Il 4 aprile 2025, i Ministeri dell’Istruzione e del Merito (MIM) e dell’Università e della Ricerca (MUR) hanno emanato una nota congiunta per affrontare le criticità legate ai percorsi abilitanti dei vincitori del concorso PNRR1 (DDG n. 2575/2023).
La nota si concentra sulla stipula di collaborazioni tra università per le classi di concorso non rappresentate in tutte le regioni, ma fornisce anche indicazioni generali per tutti i vincitori, inclusi coloro che hanno già iniziato i corsi.
L’obiettivo è assicurare che i docenti completino il percorso entro i termini stabiliti, per garantire la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre 2025.
SOMMARIO
ToggleLe nuove disposizioni: scadenze e modalità di fruizione
La nota interministeriale del MIM e del MUR del 4 aprile stabilisce che i percorsi abilitanti, necessari per ottenere i 30 o 36 CFU richiesti, devono concludersi entro il 18 luglio 2025.
I docenti vincitori del concorso PNRR1, attualmente in servizio con un contratto a tempo determinato valido fino al 31 agosto 2025, devono completare il percorso entro tale data per poter stipulare il contratto a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre 2025.
Per agevolare il completamento, i Ministeri confermano la possibilità di svolgere fino al 50% delle attività formative in modalità telematica sincrona, come previsto dal comma 6 dell’articolo 18-bis del Decreto Legislativo 59/2017.
Inoltre, la suddivisione tra attività in presenza e a distanza, definita in fase di accreditamento, può essere modificata per garantire il funzionamento del modello formativo e il raggiungimento degli obiettivi.
Criteri per la scelta del percorso
La scelta tra il percorso da 30 o 36 CFU dipende dalla situazione soggettiva del docente al momento dell’attivazione del percorso, e non dai requisiti con cui ha avuto accesso al concorso.
Ad esempio, un docente che ha partecipato al concorso con una laurea e 24 CFU, ma che nel frattempo ha maturato tre anni di servizio, può accedere al percorso ridotto da 30 CFU.
Gli Uffici Scolastici Regionali (USR) sono incaricati di fornire alle università l’elenco dei docenti aventi diritto, specificando, se necessario, il percorso da seguire.
Tale misura è stata introdotta poiché le università non hanno accesso ai fascicoli personali dei docenti e non possono verificare la correttezza delle autocertificazioni.
Collaborazioni tra Università
Per le classi di concorso non rappresentate in tutte le regioni, la nota promuove la stipula di collaborazioni tra atenei.
Le università accreditate per una determinata classe di concorso erogheranno la formazione disciplinare specifica in modalità telematica sincrona, mentre la parte generale del percorso potrà essere svolta in presenza presso un ateneo vicino alla sede di servizio del docente.
L’Allegato 1 della nota elenca le classi di concorso con criticità e il numero di docenti coinvolti, ma i dettagli specifici non sono stati resi pubblici.
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La difficoltà del tirocinio diretto
Un aspetto problematico riguarda il tirocinio diretto, che deve essere completato in un lasso di tempo ristretto, tra l’avvio dei percorsi e il termine delle lezioni il 18 luglio 2025.
La nota solleva la possibilità di applicare anche per l’anno accademico 2024/2025 le indicazioni fornite il 28 giugno 2024 per i percorsi 2023/2024.
Tali indicazioni identificavano, oltre alle ore di lezione in classe, altre attività che possono concorrere al monte ore del tirocinio, come la partecipazione a progetti scolastici o attività di osservazione. Tuttavia, l’estensione di questa misura non è stata ancora confermata.
Sospensione per maternità e altre situazioni
Il Ministro Valditara, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha dichiarato che le docenti in maternità, impossibilitate a svolgere il tirocinio diretto, potranno sospendere il percorso e riprenderlo nell’anno scolastico 2025/2026.
Ad ogni modo, mancano indicazioni operative su come gestire tale sospensione e sulle modalità di ripresa.
Inoltre, la nota non affronta altre situazioni che potrebbero giustificare un rinvio, come problemi di salute o emergenze personali, lasciando un vuoto normativo che potrebbe penalizzare alcuni docenti.