Come diventare insegnante?

diventare insegnante

Quella del docente è sicuramente una delle professioni più ambite ed affascinanti. Eppure, per ottenere una cattedra di ruolo, la semplice laurea può non essere sufficiente. Serve ben altro. Cerchiamo allora di capire come diventare insegnante nel modo più veloce possibile.  

Anzitutto, è necessario conseguire il titolo di studio di accesso all’insegnamento in modo da poter chiedere l’inserimento nelle graduatorie finalizzate all’assegnazione delle supplenze. 

Gli aspiranti docenti dovranno, tuttavia, essere in possesso anche dei 24 CFU. Ovvero di crediti formativi universitari nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Senza non si può, infatti, partecipare ai concorsi.

L’ottenimento di una cattedra di ruolo è, invece, subordinata all’ottenimento dell’abilitazione

Si tratta di un “lavoro” – quello del docente – che, come dicevamo, riveste da sempre un fascino tutto particolare che resiste anche alle riforme più o meno efficaci. Per molti è solo un posto statale fisso che garantisce una solida stabilità economica. Per altri è, invece, una vera e propria missione educativa.

Cosa sono i 24 CFU?

Come abbiamo già accennato, i 24 CFU sono un requisito di accesso fondamentale per partecipare ai concorsi scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Tra l’altro sono utili anche ai fini dell’inserimento nella seconda fascia delle GPS. 

Si tratta, in buona sostanza, di crediti formativi universitari nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche.

E’ possibile acquisirli presso le università statali e non statali, incluse quelle telematiche. 

I 24 CFU/CFA possono, inoltre, essere conseguiti anche presso le istituzioni AFAM e presso le Accademie di belle Arti.

Come diventare insegnante?

Esistono due percorsi diversi a seconda che si voglia diventare insegnante della scuola dell’infanzia e primaria o della scuola secondaria di primo e secondo grado. Vediamo, quindi, quali sono i titoli di accesso all’insegnamento necessari. 

Requisiti per la Scuola dell’infanzia e primaria

  • Laurea in Scienze della formazione primaria, sia di vecchio che di nuovo ordinamento; 
  • Diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo scuola dell’Infanzia) o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002.

Requisiti per la Scuola secondaria di primo e secondo grado

  • Laurea di vecchio ordinamento, Laurea Specialistica o Magistrale di nuovo ordinamento, Diploma accademico di II livello, Diploma di Conservatorio o di Accademia di Belle Arti vecchio ordinamento + 24 CFU;
  • Diploma di scuola superiore (per gli ITP, insegnanti tecnico-pratici) + 24 CFU.

Come diventare insegnante. Le classi di concorso

Una volta conseguita la laurea, è necessario individuare la classe di concorso – ovvero la materia da insegnare – alla quale si può accedere con il titolo di studi conseguito. 

Più nel dettaglio, le classi di concorso sono semplicemente dei codici alfanumerici fissati dal Miur in relazione all’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

Ciascun codice identifica una specifica materia di insegnamento e può iniziare sia con la lettera A che con la lettera B, in entrambi i casi seguita da un numero. 

Al riguardo, inoltre, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha stilato tre differenti tabelle utili ad individuare la corrispondenza tra i vari titoli di studio e le diverse classi di concorso: 

  • Tabella A: docenti con laurea del nuovo ordinamento
  • Tabella A1: docenti con laurea del vecchio ordinamento
  • Tabella B: docenti ITP (Insegnanti Tecnico Pratici)

Come diventare insegnante. Il percorso

Il possesso del titolo di accesso all’insegnamento è solo il primo passo verso la cattedra di ruolo. E permette solo di aspirare a incarichi di supplenze annuali (31 agosto) o sino al termine delle attività didattiche (30 giugno). 

A tal fine sono, infatti, state istituite le graduatorie. Tra le quali spiccano, in particolare, le Graduatorie ad esaurimento (GaE) – chiuse a nuovi inserimenti -, le Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) e le Graduatorie d’istituto (GI). 

Ma anche in questo caso non basta inserirsi. Per sperare di vedersi assegnare una supplenza bisogna avere un buon piazzamento all’interno della “classifica”. E per farlo serve un determinato punteggio. Da qui la necessità di acquisire punti per arrivare nella zona alta delle GPS.

Come fare? Attraverso corsi di perfezionamento, Master, certificazioni informatiche e certificazioni linguistiche. Al di là dell’aspetto legato ai punti, tuttavia, essere in possesso delle giuste competenze – soprattutto per quanto riguarda le Tecnologie TIC e la lingua inglese – è ormai “obbligatorio” anche per gli insegnanti.  

Come si ottiene l’abilitazione?

L’abilitazione è, a tutt’oggi, l’unico titolo o requisito che rende possibile la stabilizzazione di un aspirante docente a tempo indeterminato. 

Si tratta, in altri termini, di un passaggio fondamentale ed imprescindibile per tutti gli aspiranti docenti. 

Tenendo, però, presente che, almeno per quanto concerne la scuola dell’infanzia e primaria, l’abilitazione è direttamente legata ai titoli di accesso all’insegnamento. Pertanto, in questo caso non è richiesto null’altro per acquisirla. 

Discorso diverso, invece, per la scuola secondaria di primo e di secondo grado. Sebbene in passato ci fossero diversi modi per ottenere l’abilitazione, dal 2020 il Miur ha stabilito che l’unico modo per conseguirla sono i concorsi scuola. Nello specifico, il concorso ordinario e il concorso straordinario, nonché il concorso straordinario abilitante. 

Per quanto riguarda, invece, l’abilitazione all’insegnamento relativa ai posti su Sostegno è indispensabile frequentare un TFA, ovvero un Tirocinio formativo attivo per ottenere la necessaria specializzazione. Solo dopo sarà possibile partecipare ai concorsi scuola.  

Come diventare insegnante. Abilitazione scuola dell’infanzia e primaria

L’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia si consegue al termine di un corso di laurea magistrale quinquennale (Scienze della Formazione primaria), comprensivo di tirocinio. 

La stessa consente, quindi, agli aspiranti docenti l’inserimento nella II fascia delle Graduatorie di Istituto per il conferimento degli incarichi a tempo determinato e, di conseguenza, anche la partecipazione ai concorsi per titoli ed esami.

L’abilitazione per diventare docente

Vediamo, dunque, cosa occorre nel dettaglio per ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

  • Concorso ordinario per la scuola secondaria: Permette di conseguire l’abilitazione anche agli aspiranti docenti non vincitori, purché superino tutte le prove con il punteggio minimo richiesto. Pertanto, anche gli idonei non vincitori otterranno l’abilitazione nella relativa classe di concorso. Senza dover partecipare a nessun ulteriore iter abilitante.
  • Concorso straordinario e Concorso straordinario abilitante: L’eventuale vincita del concorso straordinario garantisce l’immediato riconoscimento dell’abilitazione e dà diritto alla cattedra di ruolo. Gli aspiranti docenti idonei non vincitori possono, a loro volta, ottenere l’abilitazione superando l’apposito iter abilitante. Esattamente come i partecipanti del concorso straordinario abilitante.   

Iter abilitante

L’iter abilitante prevede, nello specifico:

  • un anno di prova;
  • affiancamento di un tutor;
  • prova finale. 

Come diventare insegnante. Conseguimento dell’abilitazione

Con l’abilitazione all’insegnamento gli aspiranti docenti hanno l’opportunità di inserirsi nella II fascia delle Graduatorie di Istituto per incarichi di supplenza a tempo determinato. 

Il requisito fondamentale dell’abilitazione consente, inoltre, la partecipazione ai concorsi per titoli ed esami. Ed è proprio dalle Graduatorie di merito di questi ultimi che si attinge annualmente per l’immissione in ruolo a tempo indeterminato. 

Da precisare che le immissioni in ruolo a tempo indeterminato sono effettuate per il 50% da Graduatorie ad esaurimento e per il 50% da graduatoria concorsuale sui posti annualmente disponibili.

Come diventare insegnante di sostegno

Il docente di sostegno è una figura professionale e specializzata di estrema importanza nell’ottica dell’inclusione scolastica. Il suo compito è, infatti, quello di fornire aiuto agli alunni con disabilità fisiche, sensoriali o psichiche o che comunque necessitano di un sostegno particolare. Inclusi i soggetti con ritardo cognitivo o affetti da BES (Bisogni educativi speciali).

Oltre a stimolare gli alunni affidatigli, lo stesso deve indirizzarli verso la socialità e l’apprendimento al fine di favorirne sia l’integrazione che l’inclusione scolastica. Ma, soprattutto, deve fare in modo di semplificare lo studio e facilitare l’apprendimento.  

Anche l’insegnante di sostegno deve, ovviamente, conseguire l’abilitazione. Nel caso specifico, frequentando il TFA Sostegno. Ovvero il Tirocinio Formativo Attivo. Che non è altro se non un periodo di formazione teorico-pratica della durata di un anno da svolgere presso le principali università italiane. 

Come diventare insegnante ITP 

L’Insegnante Tecnico Pratico (ITP) è un particolare profilo di docente con specifiche competenze tecnico-pratiche che lavora nei laboratori delle scuole secondarie ad indirizzo tecnico-professionale.

Per gli stessi, almeno fino all’anno accademico 2024/2025, il diploma di maturità di un istituto tecnico o professionale costituisce a tutti gli effetti un titolo abilitante.

Tuttavia, a partire dall’anno scolastico 2025/2026 agli insegnanti ITP sarà richiesto:

  • laurea o un diploma AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) di primo livello;
  • 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche.

Come funziona l’anno di prova?

Nel corso dell’anno di prova l’aspirante docente dovrà svolgere un servizio di almeno 180 giorni. E di questi almeno 120 dovranno essere dedicati alle attività didattiche. 

Durante questa fase il docente neoassunto sarà, tuttavia, affiancato da un tutor di riferimento, preferibilmente appartenente alla stessa classe di concorso. Ad ogni modo ad uno stesso tutor non potranno essere affidati più di tre docenti.

Compito del tutor è, in particolare, quello di orientare e monitorare il processo formativo del docente affidatogli per tutta la durata dell’anno di formazione e prova.

Alla fine dell’anno di prova l’insegnante dovrà, quindi, affrontare una prova finale tesa ad accertare sia le competenze didattiche che le conoscenze disciplinari. 

Nel caso in cui, tenendo presente il parere del tutor, la valutazione del dirigente scolastico e  del Comitato per la valutazione dei docenti, dovesse essere negativa, l’aspirante potrà ripetere l’anno di prova. Fermo restando che poi quest’ultimo non potrà essere ulteriormente rinnovato. 

La Riforma Bianchi. Novità del reclutamento dei docenti

La legge n. 79 del 29 giugno 2022 – conversione in legge (con modificazioni) del decreto n. 36 del 30 aprile 2022 – ha, tuttavia, introdotto alcune significative novità. Sulle quali è, pertanto, doveroso soffermarsi.

La nuova Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti, fortemente voluta dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, prevede infatti:

  • un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici (CFU/CFA); 
  • un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale; 
  • un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Il percorso di formazione abilitante (60 CFU) si potrà svolgere durante il percorso di studi, in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo o, in alternativa, dopo la laurea. Previsti, inoltre, un periodo di tirocinio nelle scuole e una prova finale comprensiva di una lezione simulata.  

La Riforma Bianchi – entrata in vigore il 30 giugno – prevede, tuttavia, anche una fase transitoria che durerà fino al 31 dicembre 2024. Fino a questa data, infatti, saranno ancora spendibili i “vecchi” 24 CFU, purché acquisiti entro il 31 ottobre 2022.  

Diventare insegnante. Le eccezioni della Riforma Bianchi

Come già accennato nel precedente paragrafo, prima dell’entrata in vigore a pieno regime della Riforma è prevista una fase transitoria di “assestamento”. Che durerà fino al 31 dicembre 2024. E prevede una serie di eccezioni per il conseguimento dei 60 CFU.

Docenti. Novità a partire dal 1° gennaio 2025

Una volta a regime, la Riforma prevede il conseguimento dei 60 CFU necessari per ottenere l’abilitazione già durante il tradizionale percorso di studi. In aggiunta, ovviamente, ai crediti previsti per il raggiungimento della laurea. 

Si tratterà di un percorso organizzato direttamente dagli Atenei attraverso i centri universitari di formazione iniziale e in stretta relazione con il sistema scolastico. Previsto anche un tirocinio diretto da svolgersi nelle scuole (20 CFU). 

Sarà, inoltre, obbligatorio conseguire 10 CFU nell’area pedagogica. Prima di ottenere l’abilitazione l’aspirante docente dovrà poi superare una prova finale. Quest’ultima prevede anche una lezione simulata per accertare le competenze didattiche e disciplinari dell’aspirante docente.  

Docenti già abilitati su altra classe di concorso o con specializzazione su Sostegno

Prevista anche una “corsia preferenziale” per coloro i quali sono già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno. 

Gli stessi potranno, infatti, conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso, o in altri gradi di istruzione, mediante l’acquisizione di soli 30 CFU

Fermo restando che 20 CFU devono essere riferiti al campo delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento, mentre i restanti 10 CFU devono essere di tirocinio diretto. 

Una volta superato il concorso, però, gli aspiranti docenti firmeranno un contratto a tempo determinato, con l’obbligo di conseguire i rimanenti 30 CFU. E, ovviamente, di affrontare poi la prova finale necessaria per ottenere l’abilitazione.  

Docenti con 3 annualità di servizio. I precari storici

Un’altra eccezione riguarda i precari storici. Ovvero i docenti con almeno 3 annualità di servizio (anche non continuativi) negli ultimi 5 anni, purché una delle stesse sia specifica. 

Per loro, infatti, è prevista la possibilità di accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi

Tuttavia, nel caso in cui gli stessi dovessero superare il concorso, dovranno poi acquisire almeno 30 CFU durante il primo anno di immissione in servizio e, quindi, affrontare anche la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.

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