolastici DM 107/2023, il panorama dell’istruzione pubblica italiana rischia di sgretolarsi sotto il peso di una precarietà dirigenziale che si protrae da troppo tempo. 

Secondo le stime contenute nel Dossier n. 71/1 allegato al Decreto Legge 71/2024, per l’anno scolastico 2025/2026 si prevedono ben 1.073 sedi vacanti di dirigenza scolastica.

Si tratta, com’è evidente, di uno scenario che impone una riflessione profonda sulle modalità di gestione delle risorse umane, poiché lasciare un numero così elevato di istituti privi di un capo d’istituto titolare equivale a compromettere la qualità dell’offerta formativa.

La figura del “reggente”, ovvero un dirigente che divide il proprio tempo e le proprie energie tra due o più scuole, non può più essere considerata una soluzione strutturale

Siffatta condizione comporta inevitabili rallentamenti nelle procedure amministrative e, aspetto ancor più grave, una frammentazione della leadership educativa. 

Spesso, inoltre, tali dirigenti si trovano a collaborare con Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) a loro volta condivisi, creando un vuoto gestionale che paralizza le attività quotidiane.

L’appello lanciato dai vincitori del concorso riservato mette in luce come il principio costituzionale sancito dall’articolo 97 della Costituzione, relativo al buon andamento della Pubblica Amministrazione, venga di fatto disatteso. 

Senza una guida stabile e presente, è impossibile pianificare strategie didattiche a lungo termine o gestire con efficacia le risorse del PNRR. 

Per tali ragioni, l’unica via percorribile appare quella di coprire il 100% dei posti disponibili, in modo da restituire dignità e funzionalità a ogni singola autonomia scolastica.

Il dimensionamento scolastico e la sfida degli istituti “maxi”

Ad aggravare il quadro delle reggenze interviene il complesso meccanismo del dimensionamento scolastico, disciplinato da normative recenti quali il Decreto-Legge n. 1/2025 e il Decreto Interministeriale n. 127/2023. 

Tali provvedimenti, nati con l’intento di razionalizzare la rete scolastica in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, hanno prodotto effetti collaterali che rendono ancora più urgente la nomina di dirigenti titolari.

La creazione di istituti sovradimensionati, o “maxi-istituti”, che accorpano plessi situati in comuni diversi e distanti tra loro, ha generato realtà organizzative di difficilissima gestione. In questi contesti, la presenza sporadica di un dirigente reggente si trasforma in un vero e proprio ostacolo operativo. 

Dover coordinare migliaia di studenti, docenti e personale ATA dislocati su un territorio vasto richiede un impegno esclusivo e totalizzante, incompatibile con la natura stessa della reggenza.

Le conseguenze di questa riorganizzazione ricadono direttamente sulle famiglie e sugli studenti, che percepiscono il distacco e la difficoltà di interlocuzione con la dirigenza. 

La scelta di accorpare le scuole per motivi di efficienza economica rischia, dunque, di tradursi in una perdita di efficacia educativa se non accompagnata da un piano di assunzioni adeguato. 

Diviene, pertanto, determinante rivedere le priorità, mettendo al centro la necessità di una leadership stabile per governare la complessità dei nuovi assetti territoriali.

Stop alle reggenze per salvare la scuola: alunni davanti ad una scuola

Il merito e la legittima aspettativa dei vincitori

Un nodo centrale della questione riguarda il rispetto delle graduatorie e dei principi giuridici che regolano l’accesso ai ruoli dirigenziali. 

Negli ultimi mesi, il dibattito si è spesso focalizzato sulla contrapposizione tra i vincitori delle procedure concorsuali e gli idonei, rischiando di oscurare la vera natura del problema. È doveroso ribadire che il principio del merito impone una gerarchia chiara nelle assunzioni: la priorità spetta di diritto a chi ha vinto il concorso.

I vincitori del concorso riservato di cui al DM 107/2023, così come quelli del concorso ordinario, vantano un diritto soggettivo all’immissione in ruolo che prevale sull’interesse legittimo degli idonei (coloro che hanno superato le prove ma non rientrano nei posti messi a bando). 

Applicare correttamente tale criterio non significa penalizzare nessuno, bensì ripristinare la legalità e dare seguito alle procedure selettive espletate.

Molti dei vincitori del riservato attendono una stabilizzazione dal 2017, anno del travagliato concorso ordinario che ha generato un contenzioso infinito. 

Dopo aver superato nuove prove selettive, questi professionisti si trovano ancora in un limbo inaccettabile, con otto anni di attesa alle spalle. 

Alcuni di loro sono ormai prossimi alla pensione e rischiano di vedere vanificati anni di impegno e studio. Riconoscere il loro diritto all’assunzione è un atto di giustizia che serve anche a restituire fiducia nelle istituzioni scolastiche.

Proposte operative per una scuola funzionale

Per realizzare concretamente lo stop alle reggenze per salvare la scuola, i vincitori del concorso riservato hanno formulato una serie di proposte pragmatiche, volte a risolvere l’impasse attuale. 

Tali soluzioni mirano a trasformare la crisi in un’opportunità di rilancio per l’intero sistema d’istruzione.

Le misure suggerite includono:

  • copertura totale delle sedi: procedere all’immissione in ruolo sul 100% dei posti vacanti e disponibili a partire dall’anno scolastico 2026/2027, abbandonando la logica del risparmio a tutti i costi che ha prodotto l’attuale emergenza;
  • rispetto dell’ordine di assunzione: garantire la precedenza assoluta ai vincitori di concorso (ordinario e riservato) rispetto agli idonei, in ossequio alle normative vigenti e al principio costituzionale del merito;
  • incarichi temporanei: prevedere l’assegnazione di incarichi annuali di presidenza a tempo determinato per i vincitori in attesa di ruolo, permettendo così una copertura immediata delle scuole prive di dirigente.

L’adozione di queste strategie non risponde solo a legittime rivendicazioni di categoria, ma rappresenta un intervento fondamentale per il bene della collettività. 

Solo attraverso una governance stabile e competente sarà possibile affrontare le sfide educative del futuro e garantire agli studenti italiani una scuola di qualità, equa e inclusiva.