Vuoi scoprire quali Università erogheranno i percorsi abilitanti ITP 60 CFU e quali sono le modalità di frequenza? Allora sei nel posto giusto. In questo articolo troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.
Le università italiane (comprese quelle telematiche) sono ancora in attesa del decreto di accreditamento dei percorsi abilitanti da parte dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Un processo tanto delicato quanto fondamentale che si concluderà entro la fine dell’anno. E che consentirà, subito dopo, l’avvio dei tanto attesi percorsi da 30, 36 e 60 CFU. Anche per gli ITP (Insegnanti Tecnico Pratici).
I percorsi in questione sono stati introdotti dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti e sono disciplinati dal DPCM 60 CFU.
E un aspetto importante di questo processo si concentra sulle classi di concorso della tabella B del DPR 19/2016, relativa appunto agli insegnanti ITP. Per i quali è sufficiente il possesso di un diploma di scuola secondaria.
Il percorso di abilitazione segue, in realtà, lo stesso schema di quello previsto per le classi di concorso della tabella A. Tuttavia, una differenza significativa risiede nelle responsabilità delle università. Per offrire il corso corrispondente, ogni ateneo deve, infatti, assicurare un’adeguata copertura sia degli insegnamenti che delle attività pratiche relative alla classe di concorso specifica.
ITP 60 CFU: ecco l’elenco di tutte le Università
L’elenco delle Università che erogheranno – in caso di parere positivo da parte dell’ANVUR – i percorsi abilitanti da 30, 36 e 60 CFU destinati agli insegnanti ITP, che proponiamo di seguito, non è ovviamente definitivo.
Ecco, dunque, le Università che hanno richiesto l’accreditamento e i rispettivi percorsi abilitanti riservati agli insegnanti ITP:
Regione | Università | Classi di Concorso |
ABRUZZO | Università degli Studi dell’Aquila | B-02 – Conversazione in lingua straniera (Inglese); B-17 – Laboratori di scienze e tecnologie meccaniche |
EMILIA ROMAGNA | Università degli Studi di Bologna | B03 – Laboratori di Fisica; B011 – Laboratori di Scienze e Tecnologie agrarie; B016 – Laboratori di Scienze e Tecnologie informatiche |
EMILIA ROMAGNA | Università degli Studi di Parma | BB02 Conversazione in lingua straniera (Inglese); BC02 Conversazione in lingua straniera (Spagnolo); B012 – Laboratori di scienze e tecnologie chimiche e microbiologiche; B020 – Laboratori di servizi enogastronomici, settore cucina; B021 – Laboratori di servizi enogastronomici, settore sala e vendita |
LAZIO | Università degli Studi Roma Tre | B015 – Laboratori di scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche |
LAZIO | Università degli Studi della Tuscia | B011- Laboratori di scienze e tecnologie agrarie |
MARCHE | Università degli Studi di Camerino | B020 – Laboratori di Servizi enogastronomici, Settore cucina; B021 – Laboratori di Servizi enogastronomici, Settore sala e vendita |
PUGLIA | Università degli Studi di Foggia | B011-FI – Laboratorio di Scienze e Tecnologie agrarie; B006-FI – Laboratorio di Odontotecnica; B012-FI – Laboratorio di Scienze e Tecnologie chimiche e microbiologiche |
VENETO | Università degli Studi di Padova | B-03 Laboratorio di fisica; B-26 Laboratorio di tecnologie del legno |
Percorsi abilitanti ITP 60 CFU
I corsi in questione, previsti nell’ambito della Riforma Bianchi, sono disciplinati dal DPCM 60 CFU del 4 agosto 2023 e dovrebbero partire entro gennaio 2024.
Per quanto riguarda gli ITP 60 CFU bisogna, inoltre, aggiungere che coloro che hanno già conseguito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 potranno chiederne il riconoscimento, così come previsto dall’articolo 8 del già citato decreto attuativo. A patto, però, che almeno 10 CFU/CFA siano stati conseguiti da tirocinio diretto.
L’articolo 7, comma 7 del DPCM prevede la partecipazione attiva degli studenti iscritti, con una presenza minima richiesta del 70% per alle attività formative
Le lezioni si terranno in presenza fisica. Tuttavia, per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025, è prevista la possibilità di svolgere fino al 50% delle attività didattiche in modalità online sincrona. Che si svolge in aule virtuali, con la partecipazione simultanea di docenti e studenti collegati via internet.
(ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO)