Concorso Dirigenti Scolastici 2017: nuove immissioni in ruolo e polemiche sulla graduatoria

Dirigente scolastico

Il concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017 continua a suscitare dibattiti e interventi istituzionali. Recentemente, l’on. Andrea Casu (PD-IDP) ha sollevato dubbi sulla gestione della graduatoria finale, evidenziando problematiche legate all’inserimento di candidati che hanno seguito percorsi selettivi differenti. 

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fornito chiarimenti in merito, sottolineando la legittimità delle procedure adottate.​

Controversie sulla graduatoria del Concorso 2017

Durante la seduta della VII Commissione della Camera dei Deputati del 9 aprile 2025, l’on. Andrea Casu ha presentato l’Interrogazione n. 5-01040, focalizzandosi sulle criticità emerse nella gestione della graduatoria del concorso per dirigenti scolastici del 2017. 

In particolare, Casu ha evidenziato come l’inserimento in un’unica graduatoria finale di candidati che hanno sostenuto prove selettive diverse, determinate dalla loro specifica posizione processuale, possa generare disparità e compromettere l’imparzialità della selezione.​

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso il sottosegretario Paola Frassinetti, ha risposto sottolineando che la gestione delle prove è avvenuta in coerenza con la normativa vigente. 

Il decreto ministeriale n. 107 del 2023 ha previsto una prova selettiva unica ma differenziata nel formato (scritta o orale) a seconda della fase originariamente non superata dai candidati del 2017. 

La scelta è stata giustificata con la necessità di non ripetere inutilmente prove già superate, mantenendo però uniformità nei criteri di valutazione. Le prove, infatti, erano equivalenti per struttura e punteggi, comprese le verifiche delle competenze linguistiche e digitali.​

Procedura di sanatoria e immissioni in ruolo

A seguito di numerosi ricorsi presentati da candidati esclusi per mancato superamento della prova scritta o orale, il legislatore è intervenuto con l’art. 5, comma 11-novies del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14. 

La disposizione ha consentito ai ricorrenti, in caso di decisioni favorevoli del giudice, di accedere a un corso intensivo di formazione con prova finale. L’obiettivo era quello di sanare le irregolarità riscontrate nel concorso, ritenute tali da compromettere l’imparzialità della selezione.

I candidati che hanno superato la prova con almeno sei decimi sono stati ammessi al corso intensivo di formazione, che si è concluso con una prova finale. 

Coloro che hanno superato anche quest’ultima fase sono stati inseriti in un elenco graduato collocato in coda alla graduatoria di merito del concorso 2017. 

Secondo il Ministero, tale procedura ha garantito pari opportunità a tutti i partecipanti, consentendo inoltre – visto il ritardo nella conclusione del nuovo concorso ordinario – la nomina di oltre 500 dirigenti scolastici per l’anno in corso, riducendo la necessità di ricorrere a incarichi di reggenza.​

Condividi questo articolo