Riapertura iscrizioni 24 CFU insegnamento

Riapertura iscrizioni 24 CFU insegnamento

Solo fino a pochi mesi fa sembrava assolutamente impossibile. Eppure, dopo essere stati cancellati e superati, i 24 CFU potrebbero ben presto tornare ad occupare il loro ruolo di primo piano all’interno dei requisiti richiesti agli aspiranti docenti. 

I classici 24 crediti formativi universitari nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche furono introdotti dal Decreto Ministeriale n. 616 del 10 agosto 2017 (il cosiddetto “Decreto 24 CFU”). E da allora sono sempre stati fondamentali tanto per le Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) quanto per i concorsi scuola.

Almeno fino all’entrata in vigore della legge n. 79 del 29 giugno 2022 (conversione in legge – con modificazioni – del decreto n. 36 del 30 aprile 2022). Quest’ultima, infatti, ha introdotto la Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti fortemente voluta e sostenuta dall’ex Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. 

E tra le principali novità della Riforma c’è proprio l’addio definitivo ai 24 CFU e la conseguente introduzione di un nuovo percorso di formazione abilitante di 60 CFU. 

Riapertura iscrizioni 24 CFU insegnamento

Dai 24 CFU ai 60 CFU. O forse no? Intanto, è bene precisare che la legge 79/2022 prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2024. In questa fase sarà, pertanto, ancora possibile utilizzare i 24 CFU. A condizione, però, di averli conseguiti entro il 31 ottobre 2022.  

Ciononostante, l’ipotesi di riapertura delle iscrizioni 24 CFU insegnamento è tutt’altro che da escludere. Il ritardo nell’emanazione del DPCM 60 CFU potrebbe, infatti, favorire il “ritorno” dei 24 CFU. Magari con una proroga. In attesa che il decreto attuativo chiarisca finalmente le strategie della nuova Riforma del reclutamento. 

Il DPCM, in realtà, era già atteso entro il 31 luglio 2022. Ma la crisi del governo Draghi ha determinato un inevitabile slittamento del decreto. 

Tuttavia, per capire cosa accadrà nei prossimi mesi e se davvero ci sarà ancora spazio per i 24 CFU, bisogna soffermarsi con attenzione sui 60 CFU. 

Il DPCM 60 CFU

Proprio il ritardo nell’emanazione del DPCM 60 CFU potrebbe, di fatto, non solo favorire, ma addirittura rendere necessaria la riapertura delle iscrizioni 24 CFU.

Il decreto attuativo in questione è, infatti, imprescindibile per completare gli effetti della legge n. 79/2022. Oltre a definire i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa relativa al conseguimento dei 60 CFU, dovrà altresì stabilire anche il numero di crediti extra riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità. Nonché la percentuale minima di presenze alle attività formative per l’accesso alla prova finale. E, infine, anche le modalità di svolgimento della prova finale del percorso, comprendente una prova scritta e una prova orale.

60 CFU. La posizione del governo Meloni

Anzitutto, va detto che il termine del 31 luglio 2022 per l’emanazione del DPCM 60 CFU chiamato a definire i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa relativa al conseguimento dei 60 crediti formativi universitari non era perentorio.

Inoltre, il cambio di guardia tra Draghi e Meloni sembrava addirittura poter mettere in discussione la conferma della Riforma Bianchi e, di conseguenza, anche l’introduzione dei 60 CFU.

Tuttavia, a chiarire la posizione  del nuovo governo ci ha pensato il neo Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il quale ha voluto non solo confermare i 60 CFU, ma anche annunciare un’ulteriore potenziamento della Riforma. 

Un’altra conferma era arrivata poche settimane dopo dalla voce del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. A dicembre dello scorso anno, infatti, la stessa annunciò l’imminente pubblicazione del DPCM. Cosa, però, non ancora avvenuta.

Ecco, dunque, che in mancanza del decreto attuativo relativo ai 60 CFU l’intera applicazione della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti potrebbe slittare ben oltre le previsioni iniziali. 

Rendendo necessaria una proroga della fase di transizione, anche in virtù degli importanti appuntamenti previsti a partire dal 2024 per il mondo della scuola. Che, tradotto, significa: riapertura delle iscrizioni 24 CFU

Aspettando la riapertura delle iscrizioni 24 CFU. Come conseguire i 60 CFU?

In attesa di capire se e, soprattutto, quando riapriranno le iscrizioni 24 CFU, cerchiamo di capire cosa prevede la Riforma Bianchi in merito all’acquisizione dei 60 CFU.

Stando a quanto previsto dalla legge 79/2022 sarà possibile acquisire i 60 CFU sia durante il percorso di studi – in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo – sia dopo aver ottenuto la laurea. 

Saranno, inoltre, previsti, anche un periodo di tirocinio nelle scuole e una prova finale comprensiva di una lezione simulata.  

Riforma Bianchi: il nuovo reclutamento dei docenti

L’introduzione dei 60 CFU rappresenta a tutti gli effetti una svolta storica che, per diversi aspetti, rivoluzionerà l’accesso al Mondo Scuola. Almeno per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e di secondo grado. La Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti non prevede, infatti, nessun cambiamento per quanto riguarda invece la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. 

I 60 CFU prevedono un percorso a numero chiuso organizzato direttamente dagli Atenei attraverso i centri universitari di formazione iniziale. Ovviamente, in stretta relazione con il sistema scolastico. É, inoltre, previsto anche un tirocinio diretto da svolgersi nelle scuole (20 CFU). 

10 CFU dovranno, invece, essere necessariamente conseguiti nell’area pedagogica. Prima di ottenere l’ambita abilitazione, l’aspirante docente dovrà affrontare e superare una prova finale che prevede anche una lezione simulata.  

60 CFU: la fase transitoria

La Riforma Bianchi, come già anticipato, prevede un periodo di “assestamento” che durerà fino al 31 dicembre 2024. E proprio durante questa fase transitoria sono previste alcune eccezioni molto interessanti. Non ultima delle quali, quella legata all’acquisizione dei 24 CFU.

Il termine ultimo per il conseguimento dei 24 CFU era il 31 ottobre 2022.  Tuttavia, gli stessi saranno spendibili come titolo d’accesso fino al 31 dicembre 2024 per la partecipazione al concorso scuola, al TFA Sostegno e al prossimo aggiornamento delle GPS

Gli aspiranti docenti interessati avranno, tuttavia, l’obbligo – una volta eventualmente superato il concorso – di integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato). Fermo restando l’anno di prova con valutazione finale prima della definitiva immissione in ruolo. 

60 CFU: precari storici

Tra le eccezioni contemplate dalla Riforma Bianchi c’è quella riservata ai cosiddetti precari storici. Vale a dire agli aspiranti docenti con almeno 3 annualità di servizio – anche non continuativi – negli ultimi 5 anni. Con almeno 180 giorni complessivi di servizio e purché almeno un’annualità sia stata svolta sulla specifica classe di concorso.

Gli stessi potranno, infatti, accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi. Una volta superato il concorso, però, dovranno poi acquisire almeno 30 CFU durante il primo anno di immissione in servizio (con contratto a tempo determinato). E, quindi, affrontare anche la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. 

60 CFU: docenti già abilitati

Un’altra eccezione è quella che riguarda gli insegnanti già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno. 

Secondo quanto previsto dalla Riforma Bianchi, gli stessi potranno conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione limitandosi ad acquisire soli 30 CFU

Di questi, tuttavia, 20 CFU dovranno essere riferiti al campo delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento. Mentre i restanti 10 CFU dovranno essere di tirocinio diretto. 

Anche per loro, una volta superato il concorso, scatterà l’obbligo di conseguire ulteriori 30 CFU e di superare la prova finale prima dell’immissione in ruolo a tempo indeterminato. 

Nuove iscrizioni 24 CFU

Senza il decreto attuativo inerente ai 60 CFU, l’applicazione della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti a partire da gennaio 2025 sarà, di fatto, impossibile.

E i ritardi biblici nell’emanazione dell’atteso DPCM suggeriscono che, al di là delle dichiarazioni dei Ministri Valditara e Bernini, esista qualche problema. Che si tratti di un ripensamento, di una rivisitazione o, addirittura, di una riscrittura è difficile dirlo. 
Sta di fatto che, al momento, le indiscrezioni relative ad un’imminente riapertura delle iscrizioni 24 CFU sono sempre più insistenti e credibili. 

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