L’immissione in ruolo di 70.000 docenti entro il 2024, grande obiettivo del PNRR Istruzione, è seriamente a rischio. Tant’è che l’esecutivo Meloni ha già provveduto in via ufficiale a chiedere a Bruxelles una proroga di 2 anni. Spostando, quindi, il raggiungimento della quota di nuovi insegnanti prevista nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al 31 dicembre 2026.
Né si tratta, a ben vedere, di una notizia inattesa né tantomeno imprevedibile. Del resto, l’assunzione massiva di docenti entro un arco temporale relativamente ristretto fissata dalla Legge 79/2022 ha sollevato dubbi sin dalla sua promulgazione. E gli addetti ai lavori erano già consapevoli da tempo dell’impossibilità di rispettare le disposizioni del PNRR entro il 2024.
D’altro canto, si è cominciato a parlare dell’ipotesi di una proroga fin dall’insediamento del nuovo governo. E adesso arriva anche la conferma del Responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, già Presidente della Commissione Cultura Senato. “La richiesta di posticipare di due anni la deadline prevista nel 2024 – ha annunciato – è stata inoltrata a Bruxelles”.
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TogglePNRR, 70.000 docenti entro il 2024: proroga da Bruxelles?
Ma quali sono i fattori alla base di questa decisione? Tutto si riduce a una questione operativa. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo delle 70 mila nuove assunzioni, infatti, sarà necessario portare a termine due separate procedure concorsuali.
La prima di queste è il Concorso straordinario ter 2023 (il cui bando è atteso entro settembre) che dovrebbe svolgersi in autunno e garantire l’immissione in ruolo di 30.000 nuovi docenti. In realtà, in un primo momento il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva manifestato l’intenzione di svolgere le prove d’esame durante il periodo estivo in modo da procedere con le assunzioni già a partire dall’anno scolastico 2023-2024. Qualcosa, tuttavia, è andato storto. E, pertanto, bisognerà aspettare l’anno scolastico 2024-2025 per l’immissione in ruolo dei vincitori.
La seconda procedura concorsuale, questa volta ordinaria, dovrebbe essere bandita nel 2024. Ma la stessa è strettamente legata all’avvio dei nuovi percorsi abilitanti previsti dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (DL 36/2022 convertito nella legge n. 79/2022). Ed è proprio il ritardo nell’avvio dei corsi da 60, 30 e 36 CFU ad incidere sulla tempistica di svolgimento del concorso ordinario e, di conseguenza, sulle assunzioni degli ulteriori docenti necessari per raggiungere l’obiettivo posto dal PNRR.
70.000 docenti entro il 2024: il Concorso Straordinario ter
Il Concorso Straordinario ter, annunciato lo scorso 6 aprile dal MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito), rappresenta di fatto la prima tappa verso l’obiettivo dei 70.000 docenti entro il 2024. L’uscita del bando è attesa entro settembre. Mentre le prove si svolgeranno in autunno. L’assunzione dei vincitori per la copertura dei 30.000 posti disponibili è, invece, prevista per l’anno scolastico 2024-2025.
Potranno partecipare a questa importante procedura concorsuale tutti gli aspiranti docenti in possesso dei seguenti requisiti:
- 3 anni di servizio (di cui uno specifico nella classe di concorso per cui ci si candida) negli ultimi 5 anni presso le scuole statali;
- oppure 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022.
Ad ogni modo, i candidati dovranno anche essere in possesso di:
- laurea con accesso alla classe di concorso;
- oppure diploma per ITP;
- oppure il titolo di specializzazione (anche con riserva in attesa di riconoscimento) per i posti di sostegno.
Resta, invece, ancora da chiarire se il concorso riguarderà solo la scuola secondaria o anche la Primaria e l’Infanzia. Nessuna notizia certa nemmeno sulle classi di concorso e sull’eventuale coinvolgimento anche dei docenti di sostegno.
70.000 docenti entro il 2024: il Concorso ordinario 2024
Come già anticipato, nell’ambito dell’obiettivo di assunzione di 70 mila docenti previsto dal PNRR, un elemento cruciale risiede nel prossimo concorso ordinario. Questo, infatti, rappresenta una tappa fondamentale per raggiungere il suddetto target.
Tuttavia, l’avvio di tale concorso è strettamente collegato ai percorsi abilitanti, che, ad oggi, non hanno ancora preso il via. Di conseguenza, la loro conclusione appare improbabile prima della fine del prossimo anno accademico.
Questo intoppo rende poco verosimile il rispetto della scadenza del 31 dicembre 2024. E, infatti, è stato proprio questo aspetto a spingere il governo a richiedere una proroga.
L’obiettivo? Assicurarsi che gli aspiranti docenti abbiano il tempo necessario per conseguire almeno i 30 CFU richiesti per accedere al concorso durante la fase transitoria della Riforma.
Una volta superato questo step, i docenti selezionati potranno concretamente contribuire a raggiungere la cifra di 70 mila assunzioni prevista dal PNRR.
Non è escluso, infine, che il Ministero possa considerare l’opzione di un accesso “con riserva” per quei docenti che sono prossimi al completamento dei percorsi da 30 CFU.
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