Nessuna novità in merito alla pubblicazione del DPCM 60 CFU prevista per oggi (25 settembre). Ma sembra davvero difficile che si possa andare oltre questo fine settimana. Del resto c’è la necessità di procedere al più presto all’avvio dei percorsi formativi abilitanti introdotti dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (DL 36/2022 convertito in legge n. 79/2022), caldeggiata dall’ex Ministro Bianchi.
L’importante decreto attuativo – lo ricordiamo – è già stato firmato ad inizio agosto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, dopo un lungo processo di interlocuzione con la Commissione Europea e un confronto costruttivo con le organizzazioni sindacali. Ovviamente senza prescindere dal coinvolgimento degli organi consultivi rappresentativi del mondo accademico e scolastico.
Dopo la presentazione della bozza del DPCM, c’è adesso grande attesa per il testo definitivo del provvedimento. Anche per capire se e quali indicazioni delle organizzazioni sindacali sono state recepite.
Sono ancora tanti, infatti, i dubbi e le perplessità in attesa di chiarimenti. A partire proprio dall’accessibilità ai nuovi percorsi formativi: 60 CFU a numero chiuso? Cerchiamo di capire meglio come stanno effettivamente le cose.
SOMMARIO
TogglePubblicazione DPCM 60 CFU
La pubblicazione del DPCM 60 CFU è ormai questione di giorni, forse di ore. Si tratta, del resto, di un decreto attuativo imprescindibile ai fini della strutturazione dell’avvio dei percorsi abilitanti da 60, 30 e 36 CFU.
Fonti molto autorevoli provenienti da Palazzo Chigi assicurano che il provvedimento arriverà entro questa settimana.
D’altro canto, ad inizio settembre Mario Pittoni, Responsabile Nazionale Dipartimento Istruzione Lega già Presidente Commissione Cultura Senato, ha annunciato su Facebook: “Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta sollecitando il completamento dell’iter normativo del DPCM. È già alla Corte dei conti”.
Da allora sono ormai passate diverse settimane. Per cui è lecito attendersi a breve la pubblicazione del testo definitivo dell’attesissimo decreto.
60 CFU a numero chiuso: il nuovo reclutamento dei docenti
Prima di approfondire la questione relativa all’accesso ai nuovi percorsi formativi abilitanti da 60, 30 e 36 CFU, è il caso di soffermarci sulle novità introdotte dalla Riforma Bianchi. A partire da quelle che hanno modificato il reclutamento dei docenti della scuola Secondaria di primo e di secondo grado. Mentre è rimasto tutto invariato per quanto riguarda la scuola dell’Infanzia e Primaria.
La più grande innovazione prevista dalla Riforma è, infatti, rappresentata proprio dall’istituzione di un percorso universitario/accademico di formazione iniziale abilitante di 60 CFU/CFA. Che andrà a sostituire i vecchi 24 CFU.
Si tratta, nello specifico, di Crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche.
Il nuovo percorso di reclutamento degli aspiranti docenti è, pertanto, il seguente:
- laurea magistrale (triennale per ITP) + percorso di abilitazione di 60 CFU/CFA + concorso + anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.
60 CFU a numero chiuso?
Una delle questioni più dibattute e controverse relative al DPCM 60 CFU è certamente quella che attiene all’ipotesi del numero chiuso per l’accesso ai percorsi formativi abilitanti.
Al riguardo si era già espresso l’esponente della Lega Mario Pittoni che, all’indomani dell’approvazione del Decreto PA bis, aveva commentato: “Tra i provvedimenti più importanti per la scuola c’è l’eliminazione del tetto alle abilitazioni. E, soprattutto, l’estensione delle lezioni online per evitare numero chiuso e selezione in ingresso nei nuovi percorsi formativi abilitanti all’insegnamento. Cosa che agevolerà tutte le categorie interessate, in alcuni casi in attesa della possibilità di abilitarsi anche da un decennio”.
Nello specifico, il Decreto PA bis, prevede che per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, i percorsi di formazione iniziale possano essere svolti in modalità telematica sincrona. Seppur solo fino al 50% del totale (rispetto al 20% attuale). Escludendo, tuttavia, le attività di tirocinio e di laboratorio.
Il che, tradotto, significa che per i 60 CFU non ci sarà nessun test d’ingresso. Una buona notizia, finalmente, per tutti gli aspiranti docenti. Ai quali, a questo punto, non resta che aspettare la pubblicazione del DPCM 60 CFU, prevista a breve.
|
60 CFU a numero chiuso: ci sarà una prova preselettiva?
In merito all’ipotesi di una prova selettiva d’accesso per i 60 CFU, già in passato Pittoni era stato molto chiaro: “I percorsi formativi abilitanti all’insegnamento non devono prevedere tirocinio per chi già insegna da una vita e, soprattutto, niente selezione in ingresso. Nel DPCM non si ripeta l’errore del Tirocinio formativo attivo (Tfa) a numero chiuso, all’origine dell’attuale grave carenza di docenti specializzati sul sostegno e in generale di insegnanti abilitati”.
E proprio nei giorni scorsi, tornando sul rischio preselezione per l’accesso ai nuovi percorsi formativi, lo stesso ha ribadito: “Come ho più volte sottolineato, l’accesso ai corsi sarà agevolato dall’eliminazione del tetto alle abilitazioni e dall’estensione delle lezioni online approvate col decreto PA bis. Si cerca, infatti, di creare le condizioni per evitare numero chiuso e selezione in ingresso (all’origine del fallimento del TFA) sostituendoli, ove necessario, con lo scaglionamento come nel PAS 2013”.
Infine, il Responsabile Nazionale Dipartimento Istruzione Lega ha aggiunto: “Vedremo come decideranno di muoversi le università. Ricordo, comunque, che per la quota di riserva destinata a triennalisti e docenti delle paritarie servirà un altro decreto di concerto tra MIM e MUR. Lì si proverà a superare definitivamente la questione delle prove d’accesso, in quanto “scaglionamento” non è un semplice slogan, ma il meccanismo “anti preselezione” testato con successo nei Percorsi abilitanti speciali”.
Struttura del Percorso abilitante 60 CFU
L’iter formativo accademico e universitario è strutturato e condotto in base alle classi di concorso corrispondenti. Ciò implica che, a differenza dei programmi per i 24 CFU (che erano di natura trasversale), questi programmi saranno specifici, almeno in parte, per ciascuna classe di concorso.
In dettaglio, oltre alle materie trasversali applicabili a diverse classi di concorso, saranno inclusi corsi specifici per la disciplina di riferimento. Oltre a un tirocinio diretto da effettuarsi per la classe di concorso pertinente.
Ad ogni modo, il percorso abilitante da 60 CFU entrerà in vigore a pieno regime solo a partire dal 1° gennaio 2025. Fino ad allora, infatti, è prevista una fase transitoria durante la quale sarà ancora possibile utilizzare i “vecchi” 24 CFU (purché conseguiti entro il 31 ottobre 2002). Allo stesso tempo, saranno attivati percorsi da 30 e 36 CFU.
Le 5 diverse tipologie di percorsi della Riforma Bianchi:
- 60 CFU: entreranno a pieno regime nel 2025, dato che da quel momento l’abilitazione sarà un requisito d’accesso imprescindibile per partecipare ai concorsi.
- 30 CFU: destinati a docenti già abilitati o specializzati in un’altra classe di concorso o grado di istruzione.
- 30 CFU, riservati a docenti con 3 anni di servizio nelle scuole statali o paritarie, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso, e a coloro che hanno superato la prova concorsuale del concorso “straordinario bis”.
- 30 CFU, per i neolaureati o per coloro che non hanno ottenuto i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 (validi per l’accesso ai concorsi fino alla fine del 2024), con ulteriori crediti da integrare in caso di vittoria in un concorso.
- 30 o 36 CFU/CFA, per coloro che si candidano ai concorsi senza essere già abilitati. Questi programmi si rivolgono a diverse categorie di docenti che partecipano al concorso senza aver ottenuto l’abilitazione. Nello specifico, sono previste tre ulteriori tipologie di percorsi post-concorso:
- da 30 CFU/CFA per chi si candida con il titolo di accesso + 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni nella scuola statale, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale si partecipa;
- da 30 CFU/CFA per chi partecipa al concorso con solo 30 CFU/CFA;
- da 36 CFU/CFA per chi si candida con il titolo di accesso + 24 CFU ottenuti entro il 31 ottobre 2022.