L’apprendimento cooperativo (AC), o cooperative learning, è un metodo didattico basato sulla cooperazione: gli studenti vengono divisi in piccoli gruppi e ciascuno lavora per raggiungere un obiettivo comune, favorendo l’interazione, il lavoro di squadra e la partecipazione equa e simultanea.
Scopriamo le sue origini, i suoi principi fondamentali e in che modo è possibile applicarlo concretamente in classe.
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SOMMARIO
ToggleCos’è l’apprendimento cooperativo?
L’apprendimento cooperativo, o cooperative learning, consiste in una modalità di apprendimento basata sull’interazione tra studenti appartenenti allo stesso gruppo, che collaborano per raggiungere un obiettivo comune assimilando, al contempo, nuove nozioni e conoscenze.
L’AC è, quindi, un approccio pedagogico e didattico che utilizza il coinvolgimento cognitivo ed emotivo del gruppo come strumento di apprendimento e si pone come alternativa alla classica lezione frontale.
Nella pratica, infatti, gli studenti vengono suddivisi in piccoli gruppi e collaborano tra loro in modo solidale e responsabile per raggiungere un obiettivo comune, ottenendo alla fine una valutazione sia individuale, sia di gruppo.
Il cooperative learning ha origine, verso la fine del Settecento, dal sistema di mutuo insegnamento dell’educatore inglese Andrew Bell, ripreso qualche anno dopo da Joseph Lancaster. Secondo la definizione del pedagogo svizzero Grégoire Girard, si tratta di:
“esatta divisione della scuola in più classi […] e lavoro simultaneo di tutte le classi, nello stesso locale e negli stessi momenti”.
Dagli inizi dell’Ottocento in poi, questo metodo si diffonde in diversi Paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Spagna e anche Italia, grazie a Federico Confalonieri. Giunge oltreoceano, negli Stati Uniti, dove si sviluppa in Apprendimento Cooperativo grazie al pedagogista John Dewey e allo psicologo Lewin, entrambi concordi sul fatto che l’apprendimento sia possibile grazie alla cooperazione e all’interazione in ambito scolastico.
Ulteriori studi in merito si accodano nel corso degli anni, come quelli dello psicologo e pedagogista svizzero Jean Piaget e dello psicologo russo Lev Vygotskij. Nel corso degli Anni Sessanta del Novecento, poi, sono tanti altri gli studiosi che sottolineano l’efficacia dell’Apprendimento Cooperativo non solo nel contesto scolastico ma, più in generale, nel sistema di interazione sociale.
I principi fondamentali dell’apprendimento cooperativo
L’apprendimento cooperativo si basa, quindi, sulla cooperazione degli studenti, divisi in gruppi. I principi fondamentali del metodo sono sostanzialmente 6:
- interdipendenza positiva, intesa come legame tra i vari componenti del gruppo che devono collaborare tra loro mettendo in gioco abilità ed emozioni. Nell’AC questo principio è fondamentale, perché tutti i membri del gruppo hanno la percezione di essere collegati positivamente tra loro;
- responsabilità individuale e di gruppo, che permette ai singoli di crescere attraverso la cooperazione. I membri del gruppo si arricchiscono grazie al supporto degli altri, valorizzando al contempo le proprie abilità. Ciascuno è responsabile per sé e per il gruppo, il che crea empatia e sprona i singoli a lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo comune;
- interazione simultanea e costruttiva, necessaria per ottenere risultati gratificanti. Il singolo ha bisogno del resto del gruppo per raggiungere lo scopo finale e, quindi, deve avere fiducia e rispetto degli altri. Tutti i membri partecipano nello stesso momento e in modo costruttivo, avvalendosi delle reciproche abilità;
- partecipazione equa, che deve essere complementare alla simultaneità; non basta, infatti, lavorare nello stesso momento per raggiungere l’obiettivo, ma è importante che tutti si applichino equamente e partecipino con lo stesso livello di collaborazione;
- abilità sociali, elementi essenziali dell’AC che si manifestano in occasione delle relazioni interpersonali. Ogni componente del gruppo deve, quindi, imparare ad apprendere e sviluppare queste abilità in un’ottica di collaborazione e cooperazione, sfruttandole per risolvere i conflitti e aiutarsi reciprocamente;
- valutazione finale, utile per arricchire ulteriormente tutti i partecipanti. Si tratta di un momento di crescita personale, perché i componenti di ciascun gruppo possono osservare e analizzare il lavoro svolto, i risultati ottenuti e le modalità con le quali sono stati in grado di superare le sfide proposte.
Questi principi si rivelano interessanti nell’ambito della didattica inclusiva, che propone la collaborazione e la cooperazione tra tutti i componenti della stessa classe, senza esclusioni. Ciò significa che possono (anzi, devono) partecipare anche studenti con disabilità, BES e DSA trovando nei compagni fonte di motivazione e supporto pratico ed emotivo. I “più bravi” aiutano i “meno bravi”, ognuno mette in gioco le proprie abilità e, insieme, si raggiunge lo stesso obiettivo finale.
Come funziona l’apprendimento cooperativo in classe?
L’apprendimento cooperativo, o cooperative learning, promuove quindi la cooperazione: gli studenti, divisi in piccoli gruppi, lavorano insieme su un progetto comune e la valutazione del singolo dipende, ovviamente, da quella dei vari gruppi di lavoro e dai progressi raggiunti.
Se ben organizzato, l’AC porta a un incremento del rendimento scolastico dei singoli studenti, delle loro capacità relazionali e della creazione di un contesto di lavoro favorevole e positivo.
In sostanza, con l’AC, per gli studenti tutto diventa motivo di crescita e apprendimento e tutte le relazioni instaurate con i compagni di classe si rivelano fonti di arricchimento, anche personale.
1 – Organizzazione dei gruppi
La divisione della classe in piccoli gruppi sta alla base dell’apprendimento cooperativo in classe. Ogni gruppo è composto da elementi diversi, con capacità differenti, che lavorano equamente e simultaneamente per raggiungere l’obiettivo finale. I membri si aiutano tra loro, si supportano, stringono rapporti basati sulla fiducia e sul sostegno reciproco e, così facendo, sviluppano quelle abilità sociali che si riveleranno estremamente utili in futuro.
2 – Il ruolo del docente
Nell’AC, l’insegnante perde il ruolo di protagonista (tipico della classica lezione frontale) per lasciare spazio ai suoi studenti e diventare un semplice supervisore. Il suo compito è di proporre il progetto e dividere la classe in gruppi, monitorare le varie fasi del progetto e intervenire, se necessario, fornendo informazioni e spunti.
3- Le attività pratiche
Le attività pratiche che si possono proporre con l’apprendimento cooperativo sono davvero tante. Tra queste, una in particolare è ampiamente diffusa in scuole e università: si tratta del giornalino scolastico, al quale ogni membro di ciascun gruppo può partecipare mettendo a disposizione le proprie abilità.
Di conseguenza, chi ama scrivere può realizzare articoli e interviste, chi è bravo a disegnare può creare immagini e vignette da accompagnare ai vari pezzi, chi è particolarmente portato per l’organizzazione pratica può occuparsi dell’impaginazione del prodotto finale, e così via. In un progetto del genere, ogni studente ha la possibilità di mettersi in gioco, compiere la sua parte e collaborare con i compagni per la realizzazione di un giornalino scolastico ben fatto e originale!
I vantaggi dell’apprendimento cooperativo
L’apprendimento cooperativo, ampiamente utilizzato dalla didattica attiva moderna, comporta una lunga serie di vantaggi sia per gli studenti, sia per gli insegnanti. Per quanto riguarda i primi, l’AC è in grado di:
- migliorare l’apprendimento scolastico, dato che gli studenti lavorano in modo organizzato e con maggiori stimoli, con la possibilità di generare risultati più performanti;
- favorire le occasioni e le capacità di confronto, considerando che all’interno di un gruppo è inevitabile che nascano dibattiti e discussioni. In questo caso, i vari componenti hanno la possibilità di crescere e migliorare le proprie capacità di dialogo;
- promuovere l’interazione tra le parti, stimolata proprio dal lavoro di squadra che spinge il singolo a confrontarsi e a relazionarsi con il resto del gruppo;
- evidenziare le responsabilità singole e di gruppo, strettamente connesse tra loro. Se un componente non si assume le proprie responsabilità ne risente tutto il gruppo, quindi è importante stimolare il suo senso di appartenenza al team;
- favorire il lavoro di gruppo, dato che lavorare con altre persone può non essere sempre facile;
- migliorare il benessere psico-sociale, soprattutto degli studenti più timidi e/o che tendono a isolarsi. Fare parte di un gruppo può aiutarli a socializzare, ad aumentare la propria autostima e a scoprire doti nascoste.
Da parte loro, anche gli insegnanti possono beneficiare di un gran numero di vantaggi, in primis una migliore gestione della classe: se gli studenti sono ben organizzati e concentrati su ciò che devono fare, il docente deve semplicemente supervisionare e accertarsi che tutto “fili liscio”, intervenendo solo se strettamente necessario.
Infine diventando un vero e proprio dispensatore di consigli e informazioni, accresce la fiducia nei suoi confronti da parte degli studenti e promuove un clima di serenità e positività da mantenere anche in occasione delle successive lezioni frontali.