È stato raggiunto l’accordo tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero dell’Università sulle modifiche al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) per la formazione iniziale degli insegnanti.
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Le stesse sono state apportate in risposta alle richieste provenienti da diversi organismi consultivi, tra cui il Cnam, l’ultimo a fornire il proprio parere.
In precedenza, la bozza era stata illustrata alle organizzazioni sindacali. Per poi essere trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), al Consiglio Universitario per la Ricerca e la Formazione (CURI) e alla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) al fine di ottenerne i rispettivi pareri.
60 CFU insegnamento DPCM, il parere del CNAM
Attualmente, il testo del DPCM 60 CFU è sottoposto all’analisi del Ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto. E, stando alle indiscrezioni di alcune fonti ministeriali, le modifiche proposte si concentrerebbero su piccoli aspetti settoriali. Senza, quindi, influire sulla struttura generale concordata nei mesi scorsi con la Commissione europea. Alla quale, del resto, spetterà l’ultima parola dopo le varie integrazioni intervenute nelle ultime settimane.
Il Consiglio Nazionale dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, da parte sua, ha mostrato un atteggiamento generalmente favorevole, e ha richiesto l’accettazione delle osservazioni avanzate.
In particolare, il Cnam ha suggerito di specificare nel DPCM che l’Anvur, responsabile del monitoraggio e della valutazione periodica finalizzata all’accreditamento dei percorsi di formazione iniziale, può fare affidamento anche sui controlli effettuati dagli organi di valutazione interna dei soggetti accreditati.
60 CFU insegnamento DPCM: cosa prevede?
I corsi previsti nell’ambito dell’attuazione della Riforma Bianchi saranno aperti agli aspiranti docenti che hanno conseguito una laurea magistrale o che sono iscritti a corsi magistrali o a ciclo unico. A condizione che abbiano già acquisito almeno 180 crediti.
Il DPCM prevede anche casi speciali in cui saranno richiesti 30 o 36 CFU.
È stato, inoltre, stabilito un costo fisso per il conseguimento dei 60 CFU, pari a 2.500 euro. Mentre per gli studenti già iscritti o che hanno già acquisito 24 CFU il costo sarà di soli 2.000 euro.
I percorsi formativi dovrebbero avere inizio nell’anno accademico 2023/24.
60 CFU: la prova finale
Per quanto riguarda la prova finale, questa prevede sia una prova scritta che una lezione simulata, finalizzate a valutare l’acquisizione delle competenze professionali.
La prova scritta consiste in una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche che si sono verificate durante il tirocinio diretto e indiretto svolto nel percorso di formazione iniziale.
La commissione avrà a disposizione fino a un massimo di 10 punti per la prova scritta e 10 punti per la lezione simulata. La prova finale sarà considerata superata se il candidato otterrà un punteggio di almeno 7 su 10 nella prova scritta e nella lezione simulata.
Con il superamento della prova finale, il candidato acquisirà l’abilitazione all’insegnamento per la specifica classe di concorso.
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