In vista dell’apertura dell’anno scolastico 2023-2024, il mondo dell’insegnamento è in fermento, ansioso di decifrare le nuove dinamiche formative. I riflettori sono puntati sui nuovi itinerari abilitanti che promettono di rivoluzionare la preparazione didattica.
Le date d’avvio dei corsi rimangono un quesito che aleggia tra le aule e i corridoi accademici. È notizia recente che il testo definitivo del DPCM 60 CFU dovrebbe fare a breve il suo debutto nelle pagine della Gazzetta Ufficiale.
Gli atenei, intanto, stanno già predisponendo le loro strutture per accogliere le nuove leve accademiche. Mentre, da parte sua, il Ministero dell’Università e della Ricerca è al lavoro su una piattaforma dedicata agli accreditamenti universitari, prevista per il prossimo mese. L’entusiasmo per questi nuovi percorsi è tangibile, con previsioni che oscillano tra 90.000 e 100.000 domande di ammissione.
Il contesto legislativo è stato delineato dal Decreto Legge 36/2022, successivamente convertito nella legge 79/2022, che ha introdotto specifici iter formativi per l’abilitazione nelle scuole secondarie.
SOMMARIO
ToggleIl DPCM 60 CFU
Tra le principali novità della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (DL 36/2022 convertito in legge n. 79/2022), voluta dall’ex Ministro Bianchi, spicca sicuramente l’introduzione dei 60 CFU. Ovvero un percorso abilitante di formazione iniziale.
Quest’ultimo sarà disciplinato proprio dal decreto attuativo firmato ad inizio agosto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni e ora in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il DPCM 60 CFU relativo ai percorsi formativi e alle dinamiche di reclutamento dei docenti è chiamato, in particolare, a definire il profilo didattico e la modularità del corso. Passando per l’assiduità richiesta, le modalità della valutazione conclusiva, la struttura tariffaria e altri elementi di rilievo.
Intanto, la bozza del decreto suggerisce un’offerta didattica articolata, variando tra moduli formativi da 60 CFU, 30 CFU e 36 CFU.
Percorso abilitante da 60, 30 e 36 CFU
Come già anticipato nel paragrafo precedente, sono ben 5 i percorsi di formazione abilitante previsti dal DPCM 60 CFU nell’ambito dell’attuazione della Riforma Bianchi:
- 60 CFU: entreranno a pieno regime nel 2025, dato che da quel momento l’abilitazione sarà un requisito d’accesso imprescindibile per partecipare ai concorsi.
- 30 CFU: destinati a docenti già abilitati o specializzati in un’altra classe di concorso o grado di istruzione.
- 30 CFU, riservati a docenti con 3 anni di servizio nelle scuole statali o paritarie, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso, e a coloro che hanno superato la prova concorsuale del concorso “straordinario bis”.
- 30 CFU, per i neolaureati o per coloro che non hanno ottenuto i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 (validi per l’accesso ai concorsi fino alla fine del 2024), con ulteriori crediti da integrare in caso di vittoria in un concorso.
- 30 o 36 CFU, per coloro che si candidano ai concorsi senza essere già abilitati. Questi programmi si rivolgono a diverse categorie di docenti che partecipano al concorso senza aver ottenuto l’abilitazione. Nello specifico, sono previste tre ulteriori tipologie di percorsi post-concorso:
- da 30 CFU per chi si candida con il titolo di accesso + 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni nella scuola statale, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale si partecipa;
- da 30 CFU per chi partecipa al concorso con solo 30 CFU/CFA;
- da 36 CFU per chi si candida con il titolo di accesso + 24 CFU ottenuti entro il 31 ottobre 2022.
Per maggiori approfondimenti relativi ai cinque percorsi rimandiamo a questo articolo.
Programmi e struttura del percorso abilitante
È importante sottolineare che i vari programmi differiscono non solo per contenuto e struttura, ma saranno anche diversificati per ogni classe di concorso.
Va da sé, pertanto, che il contenuto dei programmi post-concorso da 30 CFU varierà a seconda che il partecipante al concorso abbia almeno 30 CFU o abbia accumulato 3 anni di servizio.
Proprio per questa ragione, ci vorrà tempo perché le università attivino e organizzino questi programmi.
60, 30 e 36 CFU: quando partirà il percorso abilitante?
Nel proprio parere alla bozza del DPCM 60 CFU, il CSPI (Consiglio Superiore Pubblica Istruzione) ha manifestato crescente apprensione riguardo a potenziali ritardi nell’avvio dei programmi.
Alla luce del calendario prospettato, infatti, è plausibile che tali iniziative vedano la luce entro 90 giorni dalla divulgazione del decreto. Con l’attuale scenario, è pertanto improbabile che tali programmi siano operativi entro il 2023.
Su tale tema, Mario Pittoni, capo del Dipartimento Istruzione per la Lega, ha commentato: “A coloro che indagano sull’avvio dei corsi di abilitazione (attesi da oltre un decennio), posso dire che, in uno scenario ideale, l’inizio potrebbe situarsi tra novembre e dicembre 2023. Tuttavia, gennaio 2024 sembra una previsione più realistica”.