Contratti ATA PNRR revocati 

Contratti ATA PNRR revocati

La Sicilia è attualmente al centro di una controversia nel mondo educativo scatenata dai contratti ATA PNRR revocati. La causa è da riscontrarsi nella mancanza di fondi destinati alle supplenze ATA.

L’ANPA di Ragusa, inoltre, ha sollevato il velo su questa preoccupante situazione. Il tutto sottolineando le implicazioni che questo ennesimo colpo potrebbe avere sull’intero sistema scolastico regionale.

Le denunce dell’ANPA gettano luce sulla difficile realtà che sta affrontando la Sicilia. Evidenziano, inoltre, la fragilità dei meccanismi di finanziamento destinati alle sostituzioni del personale ATA nel contesto del PNRR.

Cosa succede ai contratti ATA PNRR revocati?

In Sicilia, l’ANPA di Ragusa ha denunciato la spiacevole situazione dei contratti ATA PNRR revocati. In merito, il coordinatore Carmelo Garofalo ha affermato che l’ente in questione ha ricevuto molteplici segnalazioni da parte di soggetti presi in esame.

Recentemente, un istituto situato nella provincia di Ragusa ha ricevuto una comunicazione dall’Ufficio Scolastico Regionale. Qui viene affermato che:

«Con nota prot. n. 3232 del 23/01/2024, l’USR Sicilia ha comunicato al Ministero l’insufficienza delle risorse disponibili per adempiere all’attività meglio descritta in oggetto e in conseguenza di ciò, ha richiesto apposita integrazione delle risorse finanziarie per far fronte alle numerose richieste di sostituzione giunte dalle II.SS. ubicate in tutto il territorio della regione Sicilia.»

Di conseguenza, l’USR chiamata in causa comunica quanto segue, ovvero:

«L’impossibilità oggettiva di accogliere la richiesta di autorizzazione formulata da codesta istituzione scolastica, acquisita da questa Direzione Generale con prot. n. 3100 del 23/01/2024, per carenza di fondi».

Una situazione spiacevole per tutti i personaggi coinvolti. Infatti, su una tale vicenda tanto delicata si è espressa anche l’ANPA, Associazione Nazionale Personale ATA della F.G.U.:

«Si è venuta a creare una situazione assurda e non dimentichiamo che tanti lavoratori sono senza stipendio da mesi, ad alcuni non è stato pagato neanche il mese di ottobre».

Condividi questo articolo