Abilitazione 30 CFU insegnamento

Abilitazione 30 CFU insegnamento

Il DPCM 60 CFU, attualmente al vaglio della Commissione Europea, dovrebbe ricevere il via libera di Bruxelles entro la fine dell’estate. E a quel punto potranno finalmente partire i percorsi abilitanti, compresi quelli relativi ai 30 CFU insegnamento

Dopo un anno di ritardo rispetto alle scadenze previste, finalmente si profilano nuove opportunità per la formazione iniziale degli insegnanti. Le Università sono già in movimento, pronte ad accogliere un’ampia richiesta di partecipazione

Ma quali saranno i contenuti del DPCM? Quali requisiti dovranno soddisfare i candidati? E quali sono le ultime novità legislative che rendono ancora più interessanti i percorsi abilitanti? Scopriamolo insieme, in questo articolo, mentre sveliamo le prospettive che si aprono per il mondo dell’istruzione e per chi aspira a diventare un insegnante qualificato.

Abilitazione 30 CFU insegnamento

L’approvazione, tanto attesa, dell’importante decreto attuativo fornirà finalmente un quadro completo sulla formazione iniziale degli insegnanti. Dando ufficialmente il via alle novità introdotte dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (legge n. 79 del 29 giugno 2022). 

Intanto, le Università si stanno preparando per accogliere i futuri partecipanti ai percorsi abilitanti. Che, stando alle prime indicazioni, dovrebbero oscillare tra i 90mila ed i 100mila aspiranti docenti. Una richiesta elevata e particolarmente significativa dovuta anche all’assenza di percorsi abilitanti dal 2013.  

Il MUR, da parte sua, sta invece lavorando alla piattaforma per gli accreditamenti degli atenei, in modo che sia tutto pronto per settembre.  

Il contenuto del DPCM 60 CFU: cosa cambia

Il DPCM andrà a definire i contenuti e la struttura dei percorsi formativi, con 60 CFU/CFA totali. Di cui almeno 10 dedicati all’area pedagogica e con attività di tirocinio diretto e indiretto di almeno 20 CFU/CFA

Ogni CFU/CFA di tirocinio richiederà almeno 12 ore di impegno in presenza nelle classi. 

Altre tematiche da regolamentare riguardano la formazione inclusiva delle persone con disabilità, la percentuale di presenza alle attività formative e le modalità di svolgimento della prova finale (una prova scritta e una orale).

Chi può partecipare ai corsi 30 CFU insegnamento?

La bozza del DPCM prevede una quota di riserva di posti per i docenti con contratti di docenza presso scuole statali o paritarie o nei percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni. 

Nello specifico, la quota di riserva prevista corrisponde  – sulla base dell’offerta formativa programmata e accreditata per ogni classe di concorso in tutte le Università – al:

  • 40% per il primo ciclo;
  • 30% per il secondo e terzo ciclo.

I corsi saranno aperti a:

  • laureati magistrali;
  • iscritti a corsi magistrali o a ciclo unico (purché abbiano già conseguito almeno 180 crediti). 

Abilitazione 30 CFU insegnamento

Nell’ambito dell’abilitazione all’insegnamento, il percorso da 30 CFU è dedicato ai vincitori di concorso che abbiano già conseguito 30 CFU. 

Nonché ai docenti già abilitati in un’altra classe di concorso o in un altro grado. E ai docenti specializzati e assunti su sostegno che non dispongono dell’abilitazione sulla disciplina in cui insegnano.

Infine, dovranno conseguire 30 CFU anche gli aspiranti docenti con tre anni di servizio e vincitori di concorso.

Percorso CFUDestinatariRequisiti
30 CFUVincitori di concorsoIn possesso di almeno 30 CFU
Docenti già abilitati in altra classe di concorso o in altro grado
Docenti specializzati e assunti su sostegno senza abilitazione sulla disciplina in cui insegnano
Vincitori dei concorsi con tre annualità di servizio

Il relativo percorso di formazione sarà strutturato nel seguente modo:

Contenuto dei percorsiCFU/CFA
Discipline di area pedagogica4
Tirocinio indiretto15
Didattica delle discipline, linguaggio delle discipline, Metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento9
Discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica2

Costi e prova finale

Il DPCM formazione fissa, inoltre, il costo per ottenere i 60 CFU a 2.500 euro. Mentre per gli studenti già iscritti (con almeno 180 crediti già conseguiti) e per coloro che hanno già acquisito i 24 CFU il costo sarà di 2.000 euro. 

I relativi percorsi dovrebbero concludersi entro l’anno accademico 2023/24

La prova finale sarà composta da una prova scritta e da una lezione simulata, miranti a valutare l’acquisizione delle competenze professionali. La commissione potrà assegnare un massimo di dieci punti sia per la prova scritta che per la lezione simulata. Il punteggio minimo che gli aspiranti docenti dovranno ottenere per superare la prova e garantirsi l’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso è, in entrambi i casi, di 7/10.  

30 CFU insegnamento: aggiornamenti legislativi e novità

É anche importante osservare che il decreto PA bis, prossimo all’approvazione definitiva, prevede che per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, i percorsi di formazione iniziale possano essere svolti in modalità telematica sincrona. Seppur solo fino al 50% del totale (rispetto al 20% attuale) ed escludendo le attività di tirocinio e laboratorio. 

Inoltre, è stato soppresso il limite numerico degli abilitati per specifiche classi di concorso. Ciò significa che non ci saranno più restrizioni relative agli insegnanti che possono ottenere l’abilitazione. Una maggiore flessibilità senza restrizioni quantitative attesa da tempo dai cosiddetti “ingabbiati”. 

Per quanto riguarda i 30 CFU insegnamento, potranno accedervi i docenti precari sia della scuola statale che paritaria in possesso dei seguenti requisiti:

  • 3 anni di servizio (anche non consecutivi) negli ultimi 5 anni. Almeno uno dei quali nella classe di concorso specifica per la quale si intende ottenere l’abilitazione.

Inoltre, stando ad alcune indiscrezioni, l’avvio dei percorsi universitari abilitanti potrebbe avvenire già entro la fine del 2023. Occorre, tuttavia, attendere conferme ufficiali in tal senso. Anche alla luce delle evidenti difficoltà gestionali che vedono coinvolti sia il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) che quello dell’Università e  della Ricerca (MUR). 

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