Il personale ATA è al centro di una drastica riduzione di organico che preoccupa il mondo scolastico e i sindacati. Con quasi 13.000 posti in meno previsti entro il prossimo anno, tra cancellazioni già attuate e tagli programmati, la situazione si profila critica.
La legge di Bilancio 2025 potrebbe ulteriormente aggravare la situazione, con effetti negativi per il funzionamento delle scuole e la qualità dei servizi agli studenti. Il sindacato Anief ha messo in atto una serie di proteste per combattere contro i tagli al personale ATA.
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SOMMARIO
TogglePersonale ATA: quasi 13.000 posti in meno entro il 2025
Secondo quanto denunciato dall’organizzazione sindacale Anief, il settore del personale ATA è particolarmente colpito dalle politiche di contenimento della spesa pubblica. I numeri sono allarmanti:
- Oltre 6.000 collaboratori scolastici e 3.000 assistenti amministrativi e tecnici che facevano parte dell’organico aggiuntivo previsto dal PNRR e dall’Agenda Sud non sono stati confermati.
- Circa 2.200 posti di personale ATA saranno tagliati con la manovra economica del 2025, attualmente in discussione.
- 973 unità di personale distaccato in altri comparti pubblici non sono mai state rimpiazzate.
Se questi numeri saranno confermati, il risultato sarà una media di due unità di personale ATA in meno per ogni scuola pubblica autonoma, con gravi ripercussioni sulle attività scolastiche.
Le critiche di Anief e le conseguenze dei tagli
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha espresso forte preoccupazione per l’impatto di questi tagli sul sistema scolastico. “È sconcertante – afferma Pacifico – che si continui a fare cassa sul personale ATA, ignorando le esigenze delle scuole e degli studenti. Questi tagli mettono a rischio attività fondamentali per il funzionamento degli istituti e per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR.”
Pacifico sottolinea che la mancata conferma dell’organico aggiuntivo e la riduzione del personale rischiano di compromettere:
- La lotta alla dispersione scolastica, un pilastro dei progetti finanziati con fondi europei.
- La gestione ordinaria delle scuole, come apertura, chiusura e sorveglianza, attività garantite principalmente dai collaboratori scolastici.
Anief teme che queste politiche non solo penalizzino il personale precario, ma creino un vuoto operativo che danneggi gli studenti, privandoli di servizi essenziali e supporti educativi cruciali per il loro percorso formativo.
Un appello per il futuro della scuola
Il sindacato Anief chiede al governo e al Parlamento di rivedere le scelte fatte, ripristinando almeno parte delle risorse tagliate e garantendo il personale necessario per la gestione delle scuole.
Il timore è che l’adozione di queste misure porti a un collasso operativo delle scuole, con ripercussioni a lungo termine sul sistema educativo nazionale.
La partita, ora, si gioca nella conversione del disegno di legge di Bilancio. La speranza è che le istituzioni comprendano la gravità della situazione e intervengano per tutelare uno dei pilastri fondamentali della società: la scuola pubblica.