I docenti e gli aspiranti tali devono tenere in conto quelle che sono le supplenze GI 2023. Infatti, le Graduatorie di Istituto possono essere un mezzo importante per ottenere degli incarichi all’interno della scuola.
Le supplenze GI 2023 possono essere adoperate per ricevere supplenze di breve periodo. Ciò avviene per la mancanza temporanea del titolare di una cattedra.
Inoltre, servono anche per l’attribuzione degli incarichi volti a coprire i posti rimasti disponibili dopo la data del 31 dicembre.
L’aggiornamento delle GI avviene in concomitanza con quella delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze. Anche per tale ragione, è bene analizzare con calma le caratteristiche di questa particolare tipologia di assegnazione.
Le supplenze GI 2023
Le supplenze GI 2023 ricoprono un ruolo essenziale per quanti operano nella scuola come docenti o aspirano a tale posizione lavorativa. Per tale ragione, devono essere esplicitate al meglio.
La loro essenza la si ritrova nell’assegnazione di posizioni su cattedre temporaneamente rimaste vacanti. I motivi possono essere molteplici come quelli legati a malattie, maternità e congedi parentali.
Inoltre, quando non ci sono più docenti disponibili dalle liste di titolarità (GaE e GPS), le GI sono usate anche per l’assegnazione di incarichi fino al 30 giugno.
Le regole delle supplenze GI 2023, inoltre, sono espresse all’interno dell’Ordinanza Ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022.
Inoltre, vengono utilizzate per tutte le sostituzioni assegnate dopo il 31 dicembre dell’anno scolastico in corso. Qui sono comprese quelle relative a posizioni vacanti o disponibili.
È evidente, dunque, quanto sia importante per i candidati alla docenza conoscere le Graduatorie di Istituto e, soprattutto, farne parte.
La continuità didattica
Le supplenze GI 2023 devono tenere conto anche di un altro elemento molto importante. Si tratta della continuità didattica che deve andare totalmente a favore degli alunni in aula.
Nell’ordinanza menzionata in precedenza, infatti, viene trattata anche tale nozione. Lo fa attraverso due vie che possono essere imboccate: la proroga di contratto e la conferma di contratto.
La proroga di contratto viene così esplicitata:
«Al fine di garantire la continuità didattica, ove al primo periodo di assenza del titolare ne consegua un altro, o più, senza soluzione di continuità o interrotti solo da giorno festivo o da giorno libero dall’insegnamento, ovvero da entrambi, la supplenza temporanea è prorogata nei riguardi del medesimo supplente già in servizio, a decorrere dal giorno successivo a quello di scadenza del precedente contratto».
Diverso è il discorso per la conferma di contratto. In tal caso, infatti, la norma stabilisce che:
«Nel caso in cui a un primo periodo di assenza del titolare ne consegua un altro intervallato da un periodo di sospensione delle lezioni, si procede alla conferma del supplente già in servizio; in tal caso il nuovo contratto decorre dal primo giorno di effettivo servizio dopo la ripresa delle lezioni».
In merito, infine, gli aspiranti docenti italiani non devono mai dimenticare la presenza delle sanzioni per abbandono o rinuncia GI.
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