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Il docente di sostegno è fondamentale nella scuola italiana. Tra le tante caratteristiche da analizzare c’è anche quella relativa allo stipendio dell’insegnante di sostegno.
Una nozione importante da conoscere specialmente per chi vuole affrontare il TFA Sostegno 2023. Infatti, il percorso formativo in questione risulta essere molto complesso. I candidati devono avere i requisiti utili per poter accedere alle prove preselettive TFA Sostegno.
Solo dopo averle superate tutte, però, si può intraprendere il Tirocinio Formativo Attivo. Esso è delineato in un anno scolastico della durata di 8 mesi.
Nel corso di tale periodo si devono affrontare lezioni, tirocini e laboratori. Inoltre, devono essere raggiunti 60 CFU distribuiti tra le varie mansioni precedentemente menzionate.
Alla fine di tutto ciò, i concorrenti sono chiamati a superare una prova per poter ottenere l’abilitazione sul sostegno.
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Quanto guadagna un insegnante di sostegno alla primaria
Come accade ad altri tipi di docenti, anche in questo caso ci sono delle differenze di remunerazione. Queste si poggiano sull’ordine e sul grado della scuola in cui si opera.
Potrebbe, quindi, essere necessario scoprire quanto guadagni un insegnante di sostegno alla primaria. La figura professionale di cui si sta trattando è operativa sin dalla più tenera età degli allievi. Questo aiuta moltissimo nella loro formazione culturale e umana.
Pertanto, un docente di sostegno a inizio carriera è privo dei titoli di servizio che potrebbero fargli recepire un maggior profitto. In questa situazione il salario medio è di 780 euro mensili.
A metà carriera, però, ci può essere un netto miglioramento. I motivi possono essere tanti. In tal caso, infatti, la parcella di retribuzione arriva a una media mensile di 1.400 euro. Annualmente, quindi, l’entrata corrisponde a circa 25.300 euro lordi.
Lo stipendio medio di un insegnante di sostegno alla primaria si attesta a 1.360 euro. Tra i suoi colleghi, come si avrà modo di vedere più avanti, si palesa come quello meno retribuito.
L’aumento del compenso, come per ogni altro tipo di docente, avviene con lo scorrere del tempo. In particolare, esso viene dosato come nel seguente schema:
- da 0 a 8 anni;
- da 9 a 14 anni;
- da 15 a 20 anni;
- da 21 a 27 anni;
- da 28 a 34 anni;
- da 35 in poi.
La suddivisione appena elencata è valida per ogni altro tipo di insegnante della scuola italiana. Il servizio, infatti, gioca un ruolo fondamentale per poter veder crescere le entrate percepite.
Stipendio insegnante di sostegno scuola secondaria
La scuola secondaria si divide tra I e II grado. Questa distinzione è palese anche nella retribuzione dei docenti. Infatti, l’insegnante di sostegno della scuola secondaria di I grado guadagna leggermente di meno rispetto a quello di un istituto di II grado.
La media, per quanto concerne il primo caso, è di 1.500 euro mensili. Anche qui, quanto riscosso inizialmente è minore rispetto a quanto verrà assegnato con il trascorrere degli anni.
Inoltre, l’orario di lavoro di un docente di sostegno è uguale a quello di un insegnante curricolare. Ugualmente a come accade per altri contesti, l’orario è differente tra un istituto e un altro.
Il tempo lavorativo è distribuito in tale maniera:
- 25 ore settimanali per la scuola dell’infanzia;
- 22 ore settimanali più 2 ore di programmazione settimanale per la scuola primaria;
- 18 ore settimanali per la scuola secondaria di I e II grado.
L’orario di sostegno, comunque, viene dosato in base alle esigenze didattiche dello studente. In questo modo possono avere una distribuzione adeguata di quanto devono andare ad apprendere.
L’insegnante di sostegno della scuola secondaria di II grado, infine, recepisce in media un po’ di più. Egli, infatti, ha un mensile di 1.540 euro.
Anche qui, si devono tenere conto gli anni di servizio alle spalle del soggetto preso in esame. È ovvio che un docente di sostegno con esperienza non possa essere retribuito come un insegnante di sostegno appena formato.
L’orario scolastico
Il docente di sostegno deve tenere conto dell’orario scolastico per poter svolgere al meglio il proprio dovere. Come si è già avuto modo di vedere, infatti, lo scopo è quello di eseguire una miglior distribuzione del lavoro per lo studente con disabilità.
L’orario di servizio viene regolato sulla base dell’articolo n. 28, comma 5, del CCNL scuola 2006-2009. Inoltre, l’insegnante di sostegno vede il proprio tempo ripartito anche in base alle esigenze della terapia seguita dall’alunno.
Il soggetto da tenere sempre in considerazione è l’alunno con i suoi bisogni e le sue difficoltà. È per tale ragione, infatti, che il Ministero dell’Istruzione ha creato un percorso formativo complesso come il TFA Sostegno.
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