Dal 2026, le supplenze brevi nella scuola secondaria subiranno una rivoluzione. La bozza della Legge di Bilancio introduce regole più stringenti, eliminando la possibilità di ricorrere a supplenti esterni per assenze inferiori ai dieci giorni. Questo cambiamento mira a contenere la spesa pubblica e a valorizzare le risorse interne delle scuole, ma apre anche nuove sfide organizzative per dirigenti e insegnanti.
Addio alle supplenze esterne per assenze fino a dieci giorni
Secondo il nuovo testo presente nella bozza della Legge di Bilancio, i dirigenti scolastici dovranno coprire le supplenze brevi nella scuola secondaria utilizzando l’organico interno dell’istituto, senza ricorrere a supplenti esterni.
Il provvedimento riguarda esclusivamente i posti comuni delle scuole medie e superiori. Per le scuole dell’infanzia, primaria e i posti di sostegno, invece, resta ancora la possibilità di scegliere se impiegare personale interno o esterno.
L’obiettivo dichiarato è ottimizzare le risorse e ridurre i costi: le supplenze brevi erano costate oltre 1,1 miliardi di euro nel 2023, un aumento considerevole rispetto agli anni precedenti. Con questa misura, il Ministero potrà monitorare meglio le assenze e destinare eventuali risparmi al miglioramento dell’offerta formativa.
Impatti e sfide per dirigenti e insegnanti
L’applicazione della nuova norma comporta una riorganizzazione interna delle scuole. I dirigenti dovranno pianificare la copertura dei posti vacanti senza ricorrere a supplenze esterne, sfruttando il personale già presente nell’istituto. Questo potrà comportare:
- una maggiore flessibilità dei docenti già in servizio;
- una riorganizzazione delle ore di lezione e della didattica;
- la necessità di programmare sostituzioni con anticipo per garantire continuità nell’insegnamento.
Dal lato dei docenti, invece, si apre la possibilità di essere chiamati a coprire più rapidamente le assenze dei colleghi, aumentando responsabilità e collaborazione interna.
L’implementazione richiederà anche un monitoraggio costante da parte del Ministero, con raccolta dati trimestrale su assenze, supplenze effettuate e spesa sostenuta, così da valutare l’efficacia della misura e destinare risorse aggiuntive fino al 15% del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.
Perché la riforma delle supplenze brevi nella scuola secondaria può essere un vantaggio
La nuova gestione delle supplenze brevi nella scuola secondaria non è solo un taglio dei costi: rappresenta un passo verso una scuola più autonoma e organizzata, in cui il personale interno viene valorizzato e la continuità didattica garantita.
Tuttavia, la transizione non sarà semplice. Le scuole dovranno adattare la programmazione interna, gli insegnanti saranno più coinvolti nella gestione delle sostituzioni e i dirigenti dovranno essere pronti a risolvere eventuali criticità.
Chi segue da vicino il mondo della scuola dovrà monitorare attentamente l’entrata in vigore della norma sulle supplenze brevi per sfruttarne appieno le opportunità e affrontare le nuove sfide.


