Il mondo della scuola è in fermento dopo l’annuncio della riduzione degli organici del personale ATA a partire dall’anno scolastico 2026/27.
La decisione, prevista dalla Legge di Bilancio 2025, prevede un taglio di 2.174 unità, ed è proprio questa drastica riduzione ad aver portato ad una dura reazione da parte delle maggiori sigle sindacali.
Durante l’incontro di ieri – 11 marzo 2025 – tra Ministero e sindacati, i rappresentanti dei lavoratori hanno manifestato il loro dissenso, evidenziando come questa scelta comprometta il buon funzionamento degli istituti scolastici. Un ulteriore confronto è fissato per il 19 marzo.
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SOMMARIO
ToggleUn taglio che mette a rischio il sistema scolastico
La riduzione del personale ATA è frutto della normativa contenuta nella Legge di Bilancio 2025, che impone una revisione delle dotazioni organiche a partire dal 2026.
L’obiettivo dichiarato dal governo è quello di razionalizzare le risorse, ma i sindacati denunciano il rischio di paralisi amministrativa e operativa nelle scuole.
Il personale ATA, difatti, svolge funzioni essenziali per il regolare svolgimento delle attività scolastiche, dalla gestione amministrativa all’assistenza tecnica e logistica.
Secondo i sindacati, ridurre ulteriormente gli organici già insufficienti significa aggravare le difficoltà degli istituti, aumentando il carico di lavoro per il personale rimanente e penalizzando la qualità del servizio offerto agli studenti.
La mobilitazione sindacale: richiesta di blocco dei tagli
Le organizzazioni sindacali hanno espresso un dissenso unanime. La Flc Cgil ha ribadito la propria opposizione alla riduzione degli organici, sottolineando come questa misura vada a colpire un settore già provato da carenze strutturali.
La decisione di posticipare il taglio dal 2025 al 2026 è stata vista come un primo passo, ma non sufficiente: l’obiettivo resta quello di evitare del tutto la riduzione dei posti di lavoro.
Anche l’Anief, attraverso le parole del suo presidente Marcello Pacifico, ha definito il provvedimento inaccettabile, affermando che le scuole non sono in grado di funzionare correttamente con l’attuale numero di addetti.
La richiesta principale è quella di ripristinare l’organico aggiuntivo, garantendo così un livello adeguato di servizi.
La Uil Scuola Rua, inoltre, ha sollevato la questione della proroga dei contratti legati ai fondi PNRR, denunciando il continuo ridimensionamento del personale ATA come un problema ormai cronico.
In attesa di un nuovo incontro
A tutte le motivazioni precedentemente elencate, si aggiunge la mancata sostituzione delle 973 unità distaccate presso altre amministrazioni, un ulteriore elemento che, secondo i sindacati, mina la tenuta del sistema scolastico.
Con la riunione del 19 marzo alle porte, il confronto tra governo e rappresentanze sindacali si preannuncia acceso.
Le parti sociali continuano a chiedere un’inversione di rotta, temendo che questi tagli possano avere ripercussioni negative sul funzionamento delle scuole italiane e sul diritto all’istruzione degli studenti.