Il Coordinamento docenti precari contro il PNRR3 esprime sdegno, delusione e rabbia in seguito alla pubblicazione del terzo bando di concorso legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’associazione accusa l’esecutivo di aver tradito per la terza volta consecutiva le promesse elettorali, portando avanti una politica di reclutamento che ignora le esigenze di stabilizzazione del personale con anni di servizio. Attraverso una nota ufficiale, il Coordinamento pone una serie di domande dirette al Governo, con l’intento di evidenziare quelle che definisce contraddizioni insanabili e promesse mancate.
La Promessa di Stabilizzazione Infranta
Il Coordinamento – attraverso un Comunicato stampa – contesta con forza la linea politica adottata dal Governo, accusandolo di aver completamente disatteso il programma elettorale in materia di reclutamento scolastico.
L’associazione si interroga sul motivo per cui, a tre anni dall’insediamento, non sia stata data alcuna priorità alla stabilizzazione del personale con un significativo bagaglio di esperienza, come invece promesso in campagna elettorale.
Secondo il Coordinamento, i tre concorsi PNRR banditi sono stati concepiti come procedure “estirpa-precari”, del tutto inadeguate a risolvere la problematica dell’abusiva reiterazione dei contratti a termine.
Vengono, inoltre, richiamate le dichiarazioni di esponenti dell’attuale maggioranza che, dall’opposizione, si esprimevano con slogan netti come: “No al concorso! Sì alla stabilizzazione dei precari!” e “Stabilizzare 120 mila precari”.
Il Coordinamento sottolinea l’apparente paradosso per cui, più i membri della maggioranza si dichiaravano contrari ai concorsi, più ne hanno banditi, definendo i tre bandi in tre anni un evento senza precedenti nella storia repubblicana.
Due Pesi e Due Misure: il Trattamento Riservato a Idonei e Precari
Un altro punto fondamentale sollevato dal Coordinamento docenti precari riguarda la presunta disparità di trattamento normativo tra diverse categorie di personale.
L’associazione chiede come mai, per la gestione degli idonei ai concorsi (una figura non prevista originariamente dai bandi), si proceda con la massima urgenza attraverso Decreti Legge che diventano legge in soli 60 giorni.
Al contrario, per la stabilizzazione dei docenti precari si ricorre a farraginosi Disegni di Legge il cui iter appare incerto e potenzialmente infinito.
Questa palese differenza di approccio legislativo, secondo il Coordinamento, è la prova di una mancanza di volontà politica nell’affrontare in modo strutturale la questione del precariato storico.
La percezione è che si agisca con tempestività per sanare situazioni post-concorsuali, mentre si rimanda sistematicamente una soluzione organica per chi da anni garantisce il funzionamento delle scuole con contratti a tempo determinato.

Coordinamento Docenti Precari contro il PNRR3 e la Gestione degli Obiettivi Europei
La posizione del Coordinamento docenti precari contro il PNRR3 contesta anche la giustificazione secondo cui i concorsi sarebbero un obbligo ineludibile imposto dall’Europa.
L’associazione si chiede perché non sia stata prevista, parallelamente alle procedure concorsuali, una politica di assorbimento del precariato, in piena coerenza con le promesse elettorali.
Inoltre, viene sollevato un interrogativo sulla gestione stessa degli accordi con l’Unione Europea. Dal momento che i concorsi PNRR sono un’eredità del precedente governo, il Coordinamento chiede perché non ci sia stata la volontà politica di rimodulare radicalmente gli obiettivi del Piano per il settore scuola, come invece è avvenuto per altri comparti.
Tale inerzia, secondo l’associazione, indica una scelta precisa: accettare passivamente un modello di reclutamento che non valorizza l’esperienza maturata sul campo e non affronta il problema della precarietà.
Il Paradosso di Bruxelles: Tra Procedure d’Infrazione e Concorsi Inefficaci
Attraverso una metafora incisiva, il Coordinamento evidenzia quello che definisce un paradosso a livello europeo.
L’associazione si domanda come sia possibile che a Bruxelles, negli uffici che avviano procedure di infrazione contro l’Italia per l’abuso dei contratti a termine, non si sappia che, allo stesso tempo, altri uffici impongono di bandire concorsi che non servono a stabilizzare i precari.
Secondo il Coordinamento, queste procedure concorsuali finiscono per avvantaggiare principalmente enti di formazione e case editrici, che prosperano sulla vendita di corsi e manuali di preparazione, senza offrire una reale soluzione al problema.
L’apparente schizofrenia delle politiche europee, da un lato sanzionatorie e dall’altro impositive di modelli inefficaci, viene vista come una delle cause principali del perpetuarsi di una situazione insostenibile. La battaglia del Coordinamento docenti precari contro il PNRR3 mira a smascherare questa contraddizione.
L’Inutilità del Terzo Bando: Un Concorso Superfluo?
La critica più recente e forse più aspra del Coordinamento si concentra sull’effettiva utilità del Concorso PNRR3.
L’associazione fa riferimento a quanto emerso durante un’informativa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali, in cui i dirigenti ministeriali avrebbero dichiarato che il target delle 70 mila assunzioni PNRR è stato già raggiunto con i primi due concorsi.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea e viene posta direttamente dal Coordinamento: perché bandire un terzo concorso, se l’obiettivo europeo è già stato soddisfatto e se lo stesso Governo si era dichiarato contrario a questo modello di reclutamento?
La conclusione dell’associazione è amara: non si comprende la logica dietro la scelta di continuare a indire concorsi ipernozionistici, invece di valorizzare finalmente il bagaglio di competenze e l’esperienza di chi lavora nella scuola da anni.
 
					 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

