La scadenza del 30 aprile è ormai a un passo, e il conto alla rovescia per il Personale ATA per il conseguimento della Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale (CIAD) è iniziato. Tuttavia, sono ancora migliaia gli aspiranti in attesa di sostenere l’esame, anche se da una settimana a questa parte i numeri delle certificazioni sembrano essere in netto aumento. Basteranno questi ultimi giorni? O sarà necessaria una nuova proroga?
L’obbligo della CIAD: normativa e scadenze
L’obbligo della Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale (CIAD) per il Personale ATA è stata introdotta dal CCNL Istruzione e Ricerca 2019-2021 (sottoscritto in via definitiva il 18 gennaio 2024) nell’ambito di una strategia volta a potenziare le competenze digitali nel sistema scolastico, in linea con gli obiettivi di digitalizzazione del settore pubblico.
Si tratta a tutti gli effetti di un requisito di accesso imprescindibile richiesto per tutte le figure professionali del Personale ATA, ad eccezione del solo Collaboratore scolastico.
Ad ogni modo, vista la vicinanza dell’aggiornamento delle Graduatorie ATA di terza fascia 2024 con l’entrata in vigore del nuovo requisito (1° maggio 2024), è stato opportunamente approvato un emendamento al Decreto Milleproroghe che ha esteso il termine per il conseguimento della CIAD al 30 aprile 2025.
Questo ha permesso a tutti gli aspiranti ATA di inserirsi nelle graduatorie con riserva, a condizione che la certificazione venga acquisita entro tale data. In caso contrario gli interessati verranno immediatamente esclusi dalle graduatorie stesse.
Nello specifico, la finestra per lo scioglimento della riserva, come comunicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) con la nota n. 87837 del 10 aprile 2025, è fissata dal 28 aprile alle ore 14:00 del 9 maggio 2025, attraverso la piattaforma Istanze Online (POLIS).
La CIAD: requisiti e Certificazioni riconosciute
La CIAD, come definita dalla dichiarazione congiunta n. 5 del CCNL 2019-2021, attesta le competenze digitali di base conformi al framework europeo DigComp 2.2.
La certificazione richiede il superamento di un esame finale che verifichi abilità specifiche, tra cui l’uso di sistemi operativi, software di videoscrittura, fogli elettronici e gestione della posta elettronica, oltre a competenze trasversali come la navigazione online, la sicurezza informatica e la risoluzione di problemi tecnici.
Tuttavia, sono accettate solo le certificazioni rilasciate da enti accreditati presso Accredia, registrate e valide al momento dell’iscrizione in graduatoria.
Tra i titoli riconosciuti figurano:
- CertiCod FULL (Biesse Solution), riconosciuta come conforme agli standard richiesti.
- EIPASS 7 Moduli Standard (CERTIPASS), con possibilità per i possessori di EIPASS 7 Moduli User di passare alla versione Standard tramite un esame integrativo di 56 domande in 90 minuti.
- EDSC DigComp 2.2 (Intertek Italia su piattaforma IdCert).
- ICDL Full 7 Moduli Standard (AICA), che richiede un esame integrativo per la conformità a DigComp 2.2; ECDL non è valida senza due test integrativi.
- Eirsaf European Digital Pass (EEDP) (IRSAF).
- PEKIT Expert (Fondazione Onlus Sviluppo Europa).
La conformità può essere verificata sul sito di Accredia, selezionando “DigComp” nella sezione dedicata.
I numeri della crisi: un sistema sotto pressione
Delle oltre 2,1 milioni di domande presentate per l’aggiornamento delle Graduatorie ATA di terza fascia 2024-2027, la maggior parte riguarda i Collaboratori scolastici, esenti dall’obbligo della CIAD.
Tuttavia, per i profili soggetti al requisito – Assistenti amministrativi, Tecnici, Operatori scolastici e altri – i dati non ufficiali indicano che solo circa 500.000 certificazioni sarebbero state conseguite al 28 aprile 2025.
Questo dato, sebbene in crescita negli ultimi giorni, resta insufficiente a coprire il fabbisogno stimato.
La lentezza nel conseguimento è attribuibile a due fattori principali:
- da un lato, molti candidati hanno acquisito in buona fede certificazioni non valide, cadendo nella rete di enti non accreditati;
- dall’altro, una diffusa procrastinazione ha portato a un sovraccarico delle strutture degli enti certificatori accreditati da Accredia, le cui capacità operative si sono rivelate inadeguate a gestire l’elevato numero di richieste.
Tant’è che migliaia di aspiranti sono ancora in attesa di sostenere l’esame, con il termine del 30 aprile che si avvicina inesorabilmente.
Le difficoltà strutturali e l’ipotesi di proroga
L’attuale crisi non dipende esclusivamente dai candidati.
Le strutture degli enti accreditati non sono state in grado di soddisfare la domanda, e questo mette in evidenza un problema sistemico che il MIM e i sindacati hanno inizialmente sottovalutato.
Si pensava che il ritardo fosse imputabile al Personale ATA, ma i fatti hanno dimostrato che l’inadeguatezza delle strutture ha avuto un ruolo determinante.
Se la situazione non si sblocca entro il 30 aprile, migliaia di aspiranti rischiano l’esclusione dalle Graduatorie 2024-2027, con conseguenze potenzialmente gravi per la continuità del sistema scolastico.
Per questo motivo, si sta valutando un intervento normativo che consenta una proroga della scadenza oltre il 30 aprile 2025.
L’obbligo della CIAD, infatti, deriva dal CCNL, ragion per cui il MIM non ha l’autorità diretta per disporre un’estensione: è piuttosto necessario un intervento legislativo, i cui tempi di attuazione non sono compatibili con l’urgenza del momento.
La decisione dipenderà dai dati che emergeranno alla fine della finestra temporale per sciogliere la riserva, dal 28 aprile al 15 maggio.
Numeri in crescita: la proroga potrebbe essere scongiurata
Negli ultimi giorni, i numeri delle certificazioni conseguite risultano in aumento: un segnale positivo che potrebbe ridurre la necessità di un intervento normativo.
Se la tendenza si consolida, la proroga potrebbe essere evitata, permettendo al sistema di assorbire il fabbisogno senza ulteriori ritardi.
Tuttavia, la situazione resta critica: un’eventuale esclusione di migliaia di aspiranti ATA comprometterebbe la funzionalità delle scuole, soprattutto per profili chiave come gli assistenti amministrativi e tecnici.
Il rischio è che il MIM si trovi a gestire una carenza di personale che potrebbe ostacolare l’avvio regolare dell’anno scolastico 2025/2026.
Ecco perché il Ministero è in allarme e aspetta con grande ansia i dati che emergeranno dalla finestra temporale prevista per lo scioglimento della riserva.