Alcuni lavori meritano un’attenzione costante per quanto riguarda la preparazione richiesta. Ecco perché bisogna comprendere che cosa siano i corsi di aggiornamento docenti.
Dei percorsi formativi volti a mantenere gli insegnanti sempre vigili sul proprio campo. In tal modo, infatti, possono restare al pari delle novità del loro settore.
SOMMARIO
ToggleCorsi di aggiornamento docenti. Definizione
Per parlare di corsi di aggiornamento docenti bisogna partire dalla loro definizione. La Legge n. 107 del 13 luglio 2015 si è espressa a riguardo. Ivi si può leggere che la formazione del personale scolastico deve essere obbligatoria, permanente e strategica.
I corsi di aggiornamento docenti, dunque, sono visti come un’opportunità di crescita per tutti coloro che operano dietro una cattedra.
L’innovazione sociale, infatti, è costante e ciò porta gli insegnanti a dover seguire i nuovi contesti che si generano. Professori e professoresse non hanno solo il compito di trasmettere contenuti nozionistici.
Il loro dovere è anche quello di diramare valori legati alla possibilità di vivere degnamente all’interno della comunità di appartenenza.
Il sistema educativo, dunque, accompagna i giovani nella crescita totale, sotto tutti i punti di vista.
Nella suddetta legge, nell’articolo 1 comma 124, si afferma, inoltre, che «le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche».
La formazione continua
I corsi di aggiornamento docenti, dunque, rientrano in quella visione definita come formazione continua. Un altro documento che si può valutare in tal senso è il Piano per la formazione dei docenti 2016-2019.
In esso si esplicita la necessità della scuola di non discostarsi dai bisogni della società. Quest’ultima, infatti, ha subito profondi cambiamenti e ciò presuppone il dover prestare la giusta attenzione alla cultura.
L’istruzione, dunque, è un vero e proprio investimento per consentire la crescita dal punto di vista umano.
La Legge n. 107 del 13 luglio 2015, che era stata menzionata precedentemente, mette in campo un nuovo quadro formativo. Esso, usando le parole della medesima legge, si sviluppa nel seguente modo:
- il principio della obbligatorietà della formazione in servizio;
- l’assegnazione ai docenti di una card personale per la formazione;
- la definizione di un Piano nazionale di formazione (triennale), con relative risorse finanziarie;
- l’inserimento nel piano triennale dell’offerta formativa di ogni singola scuola della ricognizione dei bisogni formativi e delle azioni formative progettate;
- il riconoscimento della partecipazione alla ricerca, alla formazione, alla documentazione di buone pratiche, come criteri per valorizzare e incentivare la professionalità docente.
Corsi di aggiornamento docenti. Le certificazioni informatiche
Uno dei modi per conseguire dei corsi di aggiornamento docenti è rappresentato dalle certificazioni informatiche. Esse sono degli attestati che garantiscono in maniera oggettiva le competenze acquisite in ambito digitale.
La didattica digitale è un’altra costituente essenziale della scuola italiana, Negli ultimi anni, infatti, essa si è legata a quella tradizionale non per rimuoverla, ma per supportarla.
Gli attrezzi tecnologici presenti negli istituti consentono un maggior coinvolgimento degli alunni durante le spiegazioni. Inoltre, possono rivelarsi indispensabili per l’inclusione di studenti con problemi fisici e/o psichici.
Tra le certificazioni informatiche che possono interessare gli insegnanti, o gli aspiranti tali, ci sono:
- corso LIM;
- corso Tablet;
- corso EIPASS;
- corso Coding.
Un’ulteriore nota positiva da ricordare in tale contesto è il fatto che tali attestati siano valevoli ai fini delle graduatorie. All’interno dell’Ordinanza Ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022, infatti, si afferma che ognuna di esse vale 0,5 punti.
L’aspirante insegnante, però, può raggiungere un massimo di quattro certificazioni informatiche che insieme formano 2 punti in più.
Corsi di aggiornamento docenti. Le certificazioni linguistiche
Un diverso modo per continuare la strada della formazione continua è rappresentata dalle certificazioni linguistiche. La Legge n. 124 del 7 agosto 2015, infatti, ha messo in campo la riorganizzazione dell’amministrazione pubblica.
In essa è previsto la conoscenza della lingua inglese per i dipendenti pubblici. I professori e le professoresse, dunque, sono tenuti ad avere un buon livello in tale disciplina.
Le certificazioni linguistiche, infatti, si distinguono nei seguenti livelli di preparazione:
- base, A1 e A2;
- autonomo, B1 e B2;
- esperto, C1 e C2.
Inoltre, questi gradi hanno un quadro di riferimento ben preciso su cui basarsi:
- scrittura;
- ascolto;
- lettura;
- espressione orale.
Il tutto è basato sulle indicazioni date dal CEFR, ovvero Common European Framework of Reference for Languages. In Italia prende il nome di QCER, Quadro Comune di Riferimento Europeo.
Anche in questo caso si ha del punteggio maggiore in GPS. Infatti, il punteggio del B2 è di 3 punti, il livello C1 vale 4 punti, mentre il C2 equivale a 6 punti.