Concorso straordinario ter: differenza tra UDA e lezione simulata 

aspirante docente poco prima di sostenere la prova orale

I candidati che hanno superato la prova scritta del Concorso straordinario ter svoltasi dall’11 al 19 marzo – 197.894 per le scuole Secondarie di primo e secondo grado e 44.615 per le scuole dell’Infanzia e Primarie su un totale di 372.804 iscritti – sono attualmente alle prese con la prova orale, che andrà avanti almeno fino al termine dell’estate. E, quindi, anche con la famigerata lezione simulata, che tanta ansia sta causando a migliaia di aspiranti docenti.  

La prova orale, infatti, è progettata per valutare non solo la preparazione specifica nella materia del candidato, ma anche le sue competenze didattiche, tra cui la capacità di integrare efficacemente le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’insegnamento. 

I posti disponibili per il concorso – che non è abilitante! – sono 44.654, così ripartiti:

  • 15.340 per la scuola dell’Infanzia e Primaria; 
  • 29.314 per la scuola Secondaria di primo e secondo grado.

Non ci sarà, inoltre, nessuna graduatoria di idonei: lo scorrimento dei candidati che avranno superato le relative prove, ma non rientreranno nel numero dei posti messi a bando, potranno essere ripescati solo in caso di rinuncia di uno dei vincitori.  

Ma cerchiamo adesso di capire nel dettaglio la differenza tra UDA e lezione simulata.  

Differenza tra UDA e lezione simulata

L’Unità didattica di apprendimento (UDA) prevede una serie di attività interdisciplinari su una determinata tematica, affrontata con diverse metodologie e da diversi punti di vista in un arco di tempo più o meno vasto e strutturato, il cui obiettivo principale è quello di aiutare a costruire delle competenze specifiche.

Si tratta, più nello specifico, di un approccio multidisciplinare dinamico e formativo che prevede un percorso strutturato su un arco di tempo piuttosto lungo e che comprende tutta una serie di attività laboratoriali, di gruppo nonché di metodologie e di tecniche finalizzate al conseguimento degli obiettivi prefissati.

La lezione simulata, invece, è strutturata su un argomento ben preciso e definito della specifica disciplina e, soprattutto, abbraccia un arco di tempo relativamente breve e circoscritto. E prevede un metodo calibrato e appropriato sia al contesto che all’obiettivo formativo che si vuole raggiungere. 

La stessa dovrà, infatti, essere costruita prestando grande attenzione alle esigenze di tutti i componenti della classe, compresi gli alunni con bisogni educativi speciali.   

La lezione simulata può includere anche un approfondimento interdisciplinare. Tuttavia, a differenza dell’UDA, nella quale rappresenta un elemento fondamentale, in questo caso si tratta semplicemente di una possibilità da prendere in considerazione solo nel caso in cui l’argomento lo richieda o consenta.

La lezione simulata

L’estrazione della traccia della lezione simulata prevista nell’ambito della prova orale del Concorso straordinario ter avviene 24 ore prima dell’orario previsto per lo svolgimento della prova stessa. 

Nel caso in cui il candidato non sia presente all’ora prevista per l’estrazione, la commissione procederà regolarmente all’estrazione, dandone successivamente comunicazione all’interessato a mezzo di posta elettronica (all’indirizzo indicato nella domanda di partecipazione al concorso). 


La lezione simulata rappresenta una sfida significativa: è un esercizio pratico durante il quale il candidato dimostra di poter gestire una classe fittizia, presentando argomenti e utilizzando metodologie didattiche mirate, con l’obiettivo di simulare un’effettiva situazione d’insegnamento.

Struttura ed elementi della lezione simulata

La lezione simulata richiede una preparazione meticolosa, che comprende vari aspetti cruciali del processo d’insegnamento-apprendimento. Questi includono:

  • Analisi del contesto ambientale: i candidati devono considerare il contesto specifico della scuola in cui “insegnano”, adattando il loro approccio alle caratteristiche ambientali e culturali dell’istituto;
  • Identificazione dei prerequisiti degli alunni: è essenziale analizzare i bisogni di tutti gli studenti, inclusi quelli con necessità educative speciali documentate, per garantire che la lezione sia accessibile e inclusiva;
  • Obiettivi didattici specifici: la lezione deve mirare al raggiungimento di obiettivi concreti, sia per la classe nel suo insieme sia per ogni singolo studente, in linea con i traguardi di competenza previsti dal curricolo scolastico;
  • Integrazione con altre discipline: se applicabile, la lezione può includere collegamenti con altre materie, favorendo un approccio interdisciplinare che arricchisce l’apprendimento degli studenti;
  • Strategie didattiche e attività: le strategie adottate devono facilitare l’ottimizzazione del processo d’insegnamento-apprendimento, con attenzioni particolari per gli studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali), utilizzando strumenti compensativi o dispensativi come previsto dai loro Piani Educativi Individualizzati (PEI);
  • Valutazione e verifica: le attività di verifica devono essere coerenti con gli obiettivi didattici e devono permettere di valutare le conoscenze e le competenze acquisite dagli studenti. La valutazione finale deve riflettere i criteri stabiliti dagli organi collegiali e mirare al miglioramento continuo dei processi di apprendimento.

Come prepararsi per la prova orale

La durata massima della prova orale varia dai 45 minuti per gli aspiranti docenti della scuola Secondaria di I e II grado, ai 30 minuti per i candidati della scuola dell’Infanzia e Primaria.

Il colloquio si focalizza inizialmente sulle competenze specifiche relative alla disciplina di interesse del candidato o, nel caso di posti di sostegno, sulle competenze relative alla gestione e all’inclusione di alunni con disabilità. 

I candidati devono dimostrare una solida conoscenza del programma di studio previsto dal bando, che comprende:

  • fondamenti teorici e pratici della materia di insegnamento;
  • capacità di progettazione didattica e curricolare per rispondere efficacemente alle esigenze di tutti gli studenti, con un particolare focus sull’inclusione degli alunni con disabilità;
  • conoscenze aggiornate riguardanti le normative e le direttive educative vigenti, così come metodologie innovative nell’insegnamento.

Una sezione significativa del colloquio è dedicata alla valutazione delle capacità linguistiche in inglese del candidato, con l’obiettivo di accertare una competenza almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER). 

Inoltre, il colloquio testa la competenza del candidato nell’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali

Come preparare la lezione simulata

La seconda parte della prova orale prevede l’esposizione della lezione simulata, la durata della quale non può superare la metà del tempo previsto per lo svolgimento dell’intera prova.

La stessa rappresenta un elemento di valutazione complesso che richiede ai candidati di dimostrare non solo conoscenza e competenza nella propria disciplina, ma anche un’approfondita comprensione delle dinamiche didattiche e della capacità di adattarsi a contesti educativi diversi. 

Da qui, l’estrema importanza ricoperta dall’approccio metodologico e dal riferimenti teorici nell’elaborazione della stessa.

I candidati sono, infatti, chiamati a dimostrare la loro competenza pedagogico-didattica, essenziale per promuovere apprendimenti significativi e sviluppare competenze trasversali. 

È, inoltre, fondamentale che i candidati sappiano integrare teorie pedagogiche e didattiche avanzate nelle loro proposte, orientando la lezione verso un approccio che sia al contempo inclusivo e personalizzato. Una lezione simulata ben strutturata risulta, quindi, un elemento chiave per evidenziare la padronanza di tali competenze, essenziale per un efficace processo di insegnamento-apprendimento.

La Fondazione teorica e normativa della lezione simulata

Per una lezione simulata efficace, è cruciale che i candidati fondino le loro scelte metodologiche su basi teoriche e normative solide. Ciò implica l’utilizzo delle Indicazioni Nazionali per il curricolo e delle linee guida riguardanti la pedagogia speciale come pilastri per le decisioni didattiche. 

Integrare questi riferimenti permette di giustificare le decisioni pedagogiche adottate e mostra una profonda comprensione delle normative vigenti. L’abilità di articolare come questi riferimenti influenzano la progettazione della lezione non solo rafforza la proposta didattica del candidato, ma ne evidenzia anche la capacità di connettere teoria e pratica in modo coerente e riflessivo.

Analisi contestuale e identificazione dei bisogni degli studenti

Prima di procedere con la progettazione effettiva della lezione, i candidati devono svolgere un’approfondita analisi del contesto educativo e dei bisogni specifici degli studenti. Questo passaggio è vitale per assicurare che la lezione sia realmente su misura per il pubblico di riferimento. 

Analizzare l’età, il background culturale e le esigenze educative specifiche degli studenti aiuta a identificare le barriere all’apprendimento e le opportunità che possono essere sfruttate per facilitare un insegnamento efficace. Una progettazione mirata permette di creare un ambiente di apprendimento che sia accessibile a tutti gli studenti, considerando le varie esigenze e promuovendo equità ed inclusione.

Definizione degli obiettivi di apprendimento e sviluppo di competenze

Definire con chiarezza gli obiettivi di apprendimento curriculare e le competenze trasversali da sviluppare è un altro pilastro della progettazione della lezione simulata. Questi obiettivi devono essere strategicamente allineati con i traguardi di competenza delineati dalle normative educative. 

È importante che ogni obiettivo sia misurabile, realistico e adeguatamente sfidante, per garantire che la lezione sia strutturata in modo da ottenere i massimi risultati di apprendimento possibili. Gli obiettivi scelti guideranno la selezione delle attività didattiche, delle metodologie e dei materiali da utilizzare, assicurando che ogni aspetto della lezione contribuisca efficacemente al raggiungimento di questi traguardi.

Sviluppo di approcci didattici personalizzati e inclusivi

Infine, i candidati sono chiamati a progettare approcci didattici che facilitino una didattica inclusiva e personalizzata. Questo comporta l’adozione di strategie pedagogiche che valorizzino le diversità e promuovano un ambiente di apprendimento accogliente e stimolante. 

La personalizzazione dell’insegnamento dovrebbe riflettere la capacità del candidato di adattare le metodologie e i contenuti alle specifiche esigenze dei partecipanti, utilizzando strumenti didattici innovativi e tecniche differenziate. Questo non solo migliora l’efficacia dell’apprendimento, ma contribuisce anche a costruire una cultura educativa che rispetti e valorizzi le differenze individuali.

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